NAPOLI – A Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio, dal 1983 sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, si è svolta la cerimonia di assegnazione del Premio “Cosimo Fanzago”, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione.
Il premio Fanzago è un riconoscimento conferito a personalità che hanno contribuito, grazie al loro impegno artistico, intellettuale e culturale, alla crescita e al prestigio della Città.
La fondazione Premio “Cosimo Fanzago”, nel maggio 2002, fu fortemente voluta dall’Associazione Culturale Palazzi Napoletani, nelle persone degli architetti Sergio Attanasio, Celeste Fidora e Pietro Giordano.
La cerimonia di quest’anno è stata preceduta da una visita guidata all’appartamento ducale dove la storica dell’Arte Angela Catello ha illustrato l’importante dipinto di Mattia Preti “Il Giudizio di Salomone”, il grande pittore il cui quattrocentesimo della nascita ricorre proprio nel 2013.
Nel 2013 il riconoscimento è stato attribuito a Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti; Louis Godart, archeologo nato in Belgio ma italiano di adozione, che non ha potuto presenziare a causa di un improrogabile impegno istituzionale con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore; il pianista Francesco Nicolosi, napoletano d’elezione ma di origine catanese, e Vittorio Silvestrini, presidente di Città della Scienza.
La manifestazione, presieduta da Sergio Attanasio, Celeste Fidora, Pietro Giordano e dal giornalista e scrittore Pietro Antonio Toma, è proseguita con gli interventi delle personalità prescelte quest’anno
Luigi Giampaolino ha commentato così l’assegnazione del premio,manifestando viva e commossa gratitudine: «I risultati conseguiti in termini di valorizzazione del patrimonio culturale, il restauro e il recupero dei beni culturali sono alcuni dei meriti di cui mi posso vantare nel ricevere il premio conferitomi. Sono veramente grato e desidero rendere omaggio all’Associazione dei Palazzi Napoletani, perché Napoli è luogo di scienza, di letteratura, di arte e conserva capolavori culturali di importanza mondiale».
L’intervento di Roberto Napoletano, direttore del “Sole 24 ore”, ha sottolineato invece l’importanza della memoria della nostra tradizione culturale.
Il giornalista ha ricordato lo sconcerto provato in circostanze in cui persone, anche titolate, dichiaravano di non conoscere personalità di grande spessore culturale del Gabriele Pescatore.
Ha messo dunque in rilievo la necessità di rivalutare l’immenso patrimonio artistico italiano, che attraversa città come Firenze, Napoli o Torino e per il quale bisognerebbe profondere ammirazione.
«Questo Paese – ha concluso Napoletano – ha un disperato bisogno di recuperare la memoria, non avremo mai un futuro se non sappiamo chi siamo e dove veniamo».
Il presidente di Città della Scienza, Vittorio Silvestrini, ha discusso del vivo impegno e della grande responsabilità necessaria alla ricostruzione del polo culturale, che è stato di recente oggetto di un disastroso incendio: «Il nostro scopo è di ricostruire meglio, dimostrando a tutto il mondo lo straordinario polo culturale che rappresenta ancora Città della Scienza. Molto confortante è stata la mobilitazione della società civile che ci ha offerto un grandissimo sostegno».
L’arch. Attanasio ha poi chiamato a concludere l’evento il filosofo napoletano Aldo Masullo e l’architetto, scultore ed artista Riccardo Dalisi.
L’intervento conclusivo di Aldo Masullo ha chiarito le finalità dell’iniziativa: «Quando si premiano persone che non solo hanno contatto ma portano viva la cultura in tutte le sue forme, anche un atto amministrativo è un atto di cultura. Credo che ciò sia il significato di questo incontro e sono grato, come cittadino e come uomo che ama la cultura, agli ideatori di questo premio che consentono che l’iniziativa sia un’occasione non solo per parlare del passato ma in qualche modo per promuovere il futuro».
Infine, Riccardo Dalisi, che ha realizzato le sculture che sono state assegnate ai vincitori del Premio edizione 2013, ha rivolto un pensiero ai bambini dai quali lo scultore dice di aver tratto ispirazione per la propria arte: «Nel corso della mia attività ho lavorato molto con i bambini, soprattutto con bambini di strada e ho scoperto che il bambino più diseredato è quello che lavora meglio. Dico sempre che i miei maestri sono stati i bambini».
Francesca Mancini