18 sett 2008: a Castevolturno sei innocenti africani vengono massacrati dai casalesi di Vincenzo Setola. Attorno, le vicende di Yussuf , giovane africano e di suo zio Moses, legato ala malavita.
Il film (ITA, 11), ha avuto lusinghieri riconoscimenti al Festival di Venezia. E’ un’opera che rivela talento: Guido Lombardi, giovane filmaker napoletano, ne è autore e sceneggiatore. Essa parte dall’”occhio” ingenuo di questo giovane africano che incontra quella parte d’Africa che sta a Castelvolturno ed è divisa al suo interno. Da una parte la Comunità che vuole vivere, magari sospesa tra integrazione, lavoro nero, sfruttamento bestiale; ma conservando alcune caratteristiche identitarie.
Dall’altra, coloro che ritengono di sfuggire allo sfruttamento, diventando essi stessi degli sfruttatori: in realtà scherani di serie b degli spietati camorristi locali; ai quali devono obbedienza cieca : se minimamente “sgarrano”, sono uccisi come bestie.
Il regista “regge” questa complessità tematica ponendo al centro la psicologia di Yussef, di cui è colta l’evoluzione, per cui decide di ritornare alla casa della “Madre Africa”, la Comunità. Associa narrativamente la ferocia allo straniamento. Mette a fuoco e rafforza con forme interpretative dell’ambiente l’intrecciarsi dei rapporti tra zio e nipote.
In tal senso risultano esemplari la pulizia e linearità espressive della Foto di Francesca Amitrano e la semplicità e sofisticatezza delle scenografie di Maica Rotondo.
Il film mostra come intelligenza artistica, capacità produttive di tipo nuovo (Dario Formisano, Gaetano Del Vaio, Pietro Pizzimento) possano dar vita a prodotti eccellenti.
Francesco “Ciccio” Capozzi