NAPOLI – Il Natale è alle porte, e quest’ anno per la Campania si colora nuovamente di social. Finalmente si respira concreto, assaporando il genuino e dando spazio alla legalità.
Nel 2011 prese forma l’iniziativa “ Facciamo un pacco alla camorra” a Casal di Principe.
Quest’anno si ripete, e l’invito alla diffusione dell’evento parte dall’Anci Campania che giovedì 29 novembre alla sua sede di via Morghentini ha tenuto una conferenza stampa per invitare ufficialmente tutte le Amministrazioni comunali ad utilizzare, al posto dei tradizionali cadeaux natalizi per uffici e dipendenti, i pacchi distribuiti da Libera e Fondazione Polis presso la “Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità”, contenenti prodotti tipici della regione coltivati nelle terre confiscate ai clan.
Ma cosa significa pacco? In genere si usa questo termine quando si vuole indicare una truffa. E l’intento è proprio quello di provocare la camorra. Di stravolgere questo termine facendo passare il suo utilizzo dall’economia criminale all’economia sociale, ad un economia che non solo valorizzi la genuinità del prodotto campano a km zero, ma che dia anche spazio ai giovani disoccupati, agli invalidi a tutte le fragilità presenti sul nostro territorio, che in Italia ha anche il tristissimo primato di vittime della criminalità organizzata.
Vittime non sono solo loro, vittime sono tutti i cittadini privati di queste terre. Anche dopo le tante uccisioni di innocenti le Istituzioni sono ancora titubanti e non spingono perché i terreni confiscati vengano riconosciuti come utilizzabili, sia nel campo del food, ma, perchè no, anche nel no food, deresponsabilizzandosi.
A Vincenzo Cuomo, presidente dell’Anci, è toccato il compito di aprire la conferenza rilanciando l’idea della responsabilizzazione personale, e in particolare di coloro che sono gli amministratori che devono affrontare il “cancro” camorristico evitandone la metastasi, ricostruendo quello che è il cittadino responsabile, partendo dalle scuole, creando l’humus sociale a partire dai singoli comuni.
Il nodo centrale della conferenza è stato invece affrontato da Peppe Pagano, il “giovane” del progetto, a capo di quello che è l’Nco,il Nuovo Commercio Organizzato, che riunisce ben 16 diverse imprese che operano in quest’ambito.
Ha detto Pagano: «Il giovane ci dice: Non abbiamo bisogno di soldi, abbiamo bisogno di un’idea. Che cosa possiamo fare per cambiare le cose?Avere un’ idea, non soldi! Questi progetti sono fatti senza soldi, ma per farli crescere c’è bisogno delle Istituzioni, perché non si cresce da soli!»
La conferenza si è conclusa con l’intervento di Don Tonino Palmese, referente regionale dell’associazione “Libera”: «Il pacco alla camorra è un regalo natalizio e pasquale: natalizio perché nasce a protezione di tutte le fragilità, e il Natale è proprio il simbolo della venuta al mondo della fragilità rappresentata da Bambin Gesù, quello stesso uomo che nell’Avvento della Pasqua viene sopraffatto dalla sua stessa fragilità.
Ma se oggi abbiamo un motivo per festeggiarla, è proprio grazie alla Resurrezione.
Insomma, ottimismo e speranza per il futuro. E che l’economia sociale rappresentata in questo caso dal pacco alla camorra, non riguardi solo il consumismo festivo, ma che sia una realtà, una concretezza che possa entrare dentro di noi perseguendola trecentosessantacinque giorni l’anno».
Irene Campese