Terremoti, uragani, tempeste, tsunami, riscaldamento globale, pericolo nucleare, demolizioni di certezze acquisite, sgretolamento dell’idea di famiglia, crisi economica globale, sono solo segni premonitori?
Maya, l’antico Egitto con il culto di Iside e Osiride, e poi Malachia, Nostradamus, secondo le varie profezie quest’anno ci sarebbe stata la fine del mondo.
Per ultimo, Papa lascia, si dimette.
Una scelta divina, scritta nel destino, un mistico presagio o semplicemente una scelta umilmente umana, o volgarmente politica?
Un Papa che lascia il pontificato è un evento molto raro nella storia della Chiesa. Il caso più famoso è quello di Celestino V, il quale accortosi, delle manovre legate alla sua persona, dopo 4 mesi rinunciò alla carica, il 13 dicembre 1294, morendo poco dopo in isolamento coatto nel castello di Fumone.
Giudicato severamente anche da Dante come “colui che per viltà de fece il gran rifiuto”, oggi si parla di lui come di un uomo di straordinaria fede e forza d’animo, esempio di umiltà e di buon senso.
Il secondo caso che la storia ricorda è quello di Gregorio XII, papa dal 19 dicembre 1406 al 4 luglio 1415. Veneziano, una volta eletto si impegnò a porre fine al “grande scisma” fra i pontefici di Roma e quelli di Avignone.
Ma ogni tentativo risultò vano.
Solo il concilio di Costanza (1414-1417) vi riuscì. Gregorio XII rinunciò al pontificato e si ritirò a Recanati. Nel 1417, dopo la sua morte, il suo successore lo nominò Pontefice Emerito di Roma.
Infine pare che Papa Pio XII (1876-1958) avesse scritto un documento segreto dove affermava che doveva essere considerato dimissionario nel caso in cui fosse stato rapito dai nazisti su ordine di Hitler.
11 Febbraio 2013: Benedetto XVI annuncia al popolo che lascerà il Pontificato il 28 febbraio alle ore 20.
Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto.
E ora dopo di lui chi sarà?
E, sopratutto, se guardiamo alle famose profezie, cosa succederà?
La più famosa profezia che ha a che fare con il rapporto tra il destino dei papi e quello della Chiesa e del mondo, è quella di San Malachia.
Malachia visse intorno all’anno 1000, nacque in Irlanda e ne riformò la Chiesa, ripulendola dalle influenza celtiche.
Durante la sua vita incontrò Papa Innocenzo II e Bernardo da Chiaravalle, ispiratore delle regole dei Templari.
Alcuni secoli dopo la sua morte fu rinvenuto a Chiaravalle un suo manoscritto che la leggenda orale vuole sia stato scritto in seguito a delle visioni che Malachia ebbe nei suoi ultimi anni di vita, proprio in quel luogo.
Malachia profetizzò le successioni papali, 111 Papi , da Celestino II, fino a Pietro che sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa.
Le profezie sui papi corrispondono quasi tutte, come quelle più vicine a noi per esempio: il 108esimo, “Flos forum” cioè fiore dei fiori’, Paolo VI che nel suo stemma mise tre gigli; oppure il 109esimo, Giovanni Paolo I, Albino Luciani ”De mediaetatie lunae”, mori appena un mese (un ciclo lunare) dopo la sua elezione; o anche il 110esimo “De labore solis”, dalla fatica del sole, Giovanni Paolo II, il Papa venuto da dove sorge il sole, che soffrì molto prima della morte, la cui nascita e la cui tumulazione corrispondono a un’eclissi solare; infine il 111esimo “De gloria olivae”,la gloria dell’olivo, e si tratta dell’attuale Pontefice dimissionario Benedetto XVI (i benedettini erano detti olivetani).
Ratzinger, poi, è nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, nel periodo dell’anno caratterizzato dal segno dell’Ulivo, il periodo pasquale.
111 sono stati i papi fino ad ora.
Le dimissioni di Ratzinger arrivano proprio nell’anno che grandi civiltà del passato avevano previsto la fine del mondo, o per essere un po’ più razionali, la fine di un’era.
Questa fine, o il nuovo inizio – dipende dai punti di vista – è previsto anche da Malachia con la Chiesa guidata dall’ultimo papa individuato nell’elenco: Petrus Romanus.
Chi sarà mai Petrus Romanus?
Pietro fu il primo, e a chiusura di un ciclo, un altro Pietro sarà l’ultimo.
A costui Malachia dedicò alcuni versi latini:
“In persecuione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen.”
(Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.).
Mica sarà veramente la fine di tutto? Con i Maya ci è andata bene, e ora?
(Foto: web)
Mario Scippa