La storia infinita dell’ecomostro di Alimuri

VICO EQUENSE – Dalla spiaggia di Alimuri comincia la splendida costiera sorrentina.

La leggenda racconta che questa località si chiami così da quando nel XVI secolo i saraceni guidati dal pirata Alì fecero una scorribanda sulla spiaggia di Meta. La popolazione si oppose e Alì cadde in battaglia; i metesi gridarono trionfanti “Alì murì”: da allora quel pezzo di costa conservò il ricordo della loro vittoria.

Alimuri è una spiaggia molto frequentata d’estate, sebbene per la parte finale di essa vigga un divieto di accesso: è quella dove si trova l’ecomostro.

L’ecomostro è uno scheletro ormai fatiscente che si trova lì da quasi mezzo secolo (47 anni); doveva essere un albergo di 2mila m², 18mila m³, cinque piani, cento vani e piscina olimpionica.

A bloccare la prima volta i lavori era stato il dissesto del costone alle spalle della fabbrica; poi fu fermato nel 1971 dalla Soprintendenza; dopo varie interruzioni l’opera venne definitivamente sospesa nel 1986.

Gli anni ’60, quando venne concessa questa sciagurata licenza edilizia, furono caratterizzati da un’urbanizzazione selvaggia che non badava alla salvaguardia dell’Ambiente né tantomeno alla sicurezza dei luoghi: costruire un grande albergo sulle rocce di Alimuri venne considerata un’occasione imperdibile.

Quando vennero bloccati i lavori era troppo tardi: la struttura era già stata eretta.

Infatti si trova ancora là, dopo tre inchieste giudiziarie e tre cambi di proprietà.

L’abbattimento fu deciso congiuntamente dal Ministero dell’Ambiente e dagli Enti provinciali e regionali solo nel 2007 che decretarono la demolizione dell’ecomostro entro il 31 ottobre di quell’anno.

Da quel momento sospetti e rimpalli tra Istituzioni sull’entità e sugli incrementi dei costi di gestione dei lavori di demolizione che sarebbero ricaduti in misura eccessiva sugli Enti e l’opposizione dei proprietari, ha permesso solo di fare opere di messa in sicurezza.

All’epoca si stabilì che il costo della demolizione gravasse un po’ più della metà sullo Stato, ed il rimanente sui proprietari, che però avrebbero avuto una licenza per costruire l’albergo altrove con la stessa cubatura, sempre in territorio di Vico Equense.

L’ecomostro oggi è ancora lì, non soltanto brutto e sinistro ma anche pericoloso.

Infatti, benché l’accesso all’area sia interdetto, di notte diventa rifugio di sbandati e d’estate attira tante persone che vanno a tuffarsi proprio dai solai fatiscenti.

Sono stati diversi gli episodi di incidenti piuttosto seri.

In più, si aggiunge che la parete alle spalle dell’ecomostro si sta sgretolando.

Qualcuno ha definito quest’obbrobbrio “insulto archittettonico di Alimuri”, ma è un insulto per tutta la costiera sorrentina: costruito praticamente sull’ acqua, mai ultimato e mai abbattuto.

Non si vuole entrare nelle infinite polemiche delle competenze e delle responsabilità, ma questa zona rientra nel severo Piano urbanistico territoriale della legge regionale 35/87, ed è inspiegabile che non siano mai stati attuati i provvedimenti stabiliti dalla normativa.

(Fonte foto: web)