Calace, il Paganini del mandolino

NAPOLI – Per il 150esimo anniversario della nascita di Raffaele Calace, il grande mandolinista napoletano, Casa Ascione nella sala museo dello showroom di piazzetta Serao, angiporto della Galleria Umberto I, venerdì 3 maggio alle 18 offre ancora un imperdibile concerto per strumenti a plettro.
L’ensemble eseguirà musiche composte tra ‘800 primo ‘900; è un quartetto che in omaggio a Calace ne porta il nome e sarà introdotto dal gionalista Pietro Gargano.
Il punto di riferimento dell’imprenditoria napoletana sono le aziende che operano sul territorio da sempre, con un passato importante.
Casa Ascione dal 1855 esalta le proprie tradizioni artistiche e commerciali, ma nello stesso tempo apre al nuovo accomunandosi nell’intento di rendere omaggio a Napoli con un’altra azienda più che centenaria, la Liuteria Calace, e con la Tecno, una ESCo (Energy Service Company) con un’esperienza che inizia “appena” nel 1999, specializzata in servizi di consulenza per l’efficienza energetica.
La liuteria Calace fu fondata nel 1825 da Nicola, fabbricante di chitarre; l’attività proseguì con il figlio Antonio che iniziò a produrre mandolini.
Nicola ebbe due figli, Nicola e Raffaele, che contiuarono l’arte di famiglia; Raffaele in particolare trasmise i segreti della fabbricazione dei liuti ai figli Giuseppe e Maria.
Oggi l’ultimo dei Calace, Raffaele junior, è affiancato dalla figlia Anna Maria, la sesta generazione; costruisce e perfeziona strumenti che rappresentano il punto di riferimento mondiale per tutti i concertisti del settore.
In una famiglia che ha dedicato la vita agli strumenti a plettro spicca senz’altro la grandezza di Raffaele Calace senior: ebbe una tale simbiosi con l’attività produttiva di famiglia da essere eccellente mandolinista, insegnante e compositore di musiche.
Fu maestro nel trasformare con l’espressività delle sue opere lo stereotipo del mandolino, fino ad allora visto come strumento musicale di estrazione popolare, in strumento da concerto, tanto da essere definito “Il Paganini del mandolino”.
Compose più di 180 opere per strumenti a plettro, incise dischi, fece lunghe tournèe all’estero, portando ovunque un pezzo importante della cultura partenopea.
Con il mandolino dunque riuscì a coniugare musica colta e musica popolare, innovando ma restando comunque fedele alla tradizione.
L’eredità più diretta di Raffaele Calace rimane la liuteria di vico San Domenico Maggiore, dove si producono ancora strumenti a plettro; si parte naturalmente dalla tradizione antica, ma vengono ideati innovativi  design tecnici per mandolini e chitarre.
Nel corso degli anni, la famiglia ha introdotto miglioramenti e modifiche nel mandolino napoletano, uno strumento che esprime sonorità sorprendenti in qualunque genere di musica, dalla colta alla popolare, dalla tradizionale alla moderna, dalla classica alla contemporanea.