NAPOLI – Grazie all’impegno di dirigenti, tecnici e calciatrici tesserati con il Napoli Carpisa Yamamay Calcio Femminile, si è riusciti, dopo anni di sacrifici, a contribuire in modo sensibile alla crescita del calcio femminile in Campania, dopo anni di immobilismo totale, portando l’intero movimento a un livello invidiabile.
Il raggiungimento della serie A lo scorso anno e i record d’imbattibilità (quello interno dura ancora da oltre trentadue mesi) hanno contribuito all’allargamento consistente della base di giovani calciatrici, che oggi nella città di Napoli possono praticare questo sport.
Il Napoli Calcio Femminile, con la creazione di una formazione satellite, la Pro Calcio Donne, e la partecipazione con la formazione Primavera al campionato regionale di serie C, ha contribuito, in accordo con il Comitato Regionale Campano della Figc, a far decollare una categoria che solo due anni fa era in forte difficoltà. Oggi il settore giovanile del Napoli Calcio Femminile ha raggiunto numeri importanti e in sole due stagioni, con nove formazioni e oltre cento tesserate, la società può confrontarsi a viso aperto con le migliori realtà italiane, tutte del Nord, a dimostrazione che anche al Sud, con progettualità e lavoro, possono essere raggiunti risultati di prestigio.
«Non più tardi di quindici giorni fa – spiega il direttore generale, Italo Palmieri – il Napoli Calcio Femminile, a sue spese, ha provveduto alla recinzione e all’omologazione di un campo di calcetto di proprietà del Comune di Napoli, nel quartiere Scampia. In questo modo si è permesso ai giovani e alle giovani della zona di poter giocare, in un contesto di forte degrado e di mancanza di strutture sportive. Allo Stadio Collana, a inizio stagione scorsa, si è provveduto a riattivare una struttura abbandonata da anni, nella quale da quindici anni non si giocava più a calcio. È stato costruito un campo di calcetto – prosegue il dg – è stato rifatto il manto erboso, sono stati resi funzionanti gli spogliatoi, abbandonati da decenni, è stato rimesso in funzione l’impianto di illuminazione, sono stati resi agibili i bagni sulle tribune dello stadio per poterle aprire al pubblico. Il tutto è avvenuto interamente a spese della società sportiva Napoli Calcio Femminile, con un investimento di non poco conto, al quale va aggiunto il canone di fitto comunale. Queste scelte sono state dettate dalla convinzione che solo attraverso una casa propria, seppur non di proprietà, si sarebbe potuto dare continuità ad un progetto sociale e sportivo. Nonostante questi sforzi e questi risultati – conclude Palmieri – dopo aver fatto l’iscrizione al campionato di serie A, pochi imprenditori e pochi sponsor sembrano voler contribuire a sviluppare il progetto Napoli Calcio Femminile, mettendo in serio pericolo il futuro della società e delle ragazze tesserate. Il nostro dunque è un grido d’allarme».
Alla conferenza stampa che si è svolta allo stadio Collana è intervenuto anche il presidente della Municipalità Arenella-Vomero, Mario Coppeto: «Lo stadio Collana deve essere al centro delle attività dei giovani della nostra municipalità. Grazie al Napoli Calcio Femminile la struttura ha avuto un nuovo slancio e vogliamo che anche in futuro questa possa essere la casa delle “tartarughine”. Per farlo è necessario che ci sia un impegno da parte di imprenditori privati, affinché tutto il lavoro, sportivo e sociale, svolto dalla società possa proseguire. Con un investimento minimo si può far proseguire la storia di una delle eccellenze della città».