Di origini umili, Lina Cavalieri, al secolo Natalina, vedette, cantante lirica e attrice cinematografica, nacque a Viterbo il 25 dicembre 1875.
Lavorò prima come fioraia e poi come piegatrice al giornale Tribuna di Roma, ma aveva una bella voce e sapeva istintivamente recitare, così grazie all’impresario teatrale Nino Cruciani si avvicinò al mondo dello spettacolo.
Nel 1887 ebbe la prima scrittura al Gran Caffè-Concerto Esedra di Roma.
Donna originale ed estremamente affascinante, Lina nei suoi concerti si faceva accompagnare da un’orchestrina di strumenti a plettro; particolarità di questo ensemble era la composizione esclusivamente femminile: si immagini lo scalpore suscitato in quei tempi da questa scelta innovativa.
Lina Cavalieri si esibì in quasi tutti i grandi Cafè Chantant nazionali, e specialmente in quelli partenopei: il Gambrinus, il Salone Margherita, il Trianon, l’Eden e l’Eldorado la videro primeggiare sulle loro tavole.
Il meritato successo di pubblico e di critica la portò direttamente in Francia, culla del del café chantant: a Le Folies-Bergeres di rue Richer venne accolta con tutti gli onori; la stessa artista l’artista raccontava: « … raggiunsi Parigi, dove alle Folies Bergeres assaporai i primi , autentici, trionfi internazionali. Parigi!… La più tangibile manifestazione della corsa verso l’irraggiungibile, enorme palcoscenico del più grande teatro europeo della vita».
Toccò poi a Londra e successivamente a San Pietroburgo; fu in quest’ultima città che Lina conobbe il principe Alessandro Beriatinskij, tenente della Guardia imperiale russa; si sposarono immediatamente.
La loro unione fu estremamente turbolenta, e il “logico” divorzio avvenne quasi subito: per una morbosa gelosia, il nobile militare pare pretendesse il ritiro immediato della moglie dalle scene.
Al suo ritorno in Italia, a Lina Cavalieri venne proposto di dedicarsi alla musica lirica: accettò senza esitazioni e iniziò a studiare canto sotto la guida del grande Jules Massenet.
Il debutto nell’aprile 1900 avvenne – e non poteva essere diversamente – a Napoli; naturalmente, le si aprirono le porte del Massimo cittadino, il Teatro di San Carlo, con la rappresentazione dell’opera pucciniana La Bohéme.
La bellissima Lina riscosse un buon successo di pubblico; fu invece la critica che le mosse pareri poco favorevoli: « … una voce limpida e fresca ma piuttosto limitata nel volume, nelle vibrazioni e anche nell’estensione … », scrisse qualcuno.
Al pubblico però non era questo che interessava, tanto che malignamente si osservò che a tanti premeva più vederla da vicino che ascoltarla.
Donna elegante in scena, dalle movenze uniche, occhi grandi e luminosi, sconvolse le platee soprattutto per la passionalità delle sue interpretazioni.
Un episodio in particolare si ricorda ancora: al termine del “Gran duetto d’amore” della Fedora, baciò sulle labbra … in modo talmente appassionato … il mitico tenore Enrico Caruso: all’indomani il quotidiano Evening World la definì The kissing Primadonna.
La sua turbolenta esistenza la portò a sposare dopo la morte del Principe Beriatinskij, il ricco pittore statunitense Robert W. Chanler, ma anche questa unione durò poco.
In seguito si risposò col collega tenore transalpino Lucine Muratore; infine, dopo il terzo divorzio si unì a Giovanni Campari.
Il mondo della celluloide non poteva ignorare il grande genio artistico di Lina: tra il 1914 e il 1921 girò alcuni film, che a dire il vero risultarono mediocri.
Il cinema la celebrò nel 1955 con il film del regista L.Z.Leonard, con l’interpretazione di una giovane, affascinate, Gina Lollobrigida; dedicato alla vita romanzata della grande artista, il lavoro cinematografico ebbe ovviamente il titolo di “La donna più bella del mondo”. Il film ebbe un buon successo di pubblico.
La Cavalieri fu artista duttile e dal forte temperamento; una delle sue passioni, quasi sconosciuta ai più, fu la grande canzone napoletana: ne interpretò molte, principalmente agli inizi della sua sfolgorante carriera.
Fa piacere ricordarne alcune: Ninuccia (La rosa di Toledo) della quale fu anche la prima interprete; I’ te vurria vasà!, Torna a Surriento, Luna nova,e l’immortale Maria, Marì!, la meravigliosa canzone di Vincenzo Russo ed Edoardo Di Capua.
Era il 1910; questo capolavoro è l’unica incisione, l’unico documento sonoro registrato su 78 giri arrivato fino a noi. Per chi volesse ascoltarne l’interpretazione: http://www.youtube.com/watch?v=-ym54cXLghk
L’artista visse gli ultimi anni della sua avventurosa esistenza a Fiesole, sulle colline toscane; qui dettò le sue memorie, pubblicate nel 1936 col titolo “Le mie verità”.
Il destino volle che la sua esistenza finisse tragicamente: Lina Cavalieri lasciò questo mondo durante un bombardamento anglo-americano su Firenze e i suoi dintorni: la sua casa crollò lasciandola sotto le macerie. Era il 7 febbraio 1944.
Ciro Daniele