San Gregorio Armeno: pastori, presepi e non solo …

Neapolis Greco-romana

Anche in questi giorni, come avviene da molti anni, Napoli viene letteralmente invasa da autobus provenienti dai paesi limitrofi con un grande numero di persone a bordo,  grossi gruppi che affollano in particolare il centro antico.
Meta principale via San Gregorio Armeno, la strada famosa in tutto il mondo per la produzione di presepi e di pastori. Il contesto natalizio rende particolarmente gradevole la visita alla città anche se il clima è freddo o piove.
Da piazza del Gesù Nuovo attraverso Via Benedetto Croce, piazza San Domenico Maggiore, e via San Biagio dei Librai è un immenso corteo che si districa attraverso vicoli e vicoletti alla ricerca di qualcosa di caratteristico.
Il grande problema in questo periodo sono gli spazi ristretti del centro antico: infatti la pianta urbanistica della zona risale alla polis concepita da Ippodamo da Mileto ben 2500 anni fa, con  tre decumani principali, quello superiore (Via Anticaglia), quello principale (Via Tribunali)  e quello inferiore (Via S.Biagio dei Librai) intersecati trasversalmente dai tanti cardini, i vicoletti, appunto, che formano una fitta rete di viuzze.
Tale struttura per le esigenze dell’epoca andava più che bene ma ai giorni nostri, come dimostra l’evidenza dei fatti, è totalmente insufficiente a contenere masse ingenti di persone.
San Gregorio Armeno
Come per tutti i centri storici delle altre città d’arte, occorrerebbe perciò anche per Napoli una programmazione efficiente a far fronte a questi eventi.
In primo luogo il rispetto delle regole e delle leggi è fondamentale, anche se il senso civico di abitanti e visitatori dovrebbe essere alla base di una corretta integrazione di tante persone.
Molto spazio viene occupato da venditori ambulanti su improvvisate bancarelle smontabili che al passaggio delle Forze dell’Ordine vengono velocemente smantellate e nascoste nei vicoli adiacenti; anche queste manovre generano confusione e non sono belle a vedersi.
Inoltre, gran parte dei turisti ha l’abitudine, come per una scampagnata, di portarsi colazioni al sacco e bevande di vario tipo che vengono consumate per strada o nelle piazze, appoggiandosi ovunque si trova posto, sui gradini di una chiesa o sulle fioriere, o perfino in piedi quando non si trova una seduta; ovviamente i rifiuti e gli involucri delle cibarie vengono lasciati nei cestini che in brevissimo tempo traboccano.
Colazione selvaggia
Purtroppo il problema oggettivo dello spazio resta quello principale ed bisognerebbe risolverlo soprattutto non rendendo la visita alla città un evento episodico da circoscrivere al periodo natalizio, ma andrebbe attuata una politica di valorizzazione di tutto il nostro patrimonio artistico, archeologico e culturale, capace di richiamare turisti nell’arco di tutto l’anno.
Un altro aspetto importante è il controllo del territorio; infatti il grande afflusso di persone favorisce quelle attività illegali che alla fine nuocciono gravemente all’immagine della città: i borseggiatori sono molto attivi in queste condizioni di affollamento, come pure venditori ambulanti e le forme più svariate di accattonaggio.
Queste sono le condizioni necessarie per le quali anche le attività produttive legate al turismo, come bar, ristorazione, artigianato ed altre,  possano avere  il loro riscontro economico in questo periodo di crisi.
(Piantina e Foto by Antonio Vitale)

Antonio Vitale