Qualche giorno fa a San Leo, nel castello delle Marche ove fu tenuto prigioniero il maestro Alessandro conte di Cagliostro, io e altri amici di Napoli siamo stati in visita, tra cui la giovane scrittrice napoletana Laura Miriello, presidentess dell’associazione vomerese esoterica, per deporre nella cella dove Cagliostro visse i suoi ultimi anni, detta la cagliostrina.
Abbiamo posato sul tavolaccio del Gran Cofto un fascio di nove rose rosse, bianche, rosa, con nastri di colore nero, rosso, bianco e oro rispettivamente simboli dell’alchimia, dell’arte reale, della simbologia esoterica, di Cagliostro, dei Rosacroce, dei Templari, del Martinismo e del Santo Graal.
Il Martinismo è un sistema iniziatico tradizionale occidentale fondato alla fine del ‘700 in Francia da filosofi illustri quali Jacques Martinez de Pasqually, nato nel 1727, che nel 1760 creò il sistema martinezista degli eletti Cohen, o sacerdoti kabbalistici dei 10 gradi di tipo massonico, con magia eonica ed evocativa trasmutatoria alchemica già cara a Cagliostro.
Martinez nel 1772 partì per espletare il servizio militare nella colonia di Haiti, patria della magia vudu, ove morì di febbri tropicali due anni dopo.
Dopo la sua scomparsa, in Francia una corrente di martinezisti o Eletti Cohen si legò al commerciante di sete lionese Jean Batpiste Willermoz,1730.
Un’altra corrente nel 1824 fece riferimento a Sebastien de Las Casas, che mise in sonno l’Ordine francese degli Eletti Cohen e consegnò gli archivi all’Ordine dei Filateli, rompendo nel 1781con il gruppo di Willermoz.
Il grande teorico dei Martinisti fu però il nobile Louis Claude de Saint Martin (1743 -1803), che nel 1768 entrò negli Eletti Cohen e raggiunse l’iniziazione nei Rois Croix nel 1772; nel 1775 fondò Gli Amici di Saint Martin.
Il fondatore dell’Ordine Martinista moderno fu invece il dottor Gerard Encausse detto Papus (1865 -1916), guaritore e occultista non massone, famoso scrittore e ricercatore.
Papus entrò nella Società Teosofica francese nel 1887 e l’anno successivo fondò a Parigi il giornale L’initiation, dove scrisse di famose opere occultistiche, quali Il Trattato elementare di scienza occulta nel 1888 e I Tarocchi nel 1889, La Cabala nel 1892, Il Trattato di scienza di magia pratica nel 1893.
Nel 1890 fondò anche un altro giornale parigino, Il volo di Iside; soggiornò con successo in Russia alla corte degli Zar tra 1900 e 1905, richiamando Cagliostro, Martinez e il de Saint Martin, il sistema della stella fiammeggiante del barone svizzero Tschudy, amico del principe Raimondo de Sangro, l’alchimia spirituale, la magia e la kabala evocativa e trasmutativa, proclamandosi nel 1892 Superiore Incognito. Rifondò l’Ordine con altri amici massoni e rosacruciani, teosofi francesi, legati alla libreria del meraviglioso in rue de La Trevis a Parigi.
L’Ordine trionfò in Francia negli ambienti massonici egizi, tra i teosofi, i rosacruciani, i kabalisti, gli astrologi, gli gnostici e in poco tempo si diffuse in Belgio, Olanda, Svizzera, perfino in spagna negli ultimi anni dell’800, arrivando agli inizi del ‘900 negli Stati Uniti d’America negli ambienti rosicruciani dell’Amorc.
Nel 1910 arrivò in Italia e nel 1911 a Roma era già presente l’Ordine Martinista italiano, di basi spiritualistiche graaliche, cristiane, kabbalistiche tradizionali, in memoria dei Cavalieri Templari, dei rosicruciani e degli alchimisti.
In pochi anni, tra 1918 e 1923, l’Ordine si diffuse anche a Milano, Torino, Venezia, Trieste, Padova, Bari, Taranto; subito dopo a Palermo, Ancona e Napoli.
Nel 1924 in Italia già esistevano 12 centri principali; vi erano affiliati famosi scrittori e storici massoni, rosicruciani, gnostici, egizi, astrologi, kremmerziani, templari, teosofi, come l’avvocato Sacchi di Roma, che nel 1918 fu il primo Gran Maestro nazionale fino all‘assonnamento del 1925.
Il risveglio si ebbe tra il ’44 e il ‘46 a Venezia, Trieste, seguito da quelli di Ancona, Roma, Torino, Milano, Taranto, Palermo, Catania e Napoli.
Nei centri operavano studiosi come il Porciatti a Roma, il Mangiaricina a Napoli, Gabriele D’Annunzio a Pescara, il professor Adolfo Banti ad Ancona, il Benno a Bari, Carlo Gentile a Foggia.
La Gran Maestranza nazionale ebbe sede a Venezia con Marco Egidio Allegri, seguito dal conte veneziano Ottavio Ulderico Zasio, scomparso nel 1966 , cui subentrò il famoso conte veneziano e fecondo giornalista e scrittore Gian Gastone Ventura col nome iniziatico di Aldebaran, Gran Maestro anche della massoneria egiziana in Italia, dei Templari, della chiesa gnostica, morto nel maggio del 1981.
Il Martinismo italiano non superò mai gli 800 iscritti; si divise in due tronconi, con Ventura a Venezia e l’Omat diretto dal Brunelli a Perugia fino alla sua morte, avvenuta nel 1982.
A Ventura subentrò il principe Sebastiano Caracciolo a Bologna e Gaspare Cannizzo a Catania; al Brunelli il Maestro Fabrizio Mariani di Roma, scomparso nel 2002.
Il Martinismo italiano nel 1982 contava circa 500 iscritti, di cui quasi 300 in Omat; tanti gli studiosi affiliati, tra teosofi, kremmerziani, massoni: un Mura a Roma, il regista e scrittore Pier Carpi, autore del libro e del film Cagliostro, tanto per citarne alcuni.
Mariani di Roma ispirò al regista Daniele Danza il film per la tv Il segno del comando del 1971.
Accanto all’Ordine Martinista in Italia fiorì a Firenze l’Ecclessia Gnostica con Loris Carlesi, morto nel 2006, seguace delle idee dello scrittore francese gnostico e martinista Robert Ambleain.
A Napoli ebbero vita famose logge martiniste di stampo spiritualistico, tra cui la Fenice nel 1947 e la Graal nel 1956, fino ad arrivare alla Carlo Gentile.
Il Martinismo, diffuso in tutto il mondo, è ritenuto la scuola più interna e filosofica tradizionale kabbalista della massoneria e dei Rosacroce di oggi; tra i teorici italiani affiliati ricordiamo Luigi Petriccione e il filosofo Giuseppe Del Noce.
Per me è stato un sommo onore spirituale essere accettato tra le fila dei Martinisti nel filone dell’Ecce homo, ovvero dell’uomo e della donna di desiderio, dello spiritualismo martinista Oggi e sempre, rimasta scuola non corrotta da gradi, medaglie o titoli altisonanti: i biancovestiti martinisti dell’Ecce homo, dalla mascherina nera, fratelli e sorelle tra loro.
Rimane per me indimenticabile e commovente la cerimonia d’iniziazione di primo grado, di cui è protagonista anche chi ha raggiunto la Via seguendo i sacri Vangeli di Cristo. Suggestive e coinvolgenti anche le cerimonie di raggiungimento del IV e supremo grado martinista e alchemico, Superiore Incognito e libero iniziatore.
Chi muore rinasce, uomo o donna che sia, diverso rispetto alla vita precedente.
Con Cristo sempre velato, col mio proprio io, nel solco della filosofia di Giordano Bruno del V.I.T.R.I.O.L. Supremo, dedico questo scritto a tutti i martinisti del passato, di oggi e di domani, con grande affetto…
In nome di Dio Vivente Gesù
Michele Di Iorio