NAPOLI – Nella bella e ridente Città di Partenope vissero grandi iniziati tra cui Pasquale de Servis, detto Itzar e il suo allievo Kremmerz, ovvero il porticese Ciro Formisano, della Scuola egizio osiridea cara a Bocchini, Tuschuy, Raimondo de Sangro, Giustiniano Lebano.
Su questa cara tematica della Schola napolitana, partendo dal 67 d.C. per arrivare al 1930, il giovane scrittore Luigi Braco (foto) ha presentato alla Scuola di cinema ASCI di piazza Trieste e Trento, nell’antico palazzo dello storico Caffè Gambrinus in sabato 25 gennaio il suo libro Arcana Partenope.
Braco, nato a Portici ma residente a Londra, è laureato in Giurisprudenza; iscritto alla Scuola kremmerziana di Miriam di Portici, all’ordine martinista e alla Società teosofica italiana, è un libero pensatore ermetico di tipo rosicruciano autentico e tradizionale.
Ha approfondito i suoi studi e pubblicato saggi ed articoli su riviste specializzate italiane e straniere; nel 2013 ha pubblicato il suo primo libro, L’alchimia di Partenope, nato dall’incontro tra 2000 e 2003 con maestri di una catena continuativa tradizionale autentica dell’antico Ordine egizio osirideo.
Insieme visitarono luoghi topici dell’esoterismo napoletano, come il cimitero di Portici e quello storico e monumentale di Poggioreale, le catacombe di San Gennaro e di San Callisto, il cimitero delle Fontanelle, ma soprattutto soffermandosi nella casa porticese del Kremmerz e del de Servis, negromante che aveva il terribile e grandioso potere di annullare il tempo e lo spazio, riscoprendo la tomba di quest’ultimo nel cimitero cittadino.
Luigi Braco si recò in visita anche a biblioteche polverose private e laboratori alchemici quasi celati in una Napoli misteriosa e alle falde del Vesuvio, le grotte delle Sibille di Cuma, la Cappellla Sansevero, Villa Lebano, approfondendo contemporaneamente i suoi studi sulla rituaria egizia dell’Arcana arcanorum, seguendo la catena iniziatica della Schola napolitana del Medioevo e Rinascimentale rosacruciana pura, fino ad arrivare a Della Porta, Campanella, Giordano bruno, Santinelli e al ‘700 di Tschudy e Raimondo de Sangro, all’abate Marino, a Luigi d’Aquino, Cagliostro, Domenico Bocchini, Giustiniano Lebano, Kremmerz, Caetani, Cuccurullo, Antonio e Nicola Ariano fino a Luigi Petriccione, a sua volta allievo del martinista porticese Luigi Spartaco, di Eduardo Nappa e di Giuseppe Del Noce.
Il nodo di Napoli, come diceva il buon storico martinista Brunelli di Perugia, si compendia proprio intorno ai luoghi e personaggi visitati e rivisitati da Luigi Braco attraverso i suoi scritti.
Al dibattito seguito alla presentazione del libro Arcana Partenope, oltre all’autore Luigi Braco è intervenuto lo scrittore desangriano professor Sigfrido Hobel, mente poliedrica dell’intelligentsia partenopea di ieri e di oggi.
Sia Hobel che Braco con le loro rispettive ricerche sulla storia dell’ermetismo partenopeo, hanno dato grande lustro a Napoli, un valore di risonanza mondiale.
Al fraterno, eterno amico Luigi braco, al di sopra del tempo e dello spazio di vita e di reincarnazioni, dedico queste parole, in specie a chi sa e deve diffondere il sapere iniziatico alla luce del Vesuvio e del Sebeto, tra le radianti pietre della Cappella immortale di Sansevero …
Michele Di Iorio