NAPOLI – La cultura è esplosa alla Basilica di San Giovanni Maggiore sabato 15 febbraio con Luisa Sanfelice: 1799, la Mattanza, un dramma lirico in due atti sulla rivoluzione napoletana del 1799.
La pièce vede come protagonista Luisa Sanfelice e parte dalle vicissitudini della rivoluzione contro la monarchia borbonica al processo a suo carico, fino al tentativo di salvarla di Gerardo Baccher, banchiere filo borbonico, e infine la sua condanna a morte.
Tutti episodi che hanno dato vita ad una serie di brani lirici intervallati da una descrizione storica in prosa, uno spettacolo che nonostante le argomentazioni drammatiche ed impegnative ha suscitato emozione ed interesse nel folto pubblico.
Il libretto è stato scritto dal poeta napoletano Vincenzo De Simone, che specifica che ha cominciato questo lavoro sulla scorta di un’opera iniziata da Riki D’Alessandro, scomparso precocemente, su sollecitazione del fratello di questi, Alessandro, che ne ha composto le musiche.
De Simone sottolinea che si è trovato di fronte un’opera di grande impegno storico e culturale, limitato ad un primo atto; non nasconde la fatica che ha dovuto fare per ricostruire il seguito del libretto attraverso un’ampia ed accurata ricerca bibliografica.
Il concerto si impernia sulla storia di Luisa Sanfelice, ma non è altro che una parte di un lavoro più vasto che parla di tutta la “mattanza” del 1799, della quale altra protagonista femminile fu Eleonora Pimentel Fonseca, nobildonna di origini portoghesi, nata a Roma e anch’essa giustiziata nel 1799.
De Simone descrive il suo lavoro una composizione poetica che è stato completato dal grande talento di Alessandro D’Alessandro che ha dato musica ed armonia ai vari brani.
Lo spettacolo ha visto l’impegno di musicisti, coristi e cantanti, ma soprattutto del direttore musicale, Maestro Giuseppe Schirone, che ha coordinato il grande lavoro fra il coro polifonico dell’Accademia Musicale “ Enrico Caruso” e i tre solisti cantanti; Valentina Pennino, soprano, nella parte di Luisa Sanfelice, Beatrice Amato, mezzo-soprano, che interpretava la mamma di quest’ultima e Christian Moschettino, tenore nella parte di Gerardo Baccher, innamorato di Luisa Sanfelice.
Cantanti e coristi sono stati accompagnati dalla pianista Nataliya Apolenskava, che ha eseguito due assolo con grande passione interpretativa, la Overture ed il Notturno per pianoforte N.1 op. 111 La solitudine.
I vari brani musicali venivano descritti da un prologo in prosa declamato da Sasà Trapanese, che con i suoi monologhi preparava il pubblico all’ascolto.
Una serata emozionante che ha fatto comprendere un periodo storico importante per la nostra Città attraverso i momenti di grande pathos di una vicenda drammatica che si è alternata a storie di amore e dolori.
La Basilica di San Giovanni Maggiore ha fatto da cornice ad un evento che ha visto una grande partecipazione di un pubblico attento che ha applaudito a scena aperta tutti gli artisti.
Alla domanda rivolta a De Simone, se ci saranno repliche di Luisa Sanfelice, con un pizzico di amarezza ha sottolinoeato che questo lavoro è stato portato avanti con grande impegno e professionalità da tutti gli artisti ma con pochissime risorse economiche: si auspicherebbe perciò un maggiore sostegno da parte delle Istituzioni.
Ad un’ultima domanda sui progetti futuri, Vincenzo De Simone ha risposto che spera nel prosieguo di questo lavoro, magari riproponendo la rappresentazione dell’intera opera.
Ha poi anticipato anche un suo nuovo progetto ; la “versificazione” in rime poetiche del libro Cuore ovviamente in dialetto napoletano, un altro grande impegno lavorativo che mostra la volontà di esprimere la cultura nella più autentica tradizione del popolo partenopeo, ovvero quella di fare proprie anche opere di altri autori di diverse regioni italiane.
(Foto by Antonio Vitale)
Antonio Vitale