NAPOLI – Nelle sale dall’acustica perfetta di Palazzo Venezia di via Benedetto Croce venerdì 14 marzo alle 21.30 risuoneranno le note del Concertino Rionale nato dalla collaborazione tra la regista ed interprete Antonella Monetti e Mario Romano Quartieri Jazz.
La location ancora una volta è un luogo simbolo di scambio e confronto, all’insegna della cultura, della buona tavola e del mare, tra l’antica Repubblica Marinara e la Città delle Sirene. Con iniziative di questo tipo, Gennaro Buccino, presidente dell’associazione Palazzo Venezia Napoli, continua il connubio tra arte la musica che in questa fuga di splendide sale, un binomio carico di significato ed emozioni.
Tra le mura di questo palazzo le note hanno da sempre risuonato facendo da eco ad una gioia di vivere che ancora oggi anima questo luogo: i veneziani ascoltavano musica che allietava i loro banchetti e proprio per questa ragione molto curata era l’acustica come dimostra la conformazione delle volte delle stanze.
Gli spettatori del concerto saranno coinvolti da gran parte del repertorio selezionato per ‘E festeammare di Viviani, canzoni note e meno note, macchiette e neapolitan gipsy jazz dalle atmosfere manouche.
L’incontro tra Mario Romano Quartieri Jazz e Dolores Melodia alias Antonella Monetti è avvenuto in una fiaba. Si racconta che …
«C’erano una volta delle strade vocianti, dove si sentiva la nenia delle vecchine che stavano davanti alla porta a guardare e commentare la vita che scorreva loro innanzi: i numeri della tombola scostumata giocata fino a tarda sera o del tresette, le grida di richiamo delle signore che stendevano i panni da una finestra all’altra creando un legame indissolubile tra i palazzi. I tonfi dei palloni dei bambini e degli adolescenti che usavano le saracinesca come porta ed il rombo dei motorini dei ragazzi che si credevano ormai uomini che facevano la ronda attorno ai palazzi, cercando di impressionare le loro coetanee ed anche le ragazze più grandi con le impennate del loro destriero.
Quelle strade, interne, ripide, con più di qualche sanpietrino saltato o sconnesso, che si inerpicavano su, facendo a volte arzigogolate giravolte, inaspettatamente, per chi aveva la tenacia di percorrerle fino in fondo portavano a godere di un panorama mozzafiato. Un golfo dai promontori e dalle insenature sinuose che ricordano il corpo di una bella donna adagiata sulla spiaggia a riposare, che alcuni dicono fosse la sirena Partenope.
Quelle viuzze riconducono ad una Città a volte spaccata tra il centro e le periferie …»
Morale della favola: è proprio in riva al mare, in particolare a Nisida, che nasce la collaborazione musicale tra Mario Romano e Antonella Monetti, in occasione del Napoli Teatro Festival 2012, con lo spettacolo ‘E Festeammare, liberamente tratto da testi di Raffaele Viviani, con la regia della stessa Monetti.
In quell’occasione vide anche la luce il personaggio di Dolores Melodia, posteggiatrice chic, che si distingue nel cast per la struggente interpretazione di alcuni brani come Avvertimento e Guarda acca’ ncoppe Napule.
La genesi di questo personaggio affonda le radici lontano, nel programma di avanspettacolo di Rai3 del 1992 che vide protagonista l’autrice partenopea assieme a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Dolores Melodia, è una sorta di avatar musicale della sua creatrice, una cantante marinara che ha navigato di porto in porto con la sua barca esibendosi tra i tavoli dei ristoranti fino a quando Antonella Monetti non l’ha scoperta, intuendo la sua corda teatrale…
Dolores è cantante di raro talento e veracità ma anche donna innamorata del suo primo partner, il posteggiatore chic Ercole Vivace… E la loro struggente storia d’amore sembra che non sia ancora finita …
Dolores è altresì un personaggio molto chiacchierato ma anche antesignano di innovazioni e artista “di tendenza”. Infatti, qualcuno dice che da giovane sia stata una spogliarellista e, in netto anticipo sul burlesque, negli anni novanta in molti giurano d’averla vista togliersi abiti da vigilessa, infermiera, guida turistica.
Dolores e Mario Romano, quindi, si incontrano, lungo ‘E strade cà portano a mare e Mario con i suoi Quartieri Jazz si rivela sensibile interprete della musica del maestro Viviani, scoprendo a sua volta un mondo che sente appartenergli profondamente.
Sulla scia di quest’incontro del destino, che rinnova le atmosfere dell’anima, nasce una profonda condivisione di un importante patrimonio musicale. Ecco perché riportarlo in scena si è rivelata una vera e propria necessità.
Per l’occasione sarà possibile partecipare ad una suggestiva visita guidata a Palazzo Venezia e gustare un aperitivo rilassante.
Il connubio tra cultura e gusto non è casuale e culmina ne XIV secolo con la nascita della prima ambasciata al mondo, creata proprio a Napoli a simbolo di come i rapporti fra Venezia e il capoluogo partenopeo fossero stretti e continui in un interscambio non solo politico ed economico ma anche, anzi soprattutto, culturale. Quell’ambasciata è proprio di Palazzo Venezia.
Il gusto si rivela dunque un valido strumento di creazione di una cultura condivisa capace far dialogare le varie parti del Belpaese molto meglio di una qualsiasi decisione politica imposta dall’altro: in tal senso è illuminante Il libro del cuoco, un ricettario anonimo scritto a Venezia in dialetto veneziano.
Infatti analisi accademiche condotte sulle ricette contenute nel libro lasciano presumere che molte di esse siano state copiate da originali scritti in toscano, a loro volta ricopiati da ricettari in latino che circolavano a Napoli. In questo modo si conferma il ruolo centrale della Città nella diffusione della cultura ed anche il suo essere testa di ponte tra l’Occidente e l’Oriente, in questo caso tra gli usi ed i costumi veneziani e quelli persiani.
Chi non conosce, ad esempio, le gustose “zucchine alla scapece”? Secondo questa scoperta la base di questa ricetta è una salsa di pesce simile al pesse in saor, che però a sua volta prevede un metodo di cottura che ritroviamo identico nell’Italia meridionale sotto il nome di scapece, tipica della cucina napoletana che a sua volta l’aveva derivata “da un tipo di stufato agrodolce persiano chiamato sikbaj” (J. Dickie “Con gusto. Storia degli italiani a tavola”Editori Laterza, pag 70).
La serata prevede una formula che comprende concerto, visita guidata a Palazzo Venezia ed aperitivo con un contributo di partecipazione di 10 euro.
Contatti per informazioni e prenotazioni: Palazzo Venezia: via Benedetto Croce, 19; 081-5528739
Website: www.palazzovenezianapoli.it ; e-mail: palazzovenezianapoli@gmail.com