Ricominciamo da Massimo

DSC_9842NAPOLI – La IV edizione della mostra Rock! al Palazzo delle Arti di Napoli (PAN) di via de’ Mille, ideata e diretta dai giornalisti Carmine Aymone e Michelangelo Iossa e co-organizzata con il Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura, sabato 22 marzo ha celebrato a vent’anni dalla sua scomparsa Massimo Troisi con una sezione a lui dedicata, curata dal suo grande amico Alfredo Cozzolino in collaborazione con Francesco De Martino, Vicenzo Calenda, Angela Marmolino, Alessandro Manna.
L’esposizione è stata visitata il giorno dell’inaugurazione da Lello Arena;  gli interventi sonori sono a cura di Max Petrolio.
Mettere in mostra locandine cinematografiche, fotografie, oggetti di scena e quant’altro non è stata un’operazione museografica facile: il rischi era di cadere in una semplicistica rassegna di oggetti o di produrre un itinerario fatto di anonime rievocazioni.
L’intento è quello di offrire ai visitatori uno allestimento espositivo che possa essere un luogo di riflessione, di condivisione e di scambi di esperienze e di idee, incarnando pertanto una forma nuova di spazio-museale, un museo vivo che possa coinvolgere ed emozionare.
Attraverso i ricordi gelosamente ed amorevolmente custoditi dal cavaliere Alfredo Cozzolino, la mostra internazionale ROCK!4 ha provato a raccontare la storia di un legame fraterno.
Gli oggetti esposti nella sezione della mostra pongono l’accento sulle tappe della storia artistica di Troisi, dalla locandina del suo primo debutto nei panni di Prospero in Pulcinella, marito senza mugliera e zio senza nepute a quella di Crocifissioni d’oggi, a quella dei gruppi I Saraceni a La Smorfia, partendo dal film Ricomincio da tre per arrivare a IlPostino”.
In Crocifissioni d’oggi Troisi si firmò – insieme a Beppe Borrelli – per la prima volta come autore e registra, raccontando delle lotte operaie, di ragazze madri, di emigrazione e di aborto. Il parroco, che fino a quel momento aveva ospitato i ragazzi nel salone teatro della chiesa di Via Sant’Anna, li invitò a trovare un nuovo spazio più idoneo dove poter rappresentare quelle tematiche d’avanguardia sociale.
Così Renato Barbieri, che aveva preso un garage in affitto a via San Giorgio Vecchio li accolse volentieri dando vita a quello che sarà conosciuto ai più come Centro Teatro Spazio. Così che quel timido ragazzo della periferia vesuviana riuscì con rabbia, grinta e talento a ritagliarsi il suo spazio e a farsi strada nel mondo delle celebrità.
E poi venne l’anno di Ricomincio da tre in cui scoppiò il caso Troisi, come venne definito sulle pagine di Il Mattino: era l’anno in cui Massimo si ribellò alla censura di Sanremo, ma anche l’inizio del suo successo.
Già allora tutto il suo modo di essere, l’orgoglio per le sue radici vesuviane, la sua capacità di riassorbire ed elaborare vita, la sua genialità nascosta dal farfuglio espressivo e dai contorcimenti dello slang si imposero e si iniziò a capire che quel ragazzo dai capelli scompigliati, dai silenzi pensosi e dal sorriso a metà non sarebbe stato una delle tante meteore; avrebbe fatto conoscere una napoletanità fatta di riti familiari, di scaramanzie, di sottigliezze psicologiche, di contraddizioni latenti o palesi, di luoghi comuni cui veniva necessariamente opposto il tentativo di ribellione, capace solo a quelle anime un po’ rock!
La mostra celebrativa su Massimo Troisi si potrà visitare dal 22 febbraio al 6 aprile; l’ingresso al Pan è gratuito.