Pomeriggio pieno di sole nel cavalcatoio della Villa Reale alla Riviera di Chiaia, mentre nella splendida Cassa Armonica suonava l’orchestra della banda militare dei Bersaglieri di stanza a Napoli.
8 settembre 1937: era il Carosello storico militare a cavallo, sotto il patronato del principe di Piemonte, S. A.R. Umberto di Savoia, con intervento di autorità civili e religiose oltre che militari.
Il comitato d’onore era composto dal principe Maresca di Serracapriola, Giovanni Orgera, il conte Alfredo d’Ostiani, Vincenzo Tecchio, il principe Riccardo Filangieri di Candida Gonzaga, il principe Alessandro d’Aquino di Caramanico, iI duca di Presenzano, Giuseppe del Balzo, il prestigioso comandante di marina e armatore Achille Lauro, l’indimenticabile Marcello Orilia, nei panni del Conte Verde Amedeo VI di Savoia, la principessa Bona Konrad di Baviera in quelli della Contessa Bona di Savoia.
Polizia, Guardie comunali, Reali Carabinieri, Reali Finanzieri, militi della milizia nazionale fascista, regolavano e sorvegliavano strade e piazze, tra il tiro a due e la passeggiata a piedi delle famiglie napoletane, vestite a festa, tra la curiosità delle donne, degli scugnizzi, della gente comune, tra cui il duca Alfredo Sottile, presidente del Circolo Monarchico di via Cavallerizza a Chiaia, il principe Nicola Caracciolo di Forino, don Antonio Ariano, maresciallo maggiore della Real Marina, in servizio dal 1902, reduce pluridecorato al valor militare delle campagne di Libia del 1911, della Prima Guerra mondiale e della Campagna in Abissinia del 1936, già aiutante di campo del sindaco di Napoli, del duca Pasquale Del Pezzo di Campodisola nonché direttore della nave asilo Caracciolo.
Il corteo del carosello a cavallo sfilò con le damigelle e i cavalieri della Quadriglia, divisa in Fert, Savoia, Gioco della Rosa, Giostra del Saracino.
Al termine della sfilata le truppe di guarnigione a Napoli, nelle uniformi storiche risorgimentali piemontesi, delle Campagne d’Eritrea e di Libia, della Grande Guerra, delle Campagne di Somalia e di Abissinia, passarono con le loro fanfare.
Ancora i Granatieri di Sardegna, di stanza alla caserma Garibaldi, i fanti di linea della Brigata Regina, accasermati a corso Malta, i Reali Carabinieri a cavallo, i Bersaglieri del I Reggimento, poi i lancieri del VI Reggimento a cavallo di linea, il Reggimento Aosta, e infine i cadetti del collegio militare La Nunziatella.
Una parata interminabile che sfilò tra gli applausi entusiasti della folla.
Poi seguirono due splendide cariche di cavalleria in divisa storica, con un simulato combattimento a cavallo dei Piumetti e infine sfilata dei giovani militi d’ambosesso balilla, avanguardisti, giovani fascisti, giovani universitari fascisti, militi con gagliardetti, fasci, labari, con i loro canti tipici, figli del popolo della Napoli dell’epoca.
La giornata terminò in Prefettura con una breve cerimonia con il principe di Piemonte S.A R. Umberto di Savoia, cui fu consegnato il regalo di una giovane pittrice napoletana, avanguardista, Fortunata Ariano: i dipinti a grandezza naturale del Primo ministro italiano a cavallo, S. E. Benito Mussolini, e quello di Sua Altezza Maria José del Belgio, moglie dell’erede al trono.
Seguì un gran ballo a Palazzo reale e serata di gala al teatro di San Carlo.
Fu l’ultima cavalcata di Napoli, iniziata nel 1734 con i Borbone e ripresa dai Savoia proprio quel giorno del 1937, l’ultimo affresco militare, l’ultimo omaggio ad un’ex Capitale.
Michele Di Iorio