SALERNO – Al Circolo Canottieri Irno mercoledì 14 maggio alle 18.30 verrà presentato il libro Con lo Jutta sulla scia de Il Leone di Caprera, il brogliaccio di bordo della traversata atlantica Pisciotta-Montevideo raccontato dall’autore Pino Veneroso.
Con l’autore, Pino Veneroso, che attraccherà al pontile del Circolo col suo sloop, parleranno di questo viaggio, moderati da Olga Chieffi, il presidente del sodalizio di via Porto Alberto Gulletta, il responsabile provinciale del C.O.N.I Mimma Luca, Francesco D’Episcopo, docente di Letteratura Italiana, Alfredo Ricci, umpire e organizzatore di regate veliche e Alfonso Andria, presidente dell’Associazione PersonAE Territori.
Gli spazi del tempio cittadino degli sport nautici ospiteranno la presentazione di questo dettagliato libro-diario che ripercorre la straordinaria impresa compiuta nel 2003 dal velista cilentano Pino Veneroso, maresciallo della Guardia di Finanza di Mare in pensione: la traversata dell’Atlantico a bordo di uno sloop di nove metri, lo Jutta, in omaggio allo storico viaggio che nel 1880 tre emigrati italo-americani – Vincenzo Fondacaro di Bagnara Calabra, Orlando Grassoni di Ancona, Pietro Troccoli di Marina di Camerota – effettuarono sulla rotta Montevideo-Caprera, a bordo del vascello Leon di Caprera,così chiamato in onore dell’Eroe dei due mondi.
Lo sloop partì il 3 ottobre del 1880 a Montevideo e arrivò il 9 giugno del 1881 a Livorno per raggiungere Giuseppe Garibaldi e consegnargli un album di firme di compatrioti.
Pino Veneroso ripercorre quella rotta; partì da Marina di Pisciotta il 3 agosto 2003 in solitario e arriva a Montevideo, in Uruguay, il 25 dicembre 2003.
Il viaggio di ritorno lo compì invece con i compagni Emil e Gabriele, approdando all’Isola della Maddalena il 5 agosto 2004.
Con lo Jutta sulla scia de Il Leone di Caprera, autofinanziato, è di 383 pagine ed è introdotto da uno scritto del compianto professor Giuseppe Pinto e da una prefazione di Francesco D’Episcopo.
Ricco di aneddoti e di particolari affascinanti, dipana una narrazione coinvolgente spaziando dal linguaggio strettamente tecnico, composto da vocaboli nautici, rotte, punti, venti, manovre ai più fluidi riferimenti biografici, culturali.
Il risultato è il racconto di un’avventura in primo luogo umana, degna della grande letteratura del mare, in cui il viaggio finisce per diventare la metafora concreta e simbolica al tempo stesso della vita di un ragazzo che, ben presto diventato menaicuoto, nel mare trova lo spazio per la realizzazione di un sogno, segnandogli per sempre l’esistenza nel profondo.