Molti paramorfismi dell’apparato locomotore, necessitano di un trattamento cinesiterapico; questo trattamento talvolta non viene seguito costantemente per la monotonia e la ripetitività afinalistica degli esercizi, inficiando così la buona riuscita della cura.
Molti studiosi, nell’arco degli anni, hanno proposto modelli alternativi al trattamento kinesiterapico, attraverso attività motorie ludiche o sportive, che inseriscono l’elemento curativo – kinesiterapia cioè terapia con il movimento – in un contesto stimolante e divertente, favorendone l’accettazione da parte del paziente, specie se si tratta di un bambino o di un adolescente.
Nel 1986 un gruppo di giovani studiosi della Clinica Ortopedica dell’Università degli Studi di Napoli sotto la guida dei professor Ugo del Torto e del professor Massimo Zanchini elaborarono un lavoro scientifico, presentato in vari congressi, Un nuovo volto della chinesiterapia nei paramorfismi vertebrali.
In questo lavoro la cosiddetta ginnastica correttiva veniva inserita nel contesto di una attività sportiva come il Karate, arte marziale di origine giapponese che nasce all’epoca dei samurai come arte di combattimento, ma che nei secoli ha sviluppato i connotati di una disciplina sportiva che richiede un armonico sviluppo psico-fisico, attraverso esercizi di fortificazione muscolare e sviluppo dell’equilibrio, che di per sé sono fondamentali per una corretta postura.
Un corso di Karate può durare anche anni, poiché il conseguimento dei vari gradi – le cinture colorate fino a quella Nera – comporta l’impegno attraverso un programma che non ha fine; gli allenamenti si svolgono generalmente due o tre volte a settimana in un anno sociale che inizia a settembre e finisce a luglio, quindi già queste caratteristiche danno la possibilità di fare un’attività costante e duratura nel tempo.
L’allenamento tipo consiste in una fase preliminare di preparazione ginnica; 20-30 minuti durante i quali saranno svolti gli esercizi terapeutici classici come: autoallungamento, iperestensione delle anche, mobilizzazione del rachide, tonificazione dei muscoli degli arti inferiori, superiori e soprattutto di quelli del tronco, esercizi respiratori, posturali, con piccoli e grandi attrezzi – pesetti, panca, spalliera, scala curva, ecc.- e soprattutto, tutta la lezione si svolge con il praticante di fronte agli specchi che consentono la presa di coscienza del proprio assetto posturale.
Dopo la fase preliminare si passa allo studio delle tecniche, che per il principiante vanno dapprima eseguite a vuoto (Kion) osservando spostamenti in diverse posizioni che impegnano inevitabilmente i muscoli degli arti inferiori, del bacino, della colonna vertebrale e degli arti superiori; le posizioni principali sono Zenku Tzu Daci, Koku Tzu Daci e Kiba Daci, che opportunamente eseguite conferiscono controllo della postura e sviluppo dell’equilibrio.
Già dopo qualche mese di pratica si passa all’esecuzione di fronte ad un compagno sotto forma di combattimento predefinito con l’esecuzione di un attacco e la conseguente difesa (Kion Ippon Kumite).
Col passare del tempo, si passerà alla forma libera di combattimento (Kumite) nel quale viene insegnato il massimo autocontrollo delle tecniche al fine di evitare spiacevoli contatti che potrebbero anche provocare traumi diretti o indiretti.
Un altro aspetto della pratica del Karate è lo studio dei Kata, forme di combattimento contro nemici immaginari che ricalcano le gesta di alcuni Maestri samurai.
I Kata sono stati tramandati nei secoli conservando la sequenza di ogni singola tecnica che va eseguita con un ritmo preciso osservando uno schema, la respirazione e una forza di esecuzione che nell’insieme racchiudono tutte le caratteristiche descritte in precedenza.
In definitiva rispetto ad una attività noiosa ed afinalistica il Karate, opportunamente modificato, come descritto, può costituire una piacevole attività terapeutica; infatti tutti gli esercizi sviluppano coordinazione motoria, tono muscolare ed equilibrio, che sono alla base di una postura equilibrata e consapevole, e poi, oltre ai benefici fisici, questa attività conferisce anche grande autocontrollo e consapevolezza di sé stessi, aspetti che migliorano il carattere e l’autostima di chi lo pratica.
(Foto by Antonio Vitale)
Antonio Vitale