A Castel del Monte è giunto un gruppo di 12 di giovani studiosi provenienti da Andria, Ruvo, Foggia, Dari, Brindisi, Lecce, Lucera, Ariano Irpino, accompagnati dallo studioso teosofo napoletano Paolo De Pascalis, di famiglia leccese, e come guida storica me stesso, Michele Di Iorio.
Erano giunti in quel luogo proprio nel giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, arrivarono dalle loro città nella radura prospiciente il castello per celebrare l’istante nel quale il sole raggiunge il culmine della sua parabola ascendente sopra l’equatore celeste e si ferma, per poi ricominciare a scendere …
Gli studiosi si strinsero sorridenti le mani e, abbracciati da un unicum di pensieri fraterni, entrarono nel maniero bianco più bello d’Italia.
Castel del Monte si trova su di una collina delle Murge occidentali a 540 metri s.l.m., a 18 km dalla città di Andria, sui resti di una precedente fortezza longobarda che, secondo documenti angioini, fu fatta erigere in periodo normanno dai Cavalieri Templari, presenti in Puglia fin dal 1114; fu poi completato per ordine di re Federico II di Svevia, il grande sovrano iniziato ai grandi misteri, il 29 gennaio 1240 dal Gran Giustiziere regio della Capitanata di Foggia, Riccardo di Montefuscolo.
Affiancato da don Hermano de Salza, Gran Maestro dei Cavalieri Teutonici, fedeli al sovrano svevo, Federico vi si recava spesso, scortato dai fedeli saraceni, e da eleganti camerieri recanti gli stemmi imperiali in oro sulle loro divise gialle e nere che portavano i falchi da caccia.
Il grande iniziato Federico II amava molto questo castello; appassionato di astrologia, di caccia al falcone, di filosofia, di ermetismo medico, di erboristeria, di kabbala e di gematria, il sistema di numerologia assiro-babilonese che stabilisce una cifra di identico valore per ogni lettera dell’alfabeto e su queste basi effettua calcoli per comprendere e stabilire un’interrelazione tra diversi concetti, per poi esplorare l’interrelazione tra parole e idee.
Il primo architetto regio fu Riccardo da Lentini, che iniziò i lavori su progetto curato dallo stesso re, che durante la crociata in Terrasanta a Gerusalemme era rimasto molto impressionato dalla Cupola nella Roccia; venne anche ispirato dalla Cappella palatina di Aquisgrana, che racchiudeva invece la simbologia ermetica del Calice di Gesù, il Sacro Graal.
Il castello non ebbe mai funzione militare, sebbene avesse scale che salivano in senso antiorario in modo da poter essere difese dall’interno solo con la mano sinistra; sui muri di cinta aveva però feritoie cosi strette da non poter scoccare archi e frecce o balestre.
L’aura che circonda il castello è irreale: sembra un baluardo inespugnabile ma il volere di Federico II non fu quello di creare un’opera militare, come si evince da tanti particolari; non solo dalle le feritoie, ad esempio …
Altra cosa da sottolineare è che Federico II non fece costruire Castel del Monte neanche con l’intenzione di farne una residenza: il maniero non ha mai avuto in modo stabile cucine, gabinetti igienici, stalle, camere da letto. Vi si trovano solo tre camini e le altre stanze ottagonali tra primo e piano terra non sono riscaldate.
Le possenti mura del maniero supportano otto torri ottagonali a formare quasi una corona di pietra, simbolo sia della sovranità sveva che templare e segno kabalistico dell’infinito.
Le finestre sono tutte bifore, tranne una sola al primo piano, trifora e rivolta verso Andria; il cortile interno ottagonale reca un pozzo centrale ottagonale. È qui il centro, il fulcro dove il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, la luce solare scende a bagnare il magico castello, capolavoro di architettura costruito secondo le misteriose leggi degli spazi siderali, un vero e proprio trattato di matematica, un laboratorio esoterico …
La visione d’insieme dell’edificio supporta dunque l’ipotesi che dal 1141 al 1240 fosse piuttosto luogo iniziatico per i Cavalieri Templari e per i Cavalieri Teutonici in partenza per le Crociate in Terrasanta o per le vicine precettorie.
Morto Federico II di Svevia, dopo varie vicende che coinvolsero i suoi eredi, nel 1266 il Regno passò agli Angioini, che restituirono entro il 1268 tutti i beni espropriati alla Chiesa ad eccezione del maniero ottagonale.
Dal 1268 vi rimasero imprigionati per circa trent’anni la quarta moglie di Federico II Isabella d’Inghilterra, e i suoi tre figli Margherita, Enrico Carlo Ottone e Federico, e Enzo, figlio di Manfredi, nato dall’unione dell’imperatore con Bianca Lancia.
Nel 1308 venne espropriato dal regio demanio di Foggia e venduto ai principi del Balzo di Presenzano, che vi celebrarono il matrimonio tra il rampollo Bertrando e Beatrice d’Angiò; nel 1326 vi fu lo sposalizio di Maria del Balzo con Umberto de La Tour, delfino di Francia.
Passato agli Aragonesi venne restaurato per ordine di re Ferrante nel 1453 da una serie di scultori e architetti catalani diretti da Sagredo da Palma di Maiorca, neotemplari del nuovo ordine equestre di Montesa, che lavorarono anche al Castel Nuovo di Napoli, il Maschio Angioino.
In seguito i principi d’Andria usarono Castel del Monte come prigione feudale. Appartenne poi ai Consalvo d’Aragona e dal 1681 ai Carafa d’Andria.
Dopo un periodo di damnatio memoriae, nel 1876 il castello venne acquistato dallo Stato; il restauro fu effettuato in varie fasi, ma il degrado di quello che fu il libro di pietra della vita e del pensiero del grande Federico stupor mundi continuò in modo inesorabile, tanto che venne persino usato dai pastori come ricovero per le greggi, sebbene nel 1936 fosse stato dichiarato monumento nazionale.
Il restauro definitivo che ha riportato Castel del Monte alle condizioni originarie è avvenuto tra il 1975 e il 1981.
Sazi, riscaldati da un calore strano, inebriati dalla luce solare, i dodici studiosi si sono fermati in cerca di ristoro nella frescura delle stanze, seduti sulle panche di pietra …
Pater noster, qui es in Caelis, sanctificetur nomen tuum …
Voci profonde, una preghiera corale riecheggia tra i mille echi rimandati dalle pietre delle sale accanto …
… Fiat voluntas tua, sicut in caelo et in terra. Panem nostrum quotidianum da nobis hodie …
Gli studiosi di Castel del Monte accorrono, attratti da un possente richiamo …
Adveniat regnum tuum. Fiat voluntas tua, sicut in caelo et in terra …
Un centinaio di Cavalieri in ginocchio, la spada sorretta davanti a loro come una croce, sorridono salmodiando la Preghiera di Gesù.
Le voci degli studiosi si uniscono alle loro …
Panem nostrum quotidianum da nobis hodie, et dimitte nobis debita Nostra sicut et nos dimittimus debitoribus nostris. Et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo. Amen.
Castel del Monte, dove spazio e tempo si annullano diventando dimensione altra, addì 21 giugno 2014.
Michele Di Iorio