ROMA – Nell’ambito della XIII edizione dell’evento World of Fashion, Thomas Hodges, artista londinese, o come preferisce definirsi «artista che lavora con la macchina fotografica», ha vinto il World of Fashion Award con la sua opera Pandora’s Box: uno storyboard del mito classico delle Tre Grazie.
L’evento, ideato e curato da Nino Graziano Luca ed inserito tra le iniziative del Calendario di AltaRoma, si è svolto nella superba cornice del St. Regis Hotel, ospitando artisti provenienti da tutto il mondo.
L’obiettivo della manifestazione è stato l’incontro tra diverse culture attraverso i linguaggi della moda e delle arti approfondendone la storia, le tradizioni e scoprendone i segreti dell’estetica.
Thomas Hodges, è conosciuto a livello internazionale ed è fondatore del movimento artistico Imaginism: esso ritiene che « … l’immagine finita non si propone di fronte agli occhi, ma bisogna scavare in profondità per coglierne la vera essenza».
Le Tre Grazie è l’ultimo progetto artistico di Hodges, prodotto da Giuseppe Lepore per Bielle Re.
Impossibile la comparazione con Botticelli, Raffaello, Canova, Thorvaldsen o Rubens, per citarne alcuni; la rappresentazione delle tre divinità di Hodges è risultato essere uno dei ritratti contemporanei di maggior rilievo e sicuramente il primo degno di nota realizzato con l’arte della fotografia.
Le personificazioni delle tre divinità Aglaia, lo splendore, Eufrosine, la gioia, e Talia, la prosperità, sono state scelte da tre etnie diverse, tre bellezze dai lineamenti dissimili; a rappresentarle sono state Chu Chiao Wang, asiatica, Rosa Valerio, caucasica e l’afro-americana Kelly Palacios. Grazie a loro Hodges ha mostrato una notevole capacità interpretativa del soggetto.
Pandora’s Box prevede un docufilm di 60 minuti girato in presa diretta dall’artista, trentadue opere d’arte fotografiche, due monografie in edizione limitata e un video artistico di 37 minuti; il video è accompagnato dalle melodie del musicista Nicky Bendix in collaborazione con il noto produttore Dave Hennessy, che si è occupato del mixaggio finale.
La cornice scenografica è stata il cinquecentesco Palazzo Ferrajoli della Città Eterna, dai grandi saloni e i caratteristici finestroni da cui penetra la luce solare, con cui l’artista ama lavorare, che ha avvolto le tre fanciulle contribuendo a donare loro un’immagine eterea.
Le figlie di Zeus, sono rappresentate in chiave contemporanea e classica: sdraiate su antichi divani ed attorniate da secolari specchiere ed arredi; si mostrano nude in pose languide e sensuali evocando un fine erotismo, ma anche vestite in fulgidi abiti bianchi, tra fiori e danze che ne esaltano l’aspetto celestiale.
Hodges così racconta il progetto in cui trasmette il suo concetto di bellezza e di arte: «Sono un grande appassionato d’arte e conosco gli illustri precedenti su questo tema. Ma volevo fare qualcosa di assolutamente diverso e credo che Le tre Grazie in questo modo non siano mai state raccontate. Raccolgono tutti i valori positivi, umanitari e multirazziali».
«Il vostro Paese – prosegue – è conosciuto nel mondo per l’arte classica, non per quella contemporanea. Dei vostri artisti più di tutti amo Caravaggio, ma con questo lavoro vorrei portare avanti l’immagine dell’arte contemporanea in Italia».
Infatti, l’opera comincerà proprio dall’Italia un viaggio per il mondo: da Vienna, alla Korea, a New York.
Tiziana Muselli