SANT’ANGELO D’ALIFE (CASERTA) – La Campania primeggia sempre nella celebrazione di eventi culturali e storici, non mancando di esaltare neanche le zone non certo balneari del Sannio alifano, proprio nei giorni del Ferragosto.
Per i cittadini che resteranno in zona durante il periodo di ferie, nonché i curiosi turisti intenti a scoprire i più segreti eventi tradizionali dell’antichissimo entroterra, già abitato nel III millennio a. C., il posto giusto sembra proprio Sant’Angelo d’Alife, nel casertano.
La Pro Loco Archangelus con il patrocinio di Provincia di Caserta, Comunità Montana del Matese, Comune di Sant’Angelo d’Alife e Rangers d’Italia dedicherà infatti tre splendide serate, il 15, 16 e 17 agosto alla presentazione della VI edizione della Rievocazione storica del Palio dei Normanni.
Saranno di scena i più svariati giocolieri, sputa fuoco e trampolieri, ai quali faranno da cornice rappresentazioni di tipici mestieri medioevali e la degustazione di pietanze tipiche dell’epoca.
Nessun problema sarà arrecato ai turisti sul piano dei pernottamenti, data la presenza di numerosi ed efficienti Bed&Breackfast nella zona.
Inoltre i visitatori dell’imperdibile tradizionale Palio potranno partecipare attivamente alla manifestazione, indossando abiti medioevali e persino gareggiando nelle competizioni cavalleresche. Non solo. Il pubblico potrà prendere parte ai diversi laboratori organizzati: quello della Tipicità, quello dell’Erborista e quello dell’Intreccio della Stramma, una graminacea usata per realizzare scope, stuoie, sporte.
Un’interessante curiosità del Palio dei Normanni riguarda il suo simbolo identitario: la figura mitologica del gallo basilisco o coccatrice, nato dalla testa decapitata di Medusa.
Come di consueto, l’esoterismo e la fede religiosa erano fortemente legate e diffuse nella popolazione; pertanto come simbolo della lotta tra bene e male, la dinamica che muove e governa il mondo, il gallo basilisco rappresenterebbe sia il sorgere del Sole, ovvero la Resurrezione di Cristo, che il Drago, emblema della notte e quindi della morte.
L’intero evento è teso a valorizzare la millenaria storia del luogo, ricca sia dal punto di vista storico che architettonico e paesaggistico, ma in particolare del suggestivo Castello di Rupecanina.
Si suppone che la costruzione della Rocca fu ordinata dall’autorità politica di Alife, che intendeva creare un rifugio sicuro contro eventuali nemici come i Saraceni, che per tutto il IX secolo saccheggiarono l’Italia meridionale. Qui dimorarono i Longobardi e in epoca normanna i conti di Alife.
In effetti nonostante i numerosi reperti archeologici ritrovati testimonino l’appartenenza della zona alifana all’epoca romana, le prime fonti scritte risalgono solo all’epoca normanna.
Il primo conte d’Alife fu Riccardo di Rupecanina, discendente dalla famiglia dei Drengot.
Pare che i Drengot si fossero rifugiati nel luogo durante gli ultimi scontri con gli Altavilla dopo le sanguinose battaglie tra le due dinastie.
I promotori dell’intrigante Palio dei Normanni si dicono fiduciosi di quella che costituisce senza dubbio una potente attrattiva turistica.
In fondo … tra un tuffo e l’altro nei giorni di Ferragosto, un tuffo nel passato non guasta mai!
Nina Panariello