SAN CIPRIANO PICENTINO (SALERNO) . L’Amministrazione comunale domenica 17 agosto offrirà alla cittadina un appuntamento con il grande teatro: in piazza Umberto I alle 21 sarà rappresentato Il Gattopardo tratto dal famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Il Gattopardo è un recital-spettacolo per immagini, musica e voci, interpretato dagli attori della Compagnia Animazione 90, scritto e diretto da Gaetano Stella.
La Compagnia è reduce da un grandissimo successo ottenuto nei giorni scorsi in Sicilia. Gaetano Stella, autore, attore e regista salernitano, è fondatore e direttore artistico della Compagnia Animazione 90 e continua a lavorare nei principali teatri italiani e stranieri.
Tra i protagonisti dello spettacolo, ci sarà l’attore napoletano Sebastiano Somma, noto al grande pubblico per le sue interpretazioni televisive, che vestirà il ruolo del principe Fabrizio Salina.
Fra gli attori del cast, che interpreteranno gli intramontabili personaggi del romanzo: Matteo Salsano, Alessandro Caiazza, Tommaso Fichele, Serena Stella, Alfio Battaglia e i ballerini della scuola di danza Professional Ballet di Pina Testa.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa quando scrisse questo romanzo corale trasse ispirazione dalle vicende storiche della sua famiglia; in particolare da quelle del suo bisnonno, il principe Giulio Fabrizio Tomasi, noto anche per aver realizzato un osservatorio astronomico per le sue ricerche. L’opera venne pubblicata nel 1958, un anno dopo la morte dell’autore.
La trama narra le vicende di una nobile famiglia sicula, i Salina, le cui storie s’intrecciano sullo sfondo di grandi cambiamenti politici e sociali.
Il principe Fabrizio Salina è un uomo colto e raffinato, consapevole della decadenza del proprio ceto sociale. Dopo lo sbarco in Sicilia di Garibaldi e del suo esercito, emerge il ceto borghese, disprezzato dal principe.
Il nipote Tancredi Falconeri, alla ricerca del potere economico, combatte con i garibaldini ed è innamorato, ricambiato, della bella cugina Concetta.
Tuttavia, non esiterà ad abbandonarla per sposare l’altrettanto affascinante e ricca borghese Angelica, figlia del sindaco del paese, don Calogero Sedara.
Quando il Regno delle Due Sicilie verrà annesso a quello di Sardegna, grazie al voto favorevole del plebiscito, Fabrizio si ritirerà ad una vita appartata.
Infine morirà attorniato dalle cure dei familiari, in una stanza d’albergo a Palermo, durante il viaggio di ritorno da Napoli, dove si era recato per cure mediche.
L’opera si conclude con la narrazione della vita delle figlie del principe, Carolina, Concetta e Caterina che, immobili in un eterno passato, coltivano l’illusione che il nome dei Salina sia ancora aristocraticamente prestigioso.
Gattopardo è l’appellativo dato al principe, nome che evidenzia l’orgoglio dello spirito siciliano espresso come gattopardesco, sintetizzato nella celebre frase «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».
Infatti, secondo la teoria di Fabrizio, i Siciliani non muteranno mai, nonostante si compiano forti cambiamenti, poiché le dominazioni straniere, avvicendatesi nel tempo, hanno paralizzato la loro voglia di fare.
Il titolo del romanzo ha origine nello stemma di famiglia dei Tomasi ed è così commentato nella stessa opera: «Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra».
Tiziana Muselli