L’attesa è stata fremente e l’annuncio, dato dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini nella sede del dicastero di via del Collegio Romano poco prima delle 18, ha fatto esplodere la festa in piazza San Giovanni, nel pieno centro storico della Città dei Sassi.
La città lucana, con i suoi scenari primordiali che Pasolini esaltò nel suo “Vangelo secondo Matteo” e Mel Gibson in “La Passione di Cristo”, è stata più volte set prediletto da registi e scenografi.
Matera ha battuto la concorrenza delle altre candidate: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena. Una concorrenza definita “straordinaria” dalla giuria composta da 13 membri. La città dei Sassi ne ha conquistati ben 7 sette.
La Capitale europea della cultura è un’istituzione nata nel 1985 per promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico e culturale dei Paesi membri dell’Ue.
La città prescelta ha così la possibilità di pubblicizzare le sue risorse a livello europeo. La prima selezionata fu la capitale greca Atene, mentre l’Italia è stata rappresentata in passato da Firenze nel 1986, Bologna nel 2000 e Genova nel 2004.
Molte capitali della cultura hanno sfruttato questo periodo per trasformare totalmente i sistemi di gestione e tutela dei propri beni.
Il 2019 sarà l’anno, oltre che dell’Italia, della Bulgaria, che ha già designato come sua capitale culturale Plovdiv, la seconda città più grande della nazione dopo Sofia.
«Sono cinque anni che lavoriamo a progetti straordinari – ha commentato il sindaco di Matera Salvatore Adduce – Noi siamo il malleolo dello stivale, generalmente ritenuto una zona poco ospitale. Ma abbiamo sconfitto questa diceria. Ora possiamo essere un esempio per il Sud, per l’Italia e un’offerta per l’Europa. Magari partirà da noi l’invito ad occuparsi maggiormente del meridione del continente».
Gianlorenzo Attanasio