Il 4 novembre è il “Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate”, festività in ricordo dell’anniversario della fine vittoriosa dell’Italia dalla prima guerra mondiale (1915-1918), che si concluse con l’armistizio firmato a Villa Giusti –Padova – con l’Impero Austro-Ungarico.
Anniversario in cui si celebra anche l’unificazione territoriale, politica e istituzionale del nostro Paese, quando Trento e Triste ritornarono all’Italia. Tuttavia, il prezzo di vite umane che il nostro Paese pagò fu altissimo: 600.000 giovanissimi caduti.
Ogni anno le più alte cariche dello Stato rendono omaggio al Milite Ignoto, che riposa nel sacello posto a Roma presso l’Altare della Patria, il Vittoriano, e si recano in visita al Sacrario di Redipuglia, dove sono custodite le salme di 100.000 caduti, e a Vittorio Veneto, il luogo in cui si concluse il conflitto.
Il Milite Ignoto è la salma di uno di quei giovanissimi soldati caduti che non è mai stato possibile identificare, divenuto simbolo dei caduti di tutte le guerre mai riconosciuti.
Nel 1920 l’allora colonnello Giulio Dohuet propose di onorare tutti i soldati sconosciuti morti in guerra, accogliendo in un monumento funebre un milite ignoto. Il monumento destinatario di questo alto compito sarebbe stato il complesso marmoreo del Vittoriano di Roma. Pertanto, varata una legge, una commissione rintracciò tutti i militi privi di nome della Grande Guerra.
Il 26 ottobre 1921 a Maria Bergamas, madre del soldato Antonio Bergamas – disertore dell’esercito austriaco che si unì a quello italiano e morì senza che il suo corpo fosse mai identificato – fu affidato il compito di scegliere la salma nella basilica di Aquileia tra undici feretri sconosciuti. La donna sfilò a lungo accanto alle bare, accarezzandole piano, poi si fermò davanti ad una di esse volendo riconoscere in quel feretro suo figlio.
Le altre dieci salme rimaste ad Aquileia furono tumulate nel “Cimitero di guerra”, che ne annovera tutti i cimeli, nella “Tomba dei dieci militi ignoti”.
Il feretro dello sconosciuto e giovane caduto, deposto su un carro ferroviario, fece un lungo viaggio per giungere a Roma, dal 26 ottobre al 4 novembre. Ad ogni stazione la gente con amore e spontaneità gli rendeva onore inginocchiandosi in silenzio o donandogli una pioggia di fiori.
Il Milite Ignoto giunse nella Capitale accolto dalla più grande cerimonia che la storia ricordi in cui erano presenti tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, con alla testa del corteo il re Vittorio Emanuele III. Una cerimonia fatta di silenzio e rispetto.
Il 4 novembre 1921 il Milite caduto fu condotto prima in un abbraccio di onorificenze militari nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri e poi fu tumulato nell’Altare della Patria.
Sull’epigrafe vi è la semplice scritta “Ignoto Militi” accompagnata dalle date di inizio e fine del conflitto mondiale MCMXV e MCMXVIII.
Dal sacello ove risiede, il soldato dalla giovinezza senza tempo osserva la Storia degli uomini e l’inesorabile avvicendarsi del Mondo.
Tiziana Muselli