NAPOLI – Aula gremita per il seminario “Non solo 25 novembre” organizzato dal Comitato Unico di Garanzia (CUG) – organismo per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni- dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, a Palazzo Pacanowski, in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere. Hanno assistito all’evento scuole, studenti e personale dell’Ateneo, giornalisti.
Il seminario è stato aperto da Claudio Quintano, Magnifico Rettore dell’Università Parthenope, Livia Mauro, Direttore Generale della medesima Università.
Il dibattito è stato introdotto e moderato da Rosaria Giampetraglia, Presidente CUG e docente di Diritto Privato dell’Università Parthenope, che ha sottolineato la grande importanza della prevenzione, informazione e cultura nell’ottica di sensibilizzazione verso questo fenomeno, in modo da poterlo contrastare.
Il CUG in quest’occasione ha aderito alla campagna nazionale “Posto Occupato”. La campagna è nata dalla sensibilizzazione e indignazione nei riguardi del femminicidio. Le donne vittime di violenza occupavano “un posto” nella vita quotidiana che è stato reso vuoto dai loro assassini. Il gesto simbolico ma significativo è di occupare “quel posto” in memoria delle vittime attaccando la locandina scaricata dal sito www.postoccupato.org su una sedia di un luogo pubblico. Il CUG ha aggiunto anche una sciarpa rossa.
Sono intervenuti al seminario rappresentanti della Polizia di Stato della Questura di Napoli: Michele Maria Spina, Dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e Francesca Romana Capaldo, Vicequestore, responsabile della Centrale Operativa Telecomunicazioni. Ancora, Elvira Reale, Dirigente dell’Unità Operativa di Psicologia dell’ASL di Napoli, Patrizia Palumbo, Presidente associazione “Dream Team Donne in rete”, Sara di Somma, psicologa, responsabile ascolto psicologico sportello “Dream Team” e Carla Pansini, docente di Diritto Processuale Penale dell’Università Parthenope.
Spina ha illustrato “il Progetto ARACNE: dispositivo di prevenzione” il cui nome richiama il mito greco ed è fondato anche sul principio della previsione della criminalità tramite l’analisi di quali sono le zone più colpite dalla delinquenza. Nei luoghi scelti sono operative pattuglie fisse che hanno ridotto l’attività malavitosa.
Capaldo, invece, ha spiegato il “Modulo operativo sulla violenza di genere” sottolineando quanto il femminicidio sia in crescita, consumato soprattutto nell’ambito familiare. Spesso accade che le donne da vittime di abusi, divengano vittime di assassini.
Inoltre, le donne s’illudono che il proprio compagno non possa arrivare ad ucciderle, sottovalutando il problema. Infatti, in presenza di un partner stalker, molte vittime considerano normale l’atto persecutorio, che sfocia nel momento chiarificatore-omicida.
Molte donne non hanno il coraggio di denunciare per isolamento, vergogna e paura dovuta al timore che la denuncia aggravi la situazione. Pertanto, la polizia deve ottimizzare il momento della denuncia e creare un ambiente protettivo per la donna.
Il modulo operativo si basa su un database di denunce, referti ospedalieri delle vittime e dati che riguardano i loro compagni per prevenire il fenomeno, e sulla formazione del personale. Bisogna, quindi, agire sulle cause che coinvolgono l’intera società civile ed educare al rispetto e all’uguaglianza.
Elvira Reale ha discusso su “La risposta sanitaria alla violenza: l’emergenza psicologica”, secondo cui il problema sta nella sottovalutazione e nella vittimizzazione secondaria. Infatti, frequentemente, le istituzioni addossano la colpa alle donne, definendole “in difficoltà”.
La vittima è una persona incolpevole toccata da un evento esterno. La violenza è nell’impedire alla donna l’autodeterminazione. Per essere dalla parte delle donne bisogna creare un centro di ascolto negli ospedali ed accogliere anche una persona che ha subito una violenza psicologica aumentandole i giorni di prognosi. Lo sportello psicologico raccoglie la violenza psicologica subita dalla donna, ne valuta tutti gli aspetti raggiungendo il tavolo di un PM.
Anche le violenze verbali non sono da sottovalutare: la minaccia di morte, ad esempio, può portare al femminicidio. Patrizia Palumbo e Sara di Somma hanno disquisito sulle “Esperienze di uno sportello antiviolenza di periferia”. Il loro è un lavoro di equipe: hanno aperto uno sportello di orientamento e ascolto a Scampia per la crescita sociale del territorio. In seguito all’emergenza di donne che hanno subito violenza lo sportello è divenuto un presidio territoriale antiviolenza aderendo al protocollo istituzionale del comune di Napoli.
Nel presidio si organizzano interventi psico-sociali tesi all’ascolto nell’ottica di un atteggiamento che si confaccia alle esigenze delle donne. L’obiettivo è educare ai sentimenti e aiutare le donne, attraverso un percorso di crescita, a non aver più timore di denunciare, divenendo, così, più responsabili delle proprie scelte.
Infine Carla Pansini, ha parlato di “Luci ed ombre della recente normativa sulla violenza di genere”. L’introduzione del reato di stalking, poi la legge n. 119/2013 contro la violenza di genere hanno rafforzato la protezione delle donne in ambito reale. Ci sono degli aggravamenti penali se il carnefice è un parente ed è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza di reato. Sono previsti, inoltre, l’allontanamento dalla casa familiare e l’allontanamento urgente del soggetto disturbante. Viene utilizzato anche un braccialetto elettronico per controllare il soggetto, ma occorre il suo consenso: se questi non vuole si procede all’aggravamento della causa cautelare.
La legge 38/2009 vieta di avvicinarsi ai luoghi della persona offesa, così la persona è più tutelata, ma viene avvisata quando termina il tempo dell’allontanamento. La legislazione presenta però, una mancanza: vi è un’accelerazione per le indagini solo per quanto riguarda determinati reati, non per lo stalking.
Alla fine dell’evento è stato distribuito un questionario con l’intento di «… rilevare la percezione del fenomeno di violenza e femminicidio nell’ambito della nostra comunità universitaria. È rivolto al personale, agli studenti del nostro ateneo e alle scuole ospiti che potranno utilizzarlo nelle loro comunità o nei loro luoghi di lavoro. I questionari saranno elaborati da uno statistico, componente del CUG, in base alle risposte rileveremo la situazione che sarà formulata in un documento. Lo scopo è mettere in moto un meccanismo psicologico che possa far pensare a chi è vittima di trovare aiuto grazie a quest’iniziativa e di sensibilizzare sull’argomento. Noi non vogliamo sostituirci alle istituzioni, ma vogliamo dare delle indicazioni concrete per risolvere il problema», ha spiegato Francesca Sacco, Segreteria Direzione Generale e Vicepresidente del CUG.
Tiziana Muselli