NAPOLI – Nella quattordicesima giornata di campionato, delizioso o indigesto break per i tifosi alle prese con l’allestimento di alberi e presepi vari. È proprio la capolista a non riuscire ad affondare la rete viola, nelle poche occasioni da sfruttare. Bianconeri stanchi e spenti, non da meno i padroni di casa che tirano in porta una sola volta con Cuadrado, poi infortunatosi, ma in modo non preoccupante. In tribuna assiste a una gara, tutt’altro che agonistica, un non troppo divertito Giuseppe Rossi, reduce da tre mesi di riabilitazione a New York, in seguito all’intervento di artroscopia. Allegri giustifica il pareggio con l’impossibilità di cambiare modulo, dovuta a qualche iniqua ammonizione, anche se sono 17 i falli commessi dai suoi uomini. Montella intasca un prezioso punto e guarda alla sfida sul campo del Cesena.
<<Come fa Zazà senza Isaia?>>, cantava il celebre Nino Taranto nel dopoguerra napoletano. E oggi verrebbe da dire: << Come farebbe invece il Sassuolo, senza Zaza?>>, autore di una straordinaria doppietta in soli tre minuti (15’;18’). Un brutto incantesimo subìto dalla magica Roma, distratta forse dal pensiero Manchester City di mercoledì. Un match che gira tutto intorno a venti minuti: quelli iniziali a vantaggio degli emiliani e i finali che vedono la rimonta giallorossa, su inferiorità numerica ( doppio giallo De Rossi al 50’). È Ljalic il fortunato uomo-chiave della partita: dal dischetto non fallisce un contestato calcio di rigore al 78’, così nemmeno sul traversone da destra di Florenzi, in un fuorigioco alquanto dubbio nell’ultimo secondo di recupero finale. E l’Olimpico esplode! I lupacchiotti avrebbero potuto portarsi a -1 dalla Juve, ma si accontentano comunque di non allungare la distanza.
Anche Torino-Palermo e Napoli-Empoli finiscono 2-2. Nel tempio granata i siciliani ottengono il sesto risultato utile consecutivo, anche se il gioiellino Dybala al 43’aveva fatto sperare tutt’altro ai tifosi rosanero. Era stata un’ottima palla piazzata in rete da Rigoni al 16’a lasciare di stucco i granata, partiti con il piede giusto nei primissimi minuti. Martinez aveva reagito bene al 35’ e tentato addirittura la doppietta nella ripresa. Apprezzabili anche le iniziative di Quagliarella, ma al 63’ è il compagno Glik su incredibile colpo di testa a decidere il pareggio.
Zapata preferito a Higuain: questa tra le scelte tattiche di Benitez, che forse avrebbe condizionato il match. Al 19’ sblocca Verdi, non proprio a sorpresa, grazie a un geniale Maccarone, in forma fin dai primi minuti. I toscani assediano i partenopei e arriva il raddoppio con Rugani al 53’. Il tecnico spagnolo prova a metterci una pezza con le carte Pepita e De Guzman, autore del gol del pareggio al 72’; cinque minuti prima aveva accorciato le distanze Zapata. Nell’ultimo quarto d’ora a dispetto del bel gioco, il disperato 3-2 è tentato invano dai vari azzurri in campo, da Gargano ad Albiol. Ma gli ospiti difendono il risultato grazie a due miracoli di Sepe, prima su Callejon, poi su De Guzman. D’altronde, il portiere ventitreenne di Torre del Greco, comune in provincia di Napoli, lo aveva dichiarato di recente: << Farò di tutto per salvare l’Empoli!>>.
Il Genoa non si lascia scappare l’occasione fornita dal Napoli e lo supera a pieni voti in classifica, posizionandosi solo al terzo posto. Decide il match un gol dell’inarrestabile capitan Antonelli, per giunta ex rossonero. Sono appena trascorsi trentadue minuti di gioco e tutto potrebbe ancora succedere, ma di fatto nulla più, in termini di gol. Inzaghi si affida a Pazzini nell’ultimo quarto d’ora, ma sono lontani bei i tempi del “pazzo” trascorsi all’Inter. E’ un susseguirsi di forti emozioni al Marassi: i liguri prima salgono sempre di più, poi si chiudono per difendersi dall’arrembaggio milanista. Ma arriva il fischio di Tagliavento e Gasperini può respirare.
Giornata decisamente no per le milanesi. L’Inter gioca un buon primo tempo, in cui avrebbe potuto concretizzare più occasioni, invece il gol arriva solo al 44’ grazie a una precisa trovata di Guarin per Icardi. Un’ ingenutà di Dodò favorisce il pareggio friuliano siglato da Fernandes (60’) ; un gol che impietrisce non solo Handanovic, ma l’intera squadra. Non serve l’ingresso di Osvaldo se poi uno stanco Palacio commette un inaspettato “orrore” al 71’, regalando a Thèrèau una palla tutta da dribblare e mettere in rete. La rimonta dell’Udinese ormai è fatta e Mancini può solo incassare le critiche piovute sul suo modulo di gioco e guardare al Chievo.
Giunge inaspettato il successo dei bergamaschi, dopo circa un mese: sotto di due gol per una doppietta di Defrel ( 31’;43’) il tecnico neroblu aggiunge all’ingrediente “buona volontà”, anche quello “grinta” e giunge subito l’1-2 ad opera di Benalouane, anche se in netto fuori gioco secondo i protestanti bianconeri. Tutti negli spogliatoi, l’Atalanta mette a tacere gli avversari già nei primi minuti della ripresa, portandosi in vantaggio grazie alle reti di Stendardo al 4’e Moralez al 6’. Un opacissimo Denise è richiamato da Colantuono in un momento di ansia generato dalle invenzioni del Cesena finalizzate al pareggio, ma niente paura per i padroni di casa: Del Grosso sfiora persino il 4-2.
A Parma la Lazio subisce la sua dodicesima sconfitta, pur non giocando malissimo, ma forse Saturno è proprio contro, in questa prima fase di campionato e per Donadoni non resta che affidarsi all’accordata russo-cipriota, in vista del mercato di Gennaio. All’11’ l’arbitro Guida di Torre Annunziata annulla un gol a Gobbi su assist di Cassano. Non succede granchè fino al 44’ quando Palladino sblocca segnando di testa, su perfetto cross di Santacroce. Immediata la reazione dei parmigiani, specie del capitano Mauri, anche lui di testa (48’). Ma la squadra di Pioli è più agguerrita nella ripresa e al 58’Anderson regala il vantaggio biancoceleste, difeso senza più grossi problemi contro dei padroni di casa, ormai quasi crollati.
Nella serata dell’ Immacolata concludono la quattordicesima giornata di campionato Cagliari-Chievo alle 19 e Verona-Sampdoria alle 21.
Nina Panariello
(Foto: Ansa)