I misteri di Palazzo Donn'Anna

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220px-PalazzodonnannaNAPOLI – Il superbo palazzo che si erge sulla scogliera di Posillipo s’incontra venendo da Mergellina. È un edificio a tre piani costruito dall’architetto Cosimo Fanzago per conto del Vicerè don Ramiro Guzman di Medina e donato nell’anno 1642 a sua moglie Anna Carafa di Stigliano.
Un’opera grandiosa che però secondo la servitù dell’epoca e il popolo napoletano è adombrato una serie di leggende sinistre.
Nel 1415 al suo posto sorgeva Villa Sirena, dedicata a Partenope, ed apparteneva alla regina Giovanna II d’Angio Durazzo, passata alla storia per la sua vita dissipata e gli sfrenati costumi: si dice che i suoi amanti li facesse precipitare nei trabocchetti della villa, che si presentava bellissima, con i balconi pieni di variopinti gerani.
Pare che il primo della serie fosse il giovane Peppe di Santa Lucia, pescatore bellissimo, che fu vittima dell’amore sinistro della regina. Ce ne furono poi altri e si dice che i fantasmi degli amanti di Giovanna funestino da allora il palazzo, anche se rifatto e ampliato per donn’Anna. Fanzago infatti costruì una nuova strada d’accesso da terra, un magnifico cortile che arrivava al mare con approdo privato, dove si usava partire per escursioni in barca allietate da serenate con violini e mandolini, appartamenti ingranditi e un magnifico teatro.
Quest’ultimo fu sede di una tragedia misteriosa e nei primi mesi del 1644: la nipote di donn’Anna, la graziosa e giovane Mercedes de la Torres, una sera vi interpretava la parte di una schiava innamorata del suo padrone, a sua volta impersonato dal principe di Casapenna, don Gaetano, che divenne amante della bollente spagnola.
Il giorno dopo furono entrambi ammoniti da donn’Anna. Visto che la tresca continuava, piena di gelosia la nobile proprietaria ordinò di catturare di notte la giovane nipote e di farla precipitare in un antico trabocchetto del suo palazzo. La versione ufficiale fu che la sventurata Mercedes si era ritirata in convento …
L’anima della giovane iniziò ad apparire a parenti e domestici e così il 7 maggio, quando suo marito il duca di Medina fu nominato nuovo ambasciatore di Napoli in Spagna, donn’Anna si ritirò subito per paura dei fantasmi – non solo quello di Mercedes ma anche quello del munaciello – nella sua villa Leucopetra a Portici, ove morì l’anno seguente presa di sgomento e di depressione ossessiva.
Nel 1647 e 1648 il palazzo fu saccheggiato per l’odio nutrito dal popolo napoletano nei confronti dei Medina.
Nel 1666 vi morirono il duca e due figli Agnello e Domenico. Il figlio superstite Nicola Maria riabbellì il palazzo dotandolo di tre portoni nuovi, di cui uno verso il mare, e vi diede grandi feste, tra cui una in onore del nuovo Vicerè marchese del Carpio.
Sulle terrazze del quarto piano, o ai finestroni del primo fino al 3 piano, si continuavano intanto a vedere presenze spettrali con candele e lumi aggirarsi per le stanze ed affacciarsi a balconi e finestre …
Un terremoto nel 1688 fece crollare i due piani più alti.
Morto il duca Nicola Maria il palazzo passò al Regio demanio sotto il controllo del fisco di Napoli. Successivamente venne acquistato da Luigi Carafa principe di San Lorenzo. Costui, spaventato dai fantasmi lo rivendette nel 1711 al marchese di Calitri, vedovo di Maddalena Carafa di Stigliano, che lo restaurò apponendovi una lapide in latino in ricordo. Non riuscendo a fittare alcuni appartamenti per la forte presenza di fantasmi e del munaciello che continuava a fare i suoi soliti dispetti, i Calitri rivendettero il palazzo nel 1807.
Nel 1816 a causa dei lavori di ampliamento della strada comunale che da Mergellina portava a Posillipo, il palazzo perse alcune dipendenze e fu abbandonato. Ben presto divenne ricettacolo di gufi, civette e topi, non solo di fantasmi e munaciello …
Nel 1824 venne comprato da una fabbrica di cristalli che fallì nel 1860 per la forte pressione fiscale dei piemontesi. E divenne così ricettacolo anche di contrabbandieri e falsari che vi impiantarono una tipografia clandestina di banconote.
Nel 1861 la polizia del questore Nicola Amore irruppe nell’edifico sequestrando il tutto e arrestando i colpevoli.
Nel 1870 il palazzo venne comprato dall’avvocato Manzi. Ma la paura dei fantasmi teneva sempre eventuali affittuari, fu rivenduto al mercante tedesco Geser che a sua volta nel 1949 lo cedette alla Banca d’Italia …
Furono però troppe le cose strane che capitarono ai dipendeti che anche la banca si trasferì e nel 1954 vendette l’edificio al francese Luigi Genevois.
Quest’ultimo, intimorito dai fantasmi e dalla sinistra aura di sfortuna e di jettura che avvolgeva il palazzo nel 1960 l’abbandonò del tutto.
Venduto poi l’edificio alle nobili famiglie napoletane dei Capece Minutolo di Bugnano e Colonna di Paliano, recentemente furono dati in fitto vari appartamenti seppur tra musiche surreali e strani lampi notturni che si intravedevano dalle finestre e balconate, apparizioni di fantasmi di donne e di uomini vestiti in abiti di epoche diverse, auto che all’improvviso non partivano e strani accidenti subiti da diverse persone …

Michele Di Iorio