SAN GIORGIO A CREMANO (NAPOLI) – «Te piace ‘o presepe ?». Chi non conosce questa celebre frase di Eduardo, pronunciata in una delle sue più famose commedie “Natale in casa Cupiello”? A Sergio Landolfi il presepe piace, eccome. Nella sua farmacia in via Salvator Rosa, a San Giorgio a Cremano, ne ha realizzato uno piuttosto originale, interamente ambientato a Napoli. C’è tutto: il Vesuvio innevato, il lungomare, Castel dell’Ovo, Palazzo Donn’Anna. Gesù non nasce nella classica grotta, ma nel Chiostro di Santa Chiara. Insomma, una “leggera” deviazione da quello che è il presepe tradizionale, che noi tutti siamo abituati a conoscere.
«Dietro questo lavoro – spiega Landolfi – c’è una tradizione familiare. Già mio nonno faceva il presepe, la passione è stata poi trasmessa a mio padre e dopo di lui ho preso io in mano le redini della situazione. Sono ormai cinque anni che lo faccio. Era un presepe piccolino, ora ho chiuso mezza farmacia per allestirlo. La passione è quella che spinge a fare delle cose belle. Con me hanno partecipato alla realizzazione tre amici: Gerardo Farina, Giancarlo Ciao e Michele Marzocca. Sicuramente l’idea vincente è stata far nascere Gesù bambino a Napoli, e non in una grotta, bensì nel Chiostro di Santa Chiara».
Entusiasta della iniziativa anche Farina: «Io sono stato coinvolto da circa tre anni – dice – prima lo faceva solo Sergio. L’idea principale era quello di ambientarlo a Napoli. Al di là di tutte le tradizioni, c’è anche un discorso di sentimenti religiosi, tanto è vero che abbiamo voluto far nascere Gesù in una struttura ecclesiastica e non nella solita grotta. È stato un lavoro molto laborioso. Il progetto è nato a maggio, poi tutta l’estate l’abbiamo disegnato e progettato, a settembre invece abbiamo iniziato a realizzarlo. Dall’esterno si vede un quadro, una cartolina di Napoli. Entrando poi nella farmacia, guardandolo da vicino, è come se si entrasse a far parte, in prima persona, di questo quadro. C’è anche un discorso politico dietro la volontà di ambientarlo nella nostra città, cioè mettere in risalto le difficoltà di Napoli, quindi anche un segnale di speranza per la nostra realtà».
Roberto Scognamiglio
(Foto by Piero Scognamiglio)