PORTICI (NAPOLI) – Nel febbraio 2014 il crollo di un terrazzo di Villa d’Elbeouf sui binari del tratto ferroviario Napoli-Salerno in prossimità del passaggio a livello ne determinò la chiusura.
Bene monumentale e storico di proprietà privata, Villa d’Elbeouf – come pure Villa Lancellotti o Villa Pignatelli di Montecalvo a San Giorgio a Cremano – è stato colpevolmente abbandonato dal Ministero dei Beni Culturali.
Una storia lunga. Passata di mano per tanti proprietari, infine frazionata, in ultimo la Villa Vesuviana d’Elbeouf, patrimonio UNESCO, era stata acquistata da una società e poi andata in asta fallimentare. Una serie di aste con un importo di base irrisorio per il complesso monumentale che di volta in volta calava in quanto andavano sistematicamente deserte …
La spettacolare Villa d’Elbeouf diventò rifugio per senzatetto e animali, addirittura scena di crimini …
Infine fu aggiudicata alla società Invest srl ad un costo ribassato a circa 4 milioni e mezzo di euro.
L’Amministrazione comunale, sollecitata dalla Sovrintendenza proprio quando mancava poco alla scadenza dell’esercizio del diritto giuridico di prelazione, aveva deciso di combattere per contrastare l’alienazione a privati dell’edificio storico simbolo di Portici.
Espletati i necessari passaggi amministrativi, la Giunta Marrone per ottenere i finanziamenti necessari si era rivolta alla Cassa Depositi e Prestiti di Roma, che dopo aver mostrato un certo favore inspiegabilmente rifiutò il mutuo che avrebbe dato modo di acquistarla.
A questo punto l’Amministrazione potè solo emettere un’ordinanza di messa in sicurezza nei confronti della società proprietaria della dimora vesuviana e avviare un’opera di mediazione tra le parti interessate, RFI e Invest srl.
A seguito di una richiesta della società, nel luglio scorso Rete Ferroviaria Italiana comunicò alla Invest srl, proprietaria dell’immobile – cui competono i lavori di messa in sicurezza dell’edificio – l’avvenuto smontaggio dell’impianto di trazione elettrica. L’intervento era indispensabile per effettuare i lavori a carico della società.
Nell’agosto successivo RFI iniziò i lavori di realizzazione di un tunnel per salvaguardare i treni da eventuali crolli e dunque permettere la riapertura in sicurezza della linea.
Intanto il traffico proseguiva con non pochi disagi per i viaggiatori su un percorso a monte del Vesuvio e con servizi sostitutivi di autobus.
La Invest srl non avviò però gli interventi di messa in sicurezza, presentando invece ricorso al Tar della Campania contro l’ordinanza comunale.
Infatti RFI aveva progettato « … un sistema di “protezione passiva” della sede ferroviaria (galleria metallica artificiale) per ripristinare il passaggio dei treni in sicurezza, impendendo che i convogli in transito possano essere colpiti da eventuali crolli di porzioni del fabbricato».
Il tunnel artificiale, «temporaneo e non interferente con Villa d’Elboeuf, è oggi in fase di realizzazione. Il progetto è stato sottoposto al Comune di Portici ed alla Soprintendenza, ricevendone l’autorizzazione rispettivamente il 27 marzo e il 29 maggio 2014. Concluse le perizie per il procedimento in corso al Tar della Campania, tra il 19 giugno e l’1 luglio si è svolta, al Comune di Portici, una Conferenza dei servizi per l’autorizzazione di Comune, Rfi e Soprintendenza agli interventi di messa in sicurezza a cura di Invest srl. In tale occasione, la società proprietaria dell’immobile ha chiesto a Rete Ferroviaria Italiana la possibilità di installare un ponteggio sulla sede ferroviaria, ritenuto necessario per effettuare le operazioni a suo carico. Rfi ha rilasciato tale autorizzazione richiedendo, tuttavia, che la rimozione del ponteggio avvenisse entro 90 giorni».
Siamo al 22 dicembre 2014: RFI, nella persona del direttore territoriale ingegnere Marco Gallino, presenta denuncia alla Magistratura in quanto il proseguimento dei lavori del tunnel era impedito dagli operai della Invest srl che lavoravano sulle impalcature.
La Procura ordinò perciò una perizia per appurare i fatti esposti da RFI.
L’ingegner Gallino sottolineò allora: «Abbiamo più volte tentato di proseguire i lavori di costruzione del tunnel ma abbiamo sempre trovato operai sulle impalcature. Una volta sono andato anche io, di sabato notte, e gli operai erano lì, accampati».
La Procura ha dato infine ragione alle rimostranze di RFI e parere favorevole alla ripresa dei lavori di completamento del tunnel artificiale.
Finalmente questa ulteriore incresciosa situazione si è risolta: era assurdo che esigenze private – per quanto legittime – bloccassero un servizio pubblico.
«La comunicazione di RFI della ripresa dei lavori e il ripristino del traffico ferroviario per domenica 12 aprile è una splendida notizia – ha dichiarato soddisfatto il sindaco Nicola Marrone – frutto del lavoro di mediazione svolto in questi mesi.
Il pensiero va ai cittadini che hanno dovuto sopportare disagi per troppo tempo. Con la riapertura della linea ci saranno effetti positivi su tutto il sistema della mobilità».
Francesca Mancini