NAPOLI – La programmazione del Teatro Elicantropo di vico Gerolomini riprenderà giovedì 5 marzo alle 21 (repliche fino a domenica 8), con lo spettacolo “www.testamento.eacapo”, scritto, diretto e interpretato da Luca Trezza, prodotto da Formiche di Vetro Teatro in collaborazione con Erre Teatro Salerno che promuove il progetto “Tra scrittura e performance. Voci della scena autoctona”.
Classificatosi al primo posto nella sezione Teatro al Festival della Creatività di Roma Capitale 2013 e vincitore del XII Festival Voci dell’Anima 2014, www.testamento.eacapo è uno specchio generazionale orientato al continuo parossismo e al tempo stesso il ritratto convulso di un’anima serrata nelle proprie nevrosi.
Nello spazio teatrale una scena buia e vuota è pronta ad accogliere lo spettatore: un leggio, tre rose e un bicchiere di latte immobili sul pavimento, in cui Trezza costruisce un “testamento” vivace per movimenti e lingua. Lavoro minimalista che diventa scenografia nella parola, per un uomo e un computer, per un uomo che ha un appuntamento sopra un ponte con una “X”, preso in una chat.
Mentre attende il suo arrivo sul ponte, dove hanno concordato l’appuntamento, esplodono improvvisamente i ricordi dell’infanzia: i mamma-papà, i nonsense, le canzoni, gatte e falene sui lampioni. I suoi fatti intimi diventano atti teatrali, offerti con dolore e generosità allo spettatore.
Un delirio, un lamento, un grido, come accade in uno dei tanti social network della nostra era, che nascondono e raccolgono problematiche e sofferenze. Egli attende la sua incognita, un amore virtuale che non sboccerà mai.
«Lo spettacolo – scrive Trezza in una nota – è drammaturgicamente costituito da un’alternanza. A momenti di perturbazione e movimentazione fisica, perennemente su musica come uno spartito musicale, si alternano gesti reiterati, come a riprendersi i ricordi dell’infanzia che svanisce. Ritrova, poi, un’armonia nel gesto, nella parola, nella parola detta a un pubblico che resta lì, in movimento anch’esso, e capire che la vita è fatta da questa successione: morti e rinascite, virtualità e presenza, lasciti e ritrovamenti».
Luca Trezza, giovane artista salernitano, porta in scena il delirio sentimentale dell’uomo contemporaneo, stregato dai nuovi linguaggi tecnologici del Terzo Millennio. Non è un monologo sulla società mediata e virtualmente socializzata, non è la solita satira dei costumi ai tempi di internet, ma lo strazio di un amore assaporato e mai sbocciato, di un giovane delirio urbano, sfiorito nel buio di una città che sfugge.