NAPOLI – Al Teatro Elicantropo andrà in scena da giovedì 9 a domenica 12 aprile “Letizia forever”, coprodotto da T22 e Teatrino Controverso col patrocino di “Equamente Bottega del Mondo”, un negozio di bomboniere, oggettistica e alimenti biologici provenienti dai Paesi in via di sviluppo.
La piéce vede il testo e la regia del drammaturgo, scrittore, regista e attore Rosario Palazzolo, luci curate da Toni Troia e la scenografia da Luca Mannino e Antonio Sunseri.
Lo spettacolo affronta il tema del femminicidio con ironia ed originalità nell’intento di risvegliare e sensibilizzare le coscienze nei riguardi di questo attualissimo dramma sociale. “Letizia forever” racconta la storia di una diciassettenne siciliana, sottoproletaria ed analfabeta, che con il suo ragazzo spera di salvarsi da una destino infelice ricorrendo alla classica fuiùta.
La coppia fugge a Milano dove lui troverà impiego come autista di autobus. Poi si sposeranno quando la giovane sarà già incinta. La donna abiterà con il marito in un casermone a Ortica ed avrà da lui due figli, ma la sua triste sorte continuerà ad incombere sino al finale rivelatore.
Il testo è costruito linguisticamente su di un monologo in cui le identità crollano, la realtà evapora e la violenza non ha più né carnefici né vittime.
La protagonista della vicenda è interpretata da Salvatore Nocera, attore, musicista folk e compositore, che indossa un abito stretto e corto, delle pantofole di gomma rosa esibendo i capelli raccolti in una crocchia ed una barba incolta. La voce è affidata invece a Giada Biondo, Floriana Cane, Chiara Italiano, Rosario Palazzolo, Chiara Pulizzotto, Giorgio Salamone. Sopra Letizia girano un orologio e un giornale macchiati di sangue.
«La protagonista – spiega il regista – è una donna sgrammaticata, esilarante, poetica, semplice, ma complicatissima, dal linguaggio dirompente, assolutamente personale, intriso di neologismi, solecismi e non sense semiotici che diventano caricaturali non appena prendono di mira l’instabile certezza dei luoghi comuni.
È una donna – continua – che racconta la propria esistenza fatta di soprusi, ignoranza e rocambolesche peregrinazioni emotive. “Letizia forever” però è anche la musica dei fabulosi anni ‘80 che entra in collisione con la storia, sollecitandola e sorprendendola».
Infatti la piéce è soprattutto il racconto di una distonia della personalità, di un accanimento sociale, di un rebus irrisolto e irrisolvibile. Lo spettacolo inoltre accende i riflettori anche sul sogno di una vita diversa e su come la fragilità e la vulnerabilità di questa donna non riesca a trovare altro che confusione e solitudine.
Tiziana Muselli