NAPOLI – Nella 35esima giornata di serie A il Genoa doma il Toro con 5 reti, la Juve si fa fermare dai sardi, il cui sogno salvezza è però compromesso dalla vittoria dell’Atalanta a Palermo. I rossoneri battono a San Siro la Roma, che resta comunque seconda, seguita dalla Lazio, sconfitta in casa dall’Inter. Un orgoglioso Parma pareggia con il Napoli, che non lo digerisce e degenera sfiorando la rissa. La Fiorentina vince al Castellani. Ottime prestazioni di Samp e Sassuolo. Termina pari il derby di Verona. Cesena già in B.
GENOA – TORINO 5-1 Il Genoa umilia il Toro, rimasto orfano di un infortunato Quagliarella nel secondo tempo, infliggendo cinque reti e piazzandosi dunque al settimo posto. La buona partita di Borriello e Niang è provata dal loro “zampino” nel primo gol rossoblu, messo a segno da Iago (18’). E dire che al 61’ il solito El Kaddouri aveva portato i granata in parità , ma sarà proprio lo stesso a deviare in barriera, favorendo la rete di T.Costa (69’) che , non ancora sazio, raddoppierà pure al 95’. In mezzo, il destro preciso come un orologio svizzero di Bertolacci (87’) e la rete di Pavoletti (92’) su velocissimo contropiede.
PARMA – NAPOLI 2-2 Insonne la notte dei partenopei , tra la scorsa domenica e il lunedì, mentre distesi nel letto supini, guardando il soffitto, si tormentavano: «Perché il Napoli ha pareggiato con il Parma?». E che dire poi della lite tra Higuain e Mirante a fine match? Ma partiamo proprio da quest’ultimo: il Napoli va in svantaggio sin dal 9’con Palladino, bravo a mettere paura ad Andujar, che infatti esce impacciatamente a vuoto; è’ in difficoltà Inler a centrocampo e i compagni non sono da meno, con la testa sempre troppo verso il Dnipro, anche se il pareggio riesce a giungere al 28’(Gabbiadini). Dunque tutto potrebbe ancora succedere, a favore del Napoli se le verticalizzazioni non fossero sempre così imprecise. Ma bastano cinque minuti perché i ducali si riportino in vantaggio con un destro su punizione di Jorquera – suo primo gol nel Parma – , anche se sporcato dalla barriera. Proprio non si capisce perché gli uomini di Benitez si ostentino a imitare il Barsa nel fraseggio, visto che poi non si rivela produttivo come quello degli spagnoli. Gli ingessi di Callejon e Higuain non servono a granchè e anzi l’argentino continua a sbagliare come in casa con il Dnipro. E alla fine è il buon Mertens a tirare i partenopei fuori dai guai (72’), che però sono pentiti e vorrebbero tentare il terzo gol siglato da Lopez, in campo al posto di Inler, ma la difesa gialloblu resiste fino alla fine. Un pareggio che deve bruciare tanto al nervoso Pepita, incosciente forse delle sue gaffe calcistiche nelle ultime gare, tanto che basta un buffetto del portiere Mirante – probabilmente dato per scherzo- e un’eccessiva permalosità di quest’ultimo per scatenare una volgare lite in campo. << Cosa vuoi? Siete già in serie B>> – queste sarebbero state le furiose parole di Higuain. Ma in realtà l’episodio avrebbe dimensioni maggiori, perché pare che anche altri giocatori azzurri , nonché dirigenti, avrebbero rivolto offese del genere ai colleghi del Parma, accusandoli di aver giocato con un’inadeguata cattiveria agonistica, invece di concedere qualcosa in più al Napoli, come solito fare le squadre che non hanno più nulla da perdere, né da guadagnare. Higuain nella tarda serata di domenica ha poi chiesto scusa a Donadoni e i suoi uomini. Ma certe brutte figure restano. E non si possono cancellare.
MILAN – ROMA 2-1 La Roma schiera il suo 4-3-3 e cade a San Siro, nonostante il maggiore possesso palla, bloccata dagli scatenati uomini di Inzaghi, che tornano a vincere dopo cinque partite e lasciano prendere una boccata d’ossigeno al contestato Mister. Eppure i giallorossi erano partiti decisamente meglio, come mostra il legno colpito da Manolas nel primo quarto d’ora. Ma in seguito cala il ritmo della Roma, come dichiarato dallo stesso Garcia a fine gara, così è de Santis a dover operare due miracoli su e Bonaventura e Honda. Quest’ultimo vero “man of the match” che non segna, ma fornisce due preziosi assist a Van Ginkel (40’) e Destro(59’); ironia della sorte , la seconde rete è dell’attaccante ventiquattrenne, in prestito proprio dalla Roma. Gli ospiti mostrano di reagire solo a metà del secondo tempo fino a che un fallo di De Jong su Iturbe, conduce al calcio di rigore messo a segno dal Pupone (73’), da appena pochi minuti in campo. Inutile però l’arrembaggio finale della lupa, che resta ferma a 64 punti, pur suscitando comunque non pochi timori in Inzaghi, che protesta e viene prontamente espulso al 93’.
LAZIO – INTER 1-2 I nerazzurri interrompono il volo dell’aquila, grazie soprattutto alla superiorità numerica, derivata dalle espulsioni dei biancocelesti Mauricio (24’), per spinta da rosso su Palacio e Marchetti , per fallo su Icardi (61’). Partita strana quella dell’Olimpico in cui Candreva sblocca già al 7’, in seguito la Lazio crea non pochi problemi agli avversari con le sue ripartenze fulminee. Handanovic però non è certo dormiente tra i pali ed evita il raddoppio di Parolo, allora l’ex Hernanes su punizione trova la rete del pareggio al 26’, provocando l’ira dei tifosi laziali per la sua inopportuna esaltazione con capriola . Il 4-2-2-1 dei padroni costringe gli ospiti a lanci in area lunghi, perciò difficili, mentre palleggiare a terra sarebbe la soluzione migliore. Al 63’ Berisha respinge un rigore a Icardi, per cui il match si infiamma e la Lazio vuole a tutti i costi approfittare del favore del Milan, per superare la Roma. Ma la doppietta del brasiliano non lo permette e all’84’ chiude definitivamente la storia.
JUVENTUS – CAGLIARI 1-1 I festeggiamenti per lo scudetto e la vittoria sul Real Madrid devono aver dato alla testa la Vecchia Signora, raggiunta in casa, a sorpresa -forse non troppo – dal Cagliari . Allegri alle prese con un ampio turn over , può godere del vantaggio solo a fine del primo tempo (44’) grazie a un imperdibile Pogbà, che il Club bianconero ha di recente rifiutato di cedere al Barcellona, nonostante l’allettante offerta di 80 milioni. Nella ripresa la Juve soffre la pressione dei sardi giungendo a compiere ben 15 falli contro i 7 degli avversari. Rossettini il giocatore più caparbio tra le file rossoblu, che non si arrende dopo aver colpito il palo e all’85’ la perseveranza premia. Sau vorrebbe raddoppiare al 91’, ma sbaglia proprio a due passi dalla porta . E il sogno salvezza per il Cagliari si compromette: la rivale Atalanta vince infatti, a Palermo.
PALERMO – ATALANTA 2-3 Al Barbera i bergamaschi espugnano i siciliani, pur restando in dieci dall’11’ del 2°t. Ma anche i rosaneri hanno dovuto giocare, se così si può dire, senza il gioiellino Dybala, costretto a stare in panchina. La partita sembrava già chiusa al 17’ grazie al diagonale rasoterra di Baselli (6’) e alla fortunata autorete di Andelkovic, che perciò sarà in seguito sostituito. La reazione dei padroni alla mezz’ora quando Biava salva su una pericolosa palla di Chochev, ancora al 4’ dalla ripresa, su Rigoni. Poi al 43’ un colpo di testa di Vazquez ad accorciare le distanze, solo per poco, perché dopo otto minuti Gomez non si lascerà sfuggire un perfetto assist di D’Alessandro. Non è finita: un Avramov non proprio concentrato atterra Vazquez in area e il rigore concesso da Calvarese potrebbe ancora illudere, ma è fallito da Belotti mentre il portiere nerazzurro è ormai espulso. Il Palermo allora assedia con unghie e denti e il pareggio sembrerebbe forse più equo, ma arriva solo il gol di Rigoni al 68’, colpevolmente lasciato solo dall’Atalanta, che resta addirittura in 9 per l’infortunio a Masiello. Anche se, ormai è fatta! E basta solo un punto da ottenere con il Genoa.
EMPOLI – FIORENTINA 2-3 Guadagnato successo quello di Mr Montella in casa dell’Empoli e il quinto posto è così assicurato, almeno per ora. Ilicic come non di rado tra in migliori in campo, sblocca da subito (4’) con un sinistro imparabile. I toscani si propongono poco dopo, ma la fretta è cattiva consigliera; infatti il pareggio a opera di Saponara giungerà solo al 28’. Poi le consuete grandi parate di Sepe impediscono ai viola di tornare in vantaggio, ma solo fino al 58’quando è ancora Ilicic a servire un assist favoloso in area per Salah , che mette in rete a seguito di un esilarante doppio dribbling. Non è finita la straordinaria partita del centrocampista sloveno che al 68’ realizza un perfetto diagonale. Maccarone fuori, dentro Mchedlidze : si rivelerà una mossa giusta, considerando lo splendido gol del venticinquenne georgiano ( 77’), ma fino al 90’ il risultato resterà invariato.
UDINESE – SAMPDORIA 1-4 Anche la Samp, come l’Atalanta, conquista una vittoria importante a Udine, ma utile a un obiettivo ben più ambizioso della semplice salvezza: l’Europa League. Prima del match però i fruliani avevano potuto festeggiare Di Natale e le sue 206 reti con altrettanti bambini in campo a rappresentarli: la parte sana del calcio, antidoto alla violenza. Che meraviglia! Centinaia i palloncini bianco e neri volati al cielo e infine la premiazione del campione con una targa consegnata dal patron Gianpaolo pozzo e il presidente Franco Soldati. Iniziata la gara però, l’assenza di Badu e Allan si sente, specie da parte di Soriano che ne approfitta con gusto al 26’. Strama opera qualche cambio, ma al 63’ la doppietta del centrocampista blucerchiato, getta in panico i padroni, tanto che rischia prima il 3-0 da parte di Djiordjevic, poi lo subisce da Acquah (80’). Poi un fallo di Viviano su Totò scaturisce il rigore messo a segno dallo stesso festeggiato della seconda domenica di maggio (87’), ma ormai è tardi e l’Udinese resta a bocca asciutta!
CHIEVO – VERONA 2-2 Si risolve con un punto a testa lo spumeggiante derby di Verona, deciso alla fine del primo tempo dai gol di : Paloschi (9’), molto abile a non lasciarsi sfuggire un amnesia di Rodriguez; J. Gomez (20’) che dallo stesso riceverà un vincente assist; Toni (26’) che firma il suo 148° in A; e Pellissier (40’) su rigore per un fallo sullo stesso da Rodriguez. Solo a pochi secondi però, il gigante di Pavullo nel Frignano avrebbe potuto riportare l’Hellas in vantaggio se non avesse beccato la traversa, ma nella ripresa anche Pellissier non starà certo a guardare. La partita prosegue all’insegna delle emozioni su entrambi i fronti, ma si riconferma il 2-2.
CESENA – SASSUOLO 2-3 Una straordinaria rimonta degli emiliani, salvi per il secondo anno consecutivo, decreta la retrocessione dei romagnoli. Sfortunati o colpevoli, i bianconeri erano andati in vantaggio prima con un assolo di Defrel al 15’ e un quarto d’ora dopo raddoppiato con un gol, partorito dalla perfetta collaborazione di un ottimo gioco di squadra, in cui l’ultimo tocco è dato da Brienza. A tre minuti dalla ripresa ritrova finalmente il gol Zaza, punta di diamante di questo campionato del Sassuolo; tre minuti dopo ci prova e riesce Taider . Allora gli uomini di Di Francesco accelerano a tutto gas e il siluro di Missiroli al 69’getta in fumo tutte le speranze del Cesena.
Nina Panariello