PARIGI (FRANCIA) – Mettere in scena una pièce teatrale tratta da un testo pirandelliano, realizzata e portata in scena da una compagnia di attori esordienti è già di per sé un’operazione particolarmente delicata.
S’immaginano, infatti, le numerose difficoltà legate all’alta elaborazione dei drammi pirandelliani, connotati dall’approfondimento psicologico e dalla caratterizzazione fortemente dettagliata dei personaggi, ma se a rappresentarla è un atelier di teatro universitario, composto da studenti perlopiù non italofoni, il lavoro sul testo e la mise en scène suggeriscono uno sforzo ed un lavoro in aggiunta che è impossibile non apprezzare. Tanto più se l’eredità del teatro italiano, nella fattispecie di uno dei drammaturghi e innovatori più rappresentativi del Novecento, viene ripreso e rielaborato in Oltralpe, a testimonianza dell’importanza culturale che egli ha rivestito a livello internazionale.
È quanto martedì 12 maggio ha proposto a conclusione del corso “La Mascareta” un’atelier di teatro universitario fondato nel 2006 dal Dipartimento di Studi Italiani dell’Università Sorbona di Parigi, le cui attività sono associate alle discipline insegnate nel Dipartimento, legate all’insegnamento della lingua italiana, alle arti dello spettacolo, e alla ricerca sulla drammaturgia franco-italiana.
L’atelier ha già portato in scena altri spettacoli, tratti da testi di Dario Fo, Franca Rame, Carlo Goldoni, Massimo Bontempelli ed Erri de Luca.
Gli studenti attori che provengono da differenti paesi stranieri sono accumunati dal desiderio di scoprire ed approfondire la pratica teatrale relativa alla lingua e alla cultura italiana. La sezione italofona, inoltre, comprende ogni anno studenti del Dipartimento di Studi Italiani, Storia, Filosofia, Lettere Moderne e Spagnolo dell’Università Roma 3 e de La Sapienza e alcuni studenti Erasmus.
La presenza di studenti italofoni gioca un ruolo importante nella dinamica dell’atelier. È proprio la sinergia tra studenti di differenti origini a decretare la buona riuscita del progetto artistico, che contribuisce a rafforzare gli studi degli allievi e ad orientarne il percorso professionale, ambendo inoltre ad essere un’esperienza formativa nell’ambito dell’integrazione interculturale e della crescita personale.
Il giorno 12 maggio “La Mascareta” ha portato in scena nel Grande Anfiteatro Universitario del Centro di Studi Malesherbes della Sorbona IV, “L’amica delle mogli”, una pièce in tre atti rappresentata per la prima volta al Teatro Argentina di Roma il 28 aprile 1926 dalla Compagnia Pirandello, con Marta Abba come protagonista.
Un rapido sguardo alla trama ne mette subito in luce gli elementi portanti dello stile pirandelliano: il determinismo sociale, la tensione tra l’essere e l’apparire, l’isolamento.
Marta è l’amica delle mogli, di carattere affabile e comprensivo, ma risoluta e volitiva, e per questo un modello da imitare per le altre donne. A causa del suo temperamento discreto, alieno da ogni forma di civetteria, ha sempre finito per allontanare, pur non volendolo, i numerosi pretendenti e per questo non si è mai sposata, preferendo aiutare e favorire i matrimoni delle amiche. Nonostante la sua indole riservata, Marta si ritroverà ben presto al centro di una ignominiosa vicenda, di cui è fautore Francesco Venzi, sposato con un’amica di Marta, nonostante sia segretamente innamorato di lei. L’esito drammatico a cui si perverrà, causato dalla “folle gelosia” di Venzi scioglierà l’intreccio e deciderà le sorti di Marta, confinata in un volontario isolamento.
Il testo, rappresentato in italiano, è stato tradotto e sottotitolato in lingua francese dagli stessi studenti della Sorbona IV, allievi del percorso di studi in “Traduzione e Arti dello Spettacolo”. La direzione linguistica e artistica è stata affidata alla professoressa del corso di “Lingue e Tecniche della Traduzione” Isabella Montersino.
Francesca Mancini