Non lontano dalle terre di Sessa Aurunca e di Roccamonfina, c’è un’antica fattoria trasformata dal 2009 in parte in villa padronale, antico feudo dei principi Caetani di Sermoneta fino al 1734 e poi dei loro cugini i conti Gaetani di Laurenzana, che ospitarono per la caccia il giovane re Carlo III Borbone.
La fattoria passò poi ai nobili Monaco e ai marchesi Landi, patrizi di Capua e di Caserta fino al 1860 e infine ai nobili Valerio di Caserta, originari di Calabria, nobili farmacisti in Sala di Caserta, possidenti in Briano, Puccianiello e Castel Morrone fino al 1975.
La dimora dell’antica fattoria aveva un grande camino di pietra, mobili di quercia sia in biblioteca che in cucina, una madia e annesso un frantoio. Al di sotto dell’edificio v’erano colossali cantine con botti in rovere su basi di tufo per il vino asprino casertano. Qui, ancora oggi, si coltivano erbe officinali per preparare infusi e rimedi medicamentosi.
Le piante curative care ai monaci francescani, benedettini e circestensi in Europa e in Italia sono tornati di moda negli ultimi anni per le cure alternative e per le diete del benessere e rimedi antidepressivi. Con metodi naturali dalle erbe, radici e foglie si estraggono rimedi portentosi.
Ad esempio in Messico da una modesta radice simile alla patata si estrae il cortisone. Nel 1952 in India fu scoperto un portentoso tranquillante estratto dalla pianta rauwolfia serpentina. Inoltre i fiori e le foglie di arancio hanno proprietà antinevralgiche, cardiotoniche e sedative. mentre l’aglio combatte i reumatismi e i problemi bronchiali, è diuretico e abbassa la pressione sanguigna.
Non tutti sanno che il bulbo del giglio è calmante, mentre il carciofo è prezioso per il fegato e la carota è ricostituente e fortifica gli occhi e contiene vitamina C. Le foglie di lampone giovano alla vista e combattono le infiammazioni. Il limone è noto astringente e diuretico, la cannella è digestiva, la carota nera, il mirtillo sia rosso che nero e il ribes nero sono antiossidanti e mantengono i tessuti giovani e così combattono la vecchiaia. Le foglie di menta sono un ottimo rimedio contro le emicranie, il fucus vesiculosus è dimagrante.
Le amiche piante sono una farmacopea naturale: da loro si ricavano infusi, decotti e tinture vegetali, sciroppi e vini medicamentosi, oli ed erbe officinali, tisane, unguenti pomate e dentifrici erboristici.
Attraverso l’uso di matracci, ampolle di vetro e di cristallo, mortai di legno e di porcellane, l’athanor – la fornace che anticamente funzionava alchemicamente mentre ora è a gas – storte e serpentine vitree, pentoloni di rame e di alluminio, la fitoterapia trionfa. E non solo nelle diete naturali: si potrebbe stilare un lungo elenco di piante e descriverne le loro diverse virtù, come l’abete, l’acanto, l’acacia, l’acetosa, l’achillea, l’aconito, l’agave, l’adonide, l’agrifoglio con i suoi saponi curativi, l’alloro portentoso in tante cure erboristiche, l’altea e il sublime aloe, l’amaranto, l’angelica e l’anice stellato … E ancora l’arnica, l’artemisia, l’asperula e l’asparago o il meraviglioso assenzio, ma anche il basilico, la barbabietola, la belladonna, il benzoino, il biancospino che rinforza il cuore oltre ada avere proprietà sedtive e antidiarroiche… Ognuna di esse diventa il principio di cure veramente efficaci.
Terminando questa panoramica sulle erbe officinali o medicinali della Campania, una tradizione che si conserva soprattutto nel casertano e nelle campagne vesuviane, rimando la descrizione di tanti tesori vegetali ad un prossimo articolo, dove citerò anche amanti erboristi che pregano e lavorano tra la natura trionfante in un bagno di luce solare.
Michele Di Iorio