Calcio: Roma ancora seconda, show di Mertens a Napoli, Atalanta salva

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Soccer: Serie A; Napoli-CesenaNAPOLI – La 36esima giornata di campionato assomiglia più alla notte del 6 gennaio in cui i Re Magi però sono più di tre: Vidic, Burdissio, Rossettini, Bassi, Volta, protagonisti di clamorosi errori che hanno regalato preziose palle gol ai rispettivi avversari. La Roma batte l’Udinese e si riconferma seconda, a +1 dalla Lazio, nonostante questa abbia sconfitto la Samp. Il Napoli e la Fiorentina tornano a vincere dopo gli incubi Dnipro e Siviglia. Genoa scivola al sesto nonostante il poker sull’Atalanta, che si salva perché il Palermo espugna il Cagliari. Il Milan perde a Reggio Emilia, l’Inter allo Juventus Stadium. Bene Verona e Torino.
NAPOLI – CESENA 3-2 E se nella brutta figura con il Dnipro, un appiglio per giustificarsi il Napoli proprio non lo trova, almeno cerca di tenere saldo il quarto posto in classifica e forse puntare ancora al terzo. In un San Paolo gremito di molte famiglie, in virtù degli appetitosi prezzi dei biglietti, corre ai ripari dopo soli quattro minuti l’incontenibile Mertens, mettendo in rete con un soffio, grazie a un inopportuno scivolone di Volta. Al 13’ un distratto Koulibaly aveva permesso a Defrel di mettere palla nell’angolino basso.Ma lo show in campo è tutta opera del belga. Passa infatti meno di un minuto dal suo sigillo che serve un preciso assist vincente  per Gabbiadini, formidabile nell’anticipare Kranjc . Al 47’Volta però, è intenzionato a farsi perdonare dai romagnoli e infatti dal suo cross da destra, accorcia le distanze Defrel. Il pareggio è intollerabile per gli azzurri, specie per Mertens, che con un tocco morbido firma il 3-2. Poi sono i due portieri Andujar e Agliardi a salvare di volta in volta le rispettive porte e il rigore al Cesena negato da Irrati per un presunto intervento irregolare di Gabbiadini, impedisce ai bianconeri di pareggiare. Risultanto che sarebbe stato tutt’altro che equo.
FIORENTINA – PARMA 3-0 La ferita Siviglia deve aver sanguinato proprio tanto per tramutarsi in energia pura all’Artemio Franchi, insaccando tre volte la porta del Parma, che seppur ampiamente retrocesso, nelle trascorse giornate di campionato ha comunque dato filo da torcere a squadre come Juve e Napoli. A decretare la vittoria viola i gol di testa di G. Rodriguez (13’) e Gilardino (30’) e quello su diagonale di Salah (56’). Palladino indisturbato da centro area (28’) l’unico brivido per gli uomini di Montella, che volano così al quinto posto, superando l’irriducibile Genoa.
ROMA – UDINESE 2-1 La vittoria casalinga lascia la Roma al secondo posto in un clima fiducioso che condurrà al decisivo derby con la Lazio, ma l’impresa non è stata per nulla facile, spinta da tanto nervosismo e poca qualità di gioco. Il primo gol sul fronte fruliano è anche il primo in serie A di Perica (19’).  «Non è successo niente, gliene facciamo 4», il tono smargiasso delle parole incitanti di Totti, tese a scuotere i compagni. E in effetti sarà lo stesso capitano a servire una palla particolarmente ghiotta per Nainggolan , messa in rete al 45.’ Sarà Torosipis poi a chiudere la storia, ma non senza rischiare altro, grazie alla colpevole disattenzione di Widmer e Heurtaux. Nel mezzo c’era stata la traversa di Guilherme e nei minuti finali il destro largo di Thereau, che gioca una buona partita, ma senza sigillare il gol.
SAMPDORIA – LAZIO 0-1 La Lazio torna a vincere, anche se di misura, in attesa del complicato derby con la Roma.E lo fa sorprendendo tutti, su un prezioso corner,  con lo stesso Gentiletti, che otto mesi fa proprio allo stesso Marassi, si era rotto i legamenti in un terribile infortunio al ginocchio (54’). Il match si era incendiato solo alla mezz’ora, quando entrambi le squadre avevano cominciato a creare importanti occasioni.Minor  voto in pagella per Obiang e Eto’o: il primo sbaglia a porta vuota su assist di De Silvestri da una posizione paradisiaca, il secondo dopo una corsa inarrestabile su contropiede è colto da cecità nel centrare il bersaglio laziale. Ottima partita invece quella di Lulic e Candreva, vicini al raddoppio, ma anche Rizzo, aldilà del risultato, protagonista di un apprezzabile intervento su Djordjevic, a un quarto dal fischio finale. Blucerchiati dunque a 54 punti, ancora in corsa per l’Europa.
SASSUOLO – MILAN 3-2 Un’afosa Reggio Emilia (30 gradi) si riconferma bestia nera del Milan, sebbene quello visto in questo campionato, si possa senza dubbio definire il peggiore degli ultimi 30 anni, ormai matematicamente fuori dall’E.L. Fiore all’occhiello dei verdeoro Berardi, protagonista di una spumeggiante inattesa tripletta, anche se quello servito in campo, non sembrerebbe proprio champagne . Il primo gol (14’) è infatti piuttosto fantasma, in quanto la palla non è apparsa in rete e il secondo (31’), esterno sinistro lievemente fuorigioco. Due minuti dopo la risposta individuale di Bonaventura e il pareggio a opera di Alex, al 51’di testa in anticipo su Consigli illudono i “poveri” diavoli, anche perché Inzaghi propone un nuovo 4-2-3-1, ma Bonaventura si conferma gioie e dolori della squadra : al 57’compie fallo di mano e viene espulso per doppio giallo. Dove sta Zazà, direbbero a Napoli? E’ sempre al posto giusto nel momento giusto, come quando serve il terzo gol di Berardi al 78’.La superiorità numerica agevola gli emiliani, abili ad inserirsi e a riportarsi in vantaggio, suscitando il nervosismo dell’ annebbiato Milan . L’espulsione di Suso al 94’è dunque solo l’epilogo di una domenica terribile per i rossoneri, dal gusto frizzante per i verdeoro, che mostrano grinta e bel gioco, nonostante la già ottenuta salvezza.
INTER – JUVENTUS 1-2 Il derby d’Italia n°164 non favorisce i nerazzurri, che pagano i due pesanti errori di Vidic e Handanovic, pur ottenendo il maggiore possesso palla (66%) rispetto agli avversari (34%). «Ci manca la cattiveria agonistica che deve avere una grande quando affronta un’altra grande», queste le parole di Mancini a fine gara, che testimoniano come nel complesso, i suoi uomini non lo abbiano poi così deluso. D’altronde i padroni avevano dominato nel primo.tempo con Icardi in gol toccando di pancia una magica palla di Brozovic (9’). E’ancora di quest’ultimo la magnifica rete ingiustamente annullata per dubbio fuorigioco al 39’. Matri capisce che la sua squadra è in pericolo e si fionda su una buona palla, ma fermato in corsa dalla scivolata di un ingenuo Vidic sarà il rigore di Marchisio a regalare il pareggio bianconero (42’). Nella ripresa la difesa a tre degli ospiti potrebbe essere un’occasione per l’Inter, che però è frastornata adesso, tanto che Icardi sbaglia un colpo di testa al centro dell’area e subito dopo un Morata al top della forma, segna grazie all’immobilità del portiere nerazzurro, come se questi non si fosse accorto di nulla(83’). La partita finisce e il 70esimo compleanno dell’ex presidente Morata è rovinato, mentre Allegri sembra esserlo anche di fatto, visto che riesce a vincere nonostante l’assenza di ben sette titolari.
ATALANTA – GENOA 1-4 Una sconfitta quella dei nerazzurri a Bergamo che non brucia più di tanto, in quanto lo stesso fanno i sardi contro il Palermo e la serie A è comunque a portata di mano, anzi di piedi. Al 18’ aveva sbloccato su rigore Pinilla, ringraziando per il gentile omaggio di Burdissio, ma alla mezz’ora Pavoletti di testa a chiarire i bergamaschi forse hanno sbagliato festa, anche se ci proveranno per ben due volte in modo piuttosto pericoloso. Poi lo spettacolare tunnel di Bertolacci (57’) e la doppietta (61’; 73’) di Iago Falque, insostituibile cannoniere, protagonista di due splendidi sinistri a giro. Pertanto sembrerebbe palese a tutti i buon intenditori del calcio, che il Genoa si affermi la squadra più in forma tra le candidate all’E.L.
TORINO – CHIEVO 2-0 Forse i gialloblu non si aspettavano molto dal match all’Olimpico, dati gli obiettivi di stagione ormai raggiunti, mentre era di sicuro prevedibile l’atteggiamento del Toro, imperterrito nel voler provare il brivido europeo. La prima grande occasione gol è di Martinez , ma viene respinta da Gamberini, che ha un braccio in posizione dubbia, tanto che i granata protestano, ma l’arbitro lascia correre. Nessun problema : ci penserà Maxi Lopez, prima di testa su calcio d’angolo al 51’, poi al 69’su una volata che lascia di stucco, forse non troppo, Bardi. Nei restanti minuti l’argentino sfiora due volte la tripletta e anche il compagno Gaston Silva dà buona prova di sé. Tutto sotto gli occhi di un inerme Chievo.
VERONA – EMPOLI 2-1Al Bentegodi i tenaci scaligeri si rendono protagonisti di una orgogliosa rimonta dopo il gol subito al 6’ da Saponara, grazie al consueto ottimo palleggio dei toscani. La compattezza unita a leggerezza dei padroni si rivela l’arma migliore, tanto che il meritato pareggio giunge a tradimento, solo al 24’con Moras , di testa sul secondo palo, su punizione partita da Obbadi. Toni non segna, ma è sempre giocatore fondamentale, come mostrano i suoi continui interventi su svariate palle. E’la sagra degli errori: come Burdissio a Bergamo e Rossettini a Cagliari, anche Bassi pasticcia un innocua palla, trasformandola in un goloso pandoro, servito ricoperto di zucchero a velo, per un affamato Sala al 67’. Delusione per la squadra di Sarri, che non riesce a portare a casa neanche un punto, quando avrebbe potuto fare di più, ma 41 punti sudati hanno comunque garantito già la salvezza.
CAGLIARI – PALERMO 0-1 I sardi perdono in casa e rimettono piede in B con due giornate d’anticipo, dopo 11 anni, per lo scontento dei tifosi manifestato con fischi e cori irridenti verso i giocatori e il presidente Giulini. La partita è risolta nei primi nove minuti da Vazquez, che però non si attesta un eroe, visto che a premiare i siciliani è un ingenuità di Rossettini, proprio colui che aveva pareggiato con la Juve una settimana fa. Sorrentino è impeccabile tra i pali nel dire no a Cop; poi stanchezza e imprecisione dominano sui volenterosi rossoblu; anche la sfortuna recita la sua parte con il palo colpito da Ekdal. I rosanero rischiano nel finale, ma il risultato non cambia per la gioia dell’Atalanta che evita eventuali play-out.
 

                                                                                                                                                   Nina Panariello

(Foto: Ansa)