NAPOLI – La città ed il Calcio: un amarcord su una grande passione che ha coinvolto negli anni migliaia di tifosi. Un excursus di episodi ed aneddoti colorano la lettura del libro di Ugo Gatto “Centomila cuori” che verrà presentato sabato 6 giugno alle 18.30 alla Libreria IOCISTO in via Cimarosa, 20 al Vomero (piazza Fuga).
Oltre all’autore interverranno al dibattito l’ex allenatore e calciatore del Napoli Luis Vinicio, l’attore Nello Mascia che leggerà alcuni brani del volume, il giornalista Pasquale Esposito, l’attrice Maria Basile Scarpetta, l’ex azzurro Sandro Abbondanza ed altri personaggi del mondo dello spettacolo.
Lo Speaker ha incontrato Ugo Gatto che ha parlato del suo libro.
Come è nato questo libro?
Ho scritto questo libro per accontentare un bambino. Passeggiavo per i Decumani quando all’altezza della bellissima piazza San Domenico ho sentito nell’aria le note di una canzone provenienti da un vecchio pianino, uno degli ultimi che circolano per i vicoli di Napoli. Era Centomila cuori, l’inno del Napoli degli anni ’60 che avevo sentito allo Stadio quando papà mi ci portò per la prima volta. Mi sono avvicinato al pianino per ascoltarla meglio e in quei tre emozionanti minuti ho rivisto il film della mia infanzia all’insegna di un pallone.
Da allora ho cominciato a sentire una “vocina di dentro” che mi chiedeva con garbata insistenza di raccontare a un po’ di gente quella passione per il calcio nata in me oltre mezzo secolo fa; E così ho deciso di accontentare quel bambino scrivendo sotto sua dettatura questo libro in cui non si parla di calcio giocato, nè di schemi e né di tattiche ma della folle passione per una squadra di calcio: il Napoli, che accomuna oltre sei milioni di tifosi in tutto il mondo.
Una sorta di retrospettiva su come veniva vissuto il calcio dai napoletani, anche e soprattutto fuori dello stadio?
Naturalmente tutti i sentimenti molto forti hanno diversi effetti collaterali… in primis, la sofferenza… sia per il tifoso e sia per chi del pallone non gliene frega proprio niente. E già…perché sono soprattutto questi ultimi a soffrire di più giacché costretti a sopportare, a volte anche per tutta la vita, un marito, un fratello, un padre o un figlio tifoso. In Centomila cuori ci sta innanzitutto il mio caro papà che mi ha trasmesso il virus del tifo e poi ci sono i miei amici dell’epoca cui ho dedicato alcuni capitoli… C’è l’uomo radio che viveva in simbiosi con “Tutto il calcio minuto per minuto”, ansimando durante la telecronaca della partita come se stesse giocando lui, e che quando vinceva il suo Napoli fischiettava gioiosamente per la casa… proprio come l’uccellino della radio, un congegno meccanico mandato in onda negli intervalli di trasmissione.
Quindi anche la descrizione di personaggi che orbitavano nella sua vita di ragazzino risucchiato nel mitico mondo del tifo calcistico?
C’è lo scaramantico patologico nonché inventore del biglietto gratis per lo stadio salvo buon fine. Ci sta il mio infermiere che con la scusa delle iniezioni veniva a impartirmi lezioni di calcio a domicilio… il mitico Don Vincenzo che per anni ha trafitto le mie infantili natiche con siringhe vitaminiche che a detta di uno scriteriato pediatra dell’epoca mi avrebbero aiutato a crescere… (ho raggiunto a malapena i 164 cm di altezza…figuriamoci se non le avessi fatte).
C’è zio Raffaele, Direttore delle Imposte di Consumo, che per amore del Napoli fu prima arrestato e poi rilasciato pietosamente per sospetta infermità mentale La sua realtà interna era diversa da quella esterna, unica e immutabile, regolata dalle convenzioni sociali. In tal caso il direttore aveva sconvolto la realtà che lo circondava e, conseguentemente, era stato giudicato pazzo come il più classico dei personaggi Pirandelliani.
Insomma, ci sono questi e altri personaggi che ho cercato, in qualche modo, di far rivivere poiché molti di loro sono andati già via, anche se continuano a vivere nei miei ricordi. Spero tanto che da lassù abbiano gradito… così come spero gradiscano le persone di quaggiù, quelli che leggeranno questo libro. Per me sarebbe davvero una grande gioia se riuscissi a regalare loro anche una piccola emozione.
Antonio Vitale