Il fascino dell’antica Napoli, i suoi misteri, la magia di cui palpita il cuore della città sono ancora vivi e l’eco del loro respiro risuona nei vicoli, sui tetti del centro storico, nelle piazze dove si tengono i mercati. E fantasia, speranza e immaginazione si fondono dando vita a leggende e credenze popolari.
Una di queste, molto cara ai napoletani, è il mito della Bella ‘Mbriana, spirito femminile benevolo della casa che assicura benessere e protezione a chi la abita. Il suo aspetto non si conosce con certezza, perché le sue apparizioni sono fugaci: in una tenda appena mossa dal vento, nel riflesso di una finestra o in un angolo della casa. La leggenda narra che se è vista da un occhio umano si trasformerebbe in geco o farfalla. Sono infatti considerati portafortuna dai partenopei e non vengono mai molestati.
La tradizione vuole che questa entità sia giovane e molto bella, dal viso dolce e gentile. La derivazione etimologica del suo nome proverebbe da “meridiana”, orologio che nell’antichità rilevava la misurazione del tempo in base alla posizione del sole o in particolare il passaggio del sole a mezzogiorno. Lo spirito apparirebbe quindi nell’ora più luminosa del giorno.
La Bella ‘Mbriana regna, controlla e consiglia gli abitanti della casa. Infatti quando ci si trova in una situazione economica difficile o nella compromissione della serenità familiare si invoca il suo aiuto esclamando «Scetate, Bella ‘Mbriana!» (Svegliati, Bella ‘Mbriana!)
Lo spirito ama le case pulite ed ordinate, in caso contrario si scatenerebbero le sue ire. Anche la ristrutturazione di un appartamento, un trasloco, potrebbero offenderla e farla arrabbiare provocando la morte di un abitante della casa. Un proverbio, a questo proposito, recita: «Casa accunciata, morte apparecchiata» (Casa ristrutturata, morte preparata).
In passato si usava aggiungere un posto a tavola per la Bella ‘Mbriana. Ancora oggi i napoletani più anziani salutano lo spirito in segno di ossequio quando entrano o escono dalla casa dicendo «Buonasera Bella ‘Mbriana!» L’affetto e il rispetto per questa eterea figura è così forte nel popolo partenopeo che il cognome Imbriani derivante appunto da ‘Mbriana, è molto diffuso nella città.
L’origine della leggenda potrebbe derivare dalla religione dell’antica Roma in cui si credeva nell’esistenza del Genio tutelare della casa e all’imbrunire si accendevano le lampade in segno di saluto.
Il mito della Bella ‘Mbriana forse trae origine da una storia di cui non si conosce l’attendibilità. Si narra infatti che una bella principessa napoletana divenne folle perché perse il suo grande amore. Vagava come un’ombra per la città alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Le persone, impietosite, l’accoglievano nella loro casa. Il re, suo padre, per proteggerla decise quindi di ricompensare anonimamente coloro che le offrivano ospitalità. L’infelice principessa sarebbe divenuta per i partenopei la Bella ‘Mbriana.
L’eterea figura femminile ha ispirato la letteratura e la musica. Tra i letterati Giambattista Basile, Giuseppe Pitrè in “Curiosità popolari tradizionali”, Carlo Tito Dalbono, Matilde Serao. Il cantautore Pino Daniele le dedicò un album, Bella ‘Mbriana.
Tiziana Muselli