MILANO – Al Padiglione Zero dell’Expo Milano 2015 venerdì 26 giugno verrà ospitato l’evento archeo-enogastronomico “A tavola con gli Antichi Romani – mens sana in corpore sano”. Sarà allestita una tavola con i cibi di una tipica cena dell’antica Pompei.
La degustazione, che ha già ricevuto più di cinquemila adesioni, è curata da Gian Marco Carli, giovane archeo-chef del ristorante “Il Principe” di Pompei. L’evento si svolge nell’ambito del convegno “Le origini della dieta Mediterranea” con la partecipazione di Rita Mulas, ricercatrice e promotrice di progetti relativi alla politica agronoma ecosostenibile.
Lo chef Carli è risalito alle origini della cucina mediterranea rintracciandole nei testi dell’antica Roma: dalle ricette di Catone il Censore nel suo trattato “De agri coltura” a quelle di Varrone nei “Rerum rusticarum libri tres’’ a Columella con il “De re rustica”. Ancora dal “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio al “De re coquinaria’’ del famoso gastronomo Apicio.
Gli affreschi e mosaici di Pompei spesso raffigurano le tradizioni culinarie. La Campania, in particolare, offriva anche a quei tempi una grande varietà di prodotti: erbe aromatiche quali l’alloro, il rosmarino, la menta, la salvia, il timo, i legumi e le verdure, come gli zucchini cucinati “alla scapece” – ovvero ex Apicius – descritti da Apicio, marinati in aceto e spezie, i formaggi ovini e caprini e frutta fresca e secca.
Tra gli altri prodotti l’olio d’oliva, il migliore perché privo di acidità, i cereali tra cui farro, grano per realizzare il pane e la pasta. Infatti sappiamo dai loro scritti che Cicerone ed Orazio erano ghiotti di lagane, le antenate delle attuali lasagne.
Le salse più usate erano il garum ottenuto con la macerazione del pesce – per lo più alici – o delle sue interiora o il liquamen, una versione maggiormente liquida.
Un condimento molto frequente era il mel, il miele che donava un peculiare sapore agro-dolce alle pietanze. Il vino invece era diluito con acqua e speziato (vino conditum); quelli asprini venivano addolciti col miele.
Gli antichi romani usavano mangiare stendendosi sui triclinii, una sorta di divani senaza braccioli, il gomito sorretto da cuscini e davano inizio al convivium, momento in cui ci si riuniva con familiari o amici al termine di una giornata di lavoro. Durante i banchetti gli ospiti venivano intrattenuti con musiche, danze, esibizioni di giocolieri ed acrobati, declamazioni di componimenti poetici.
Il menù dell’EXPO quindi richiamerà quello del convivium: sarà aperto da antipasti (gustatio) come uova, formaggio e pane cui faranno seguito la caput coena a base di carni e pesce ed infine i dessert (mensa secunda) a base di frutta e dolci tra cui datteri fritti e la cassata Oplontis. Questo dolce, antenato della cassata siciliana, veniva realizzato con ricotta di capra, miele e frutta secca ed è immortalato in un affresco della Villa di Poppea ad Oplontis.
L’aperitivo sarà accompagnato dal mulsum, una miscela di vino e miele, la caput coena dal vino conditum, mentre il vino passum, ottenuto dalla surmaturazione o dal leggero appassimento delle uve, accompagnerà i dolci. Una selezione di vini degna di un grande cellarius, l’attuale sommelier che soprintende alle bevande che accompagnano i pasti.
Tiziana Muselli