TEMUCO (CILE) – Dopo una partita a tratti dominata, con tante occasione sprecate e tante altre neutralizzate da un Ospina in serata di grazia, l’Argentina di Messi passa ai calci di rigore, dopo lo 0-0 nei 90′ regolamentari.
Non era la partita che ci si aspettava visto il potenziale offensivo delle due selezioni: da un lato Messi, Tevez, Di Maria, Aguero, dall’altro James Rodriguez, Cuadrado, Martinez, Falcao (che partiva però dalla panchina).
Il modulo scelto da Pekerman, ct dei Cafeteros, è un 3-5-2 con Zuniga e Quadrado larghi che si alternano nell’avanzare e nel coprire, Ibarbo e James sulla trequarti e Jackson Martinez supportato da Teo Gutierrez.
Un atteggiamento tattico che ha però una falla nella catena di destra. Lì Angel Di Maria crea scompiglio arrivando sposso sul fondo per crossare. Ed è da lì che nascono le maggiori occasioni per l’Argentina, soprattutto nella prima frazione: Rojo di testa, Aguero e Messi, chiuso quest’ultimo da una doppia parata ravvicinata di Ospina.
Il problema dell’Albiceleste sembra essere ancora quello di finalizzare, così nella seconda frazione Martino inserisce Tevez per Aguero e Pekerman sostituisce uno spento Martinez con Radamel Falcao.
Ma il jolly vero è Ever Banega che, appena entrato colpisce la traversa e dà brio a una squadra con poche idee: all’80’ Otamendi colpisce il palo, mentre sul finire dei regolamentari c’è un incredibile salvataggio di Murillo su un pallone indirizzato nella porta sguarnita da Carlos Tevez. Ed è proprio l’attaccante ormai ex bianconero, a decidere la partita quando l’arbitro decreta che il quarto di finale si deciderà ai rigori: una serie interminabile risolta dall’errore di Murillo che offre all’Apache il rigore n.14, quello decisivo.
In semifinale l’Argentina attenda ora la vincente di Brasile-Paraguay che si giocherà nella notte del 28 giugno all’1.30.
Gianlorenzo Attanasio