Sono trascorsi i primi due mesi dell’Expo 2015 di Milano, tra le diverse polemiche che hanno accompagnato questa manifestazione sin dagli esordi, a causa dei procedimenti giudiziari riguardo i casi di corruzione che si sono verificati negli appalti per la costruzione dei padiglioni.
Nonostante tutto l’Expo è partita e ha già accolto un nutrito numero di visitatori provenienti da tutta l’Italia e dal resto del mondo.
Per molti detrattori è soprattutto una enorme e dispendiosa operazione pubblicitaria, mentre per la maggior parte della gente è un prezioso punto d’incontro di diverse culture riunite tutte sotto lo “stesso tetto”, che si mostrano agli occhi dei visitatori in una corale collaborazione accomunate dallo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Infatti è proprio l’alimentazione il tema principale dell’Expo 2015: spazia dall’educazione alimentare alla grave carestia di cibo che affligge molte zone del mondo e affronta tutte le tematiche legate agli OGM.
L’Expo si svolge sotto la supervisione dell’“Ufficio Internazionale delle Esposizioni” (Bureau international des expositions-BIE), organizzazione intragovernativa con sede a Parigi e che da sempre si occupa di assegnare e promuovere le diverse Esposizioni Universali che periodicamente si svolgono nelle capitali del mondo.
L’Expo affonda le sue origini in lunga tradizione cominciata nella seconda metà dell’Ottocento, precisamente con la prima Grande Esposizione Universale di Londra del 1851, in cui per l’occasione venne appositamente costruito il Crystal Palace, la prima grande costruzione di ferro e vetro progettata dall’architetto britannico Joseph Paxton (1803-1865). Eretta in soli nove mesi, l’avveniristica costruzione rappresentava in pieno il tema di quella esposizione, che era “L’industria di tutti i paesi del mondo”.
Nel 1853 fu la volta della Grande Esposizione Universale di New York in cui venne presentato il primo modello di ascensore “paracadute”, ovvero dotato di un dispositivo di sicurezza in grado di bloccare la caduta della cabina, opera dell’ingegnere americano Elisha Otis.
Nella Grande Esposizione di Parigi del 1855 vennero presentate le prime macchine da cucire automatiche Singer, mentre in quella del 1876 di Philadelphia furono esposti i prototipi del telefono di Alexander Graham Bell, del telegrafo di Thomas Alva Edison, della macchina da scrivere di Eliphalet Remington.
La Grande Esposizione Universale di Parigi del 1889 fu caratterizzata dalla costruzione della Torre Eiffel che aveva la funzione di ingresso principale dell’area espositiva. Con questa struttura si intendeva inoltre celebrare il centenario della Rivoluzione francese attraverso il trionfo dell’architettura moderna. In quella occasione venne presentata anche la prima macchina alimentata a gasolio.
Nel nuovo secolo la prima Grande Esposizione Universale degna di nota fu quella del 1939 a New York in cui venne presentata la nuova sorprendente invenzione della televisione.
L’Expo del 1962 di Seattle ebbe come tema “L’uomo nell’era dello spazio” organizzata dopo i recenti successi della conquista dello spazio da parte dell’Unione Sovietica con il lancio del razzo Sputnik.
Nel 1985 fu la volta dell’Expo di Tsukuba (in Giappone) il cui tema fu “Scienza e tecnologia per l’uomo e per la casa”. Si celebrò il trionfo della tecnologia della robotica nella vita quotidiana.
Le attuali Expo sono ben lontane dai fasti delle precedenti, occasioni per presentare le ultime meraviglie del mondo ad opera dell’uomo, dove gli occhi dei visitatori si spalancavano increduli di fronte alle più importanti invenzioni della storia.
L’Expo Milano 2015 è dedicata invece al tema dell’alimentazione mondiale dal punto di vista sociale, del consumo ecosostenibile e della fame nel mondo. Anche se la sontuosa schiera di padiglioni che ospitano le culture alimentari dei vari Paesi del mondo, con gli incuriositi visitatori che degustano prodotti alimentari nostrani o curiosità culinarie di luoghi remoti, così com’è stata architettata somiglia più ad una grande sproporzionata fiera di paese dagli alti costi e accessibile a pochi eletti. Non più dunque dedicata alle grandi innovazioni che in passato hanno reso celebre questo tipo di manifestazione.
Magari aspetteremo le future Grandi Esposizioni Universali per vedere magari il primo modello di auto ecologica a motore a idrogeno o a motore ad “aria”, pronte per essere prodotte su larga scala, o le nuove frontiere dell’energia ottenuta da fonti rinnovabili, oppure la presentazione di una qualche cura per una malattia rara.
Sembrerebbe proprio che dopo le presentazioni delle grandi invenzioni del passato l’opera dell’uomo abbia subito una qualche battuta d’arresto, incapace di riuscire a fare ulteriori passi verso il “vero” progresso.
Francesco Bartiromo