NAPOLI – Al PAN Palazzo delle Arti dal 3 luglio all’1 agosto ospita l’esposizione ad ingresso gratuito “Mario Monicelli e Rap: 100 anni di cinema”, uno straordinario omaggio al regista, sceneggiatore e scrittore italiano, in occasione del centenario dalla sua nascita.
Tra i maggiori meriti del regista di Viareggio (o di Roma, rimane ancora un mistero) il suo cinema offrì un contributo fondamentale all’elaborazione e allo sviluppo della commedia all’italiana, declinazione postuma del cinema neorealista, che ebbe il merito di trasporre tematiche anche molto serie in una dimensione più leggera ed ironica, fortemente appetibile per un pubblico più vasto.
Al primo piano del museo, una serie di circa 80 fotografie tratte dall’archivio personale del regista racconta il cinema di Monicelli percorrendo un iter cronologico che segue le fasi della lavorazione dei suoi film principali.
Si tratta di scatti degli anni ‘50-‘80 rubati a grandi fotografi di scena che testimoniano alcuni importanti passaggi della realizzazione dei suoi soggetti filmici, o che ritraggono un Monicelli inconsapevole intento a dirigere attori del calibro di Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Barbara Steele, Vittorio Gassman, Anna Magnani e molti altri.
Uno magnifico scatto in B/N lo ritrae in compagnia di Chiara Rapaccini, sua ultima compagna, di circa trent’anni più giovane. Deriva da lei la volontà di rappresentare i momenti cinematografici e privati vissuti insieme al regista, in una esposizione pittorica che trova spazio proprio al Pan, in occasione dellasuddetta mostra fotografica.
Le godibili fotografie in bianco e nero che è possibile osservare per intero, costituiscono la base del suo lavoro pittorico, giocato sulle pennellate degli acrilici su carta. Gli scatti sono ritagliati e giustapposti ai disegni in un insolito collage, sul quale è quasi onnipresente la figura stilizzata di una bambina, che rappresenta sé stessa. Brevi e divertenti didascalie cooperano alla resa complessiva delle opere e offrono un’utile chiave di lettura alla comprensione sia dei luoghi e dei momenti in cui furono scattate, che dei pensieri della giovanissima compagna del regista, che, già a 19 anni, ebbe la fortuna di poter osservare il set da una posizione privilegiata.
«Quella bambina sono io che giovanissima non mi capacitavo di vivere in mezzo ai maestri del cinema e ignoravo che un giorno se ne sarebbero andati, tutti insieme. Un po’ li temevo, con attenzione li osservavo, certamente li amavo» racconta la stessa artista a Francesca di Transo, curatrice della mostra.
Fa da pendant all’esposizione, la rassegna cinematografica a cura di Giuseppe Colella che si è conclusa giovedì 9 luglio con la proiezione de L’armata Brancaleone, che consacrò la versatilità e la comicità irresistibile di Vittorio Gassman.
L’iniziativa, organizzata dall’associazione culturale Hde è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, con il Patrocinio del Sindaco. Ha il sostegno dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione ed è realizzata in collaborazione con la Film Commission della Regione Campania, la Fondazione Premio Napoli e il Napoli Film Festival.
Francesca Mancini