Il giorno 26 luglio si celebra la festa di Sant’Anna, madre della Madonna, molto sentita in molti luoghi della Campania, come Lettere, il Quartiere Barra, Scario e le isole di Procida e Ischia, con il tradizionale corteo di barche di pescatori illuminate da lampare che arriva fin sotto il Castello Aragonese che viene “incendiato” simulando un tristemente famoso attacco delle orde saracene.
La festa di Sant’Anna a Napoli ha radici antiche: si celebrava sin dal 1300 nella chiesa a lei dedicata di via Costantinopoli, non lontana da piazza Carlo III e vicino Porta Sciuscella o Port’Alba, e il largo dell’attuale piazza Dante.
La chiesa napoletana di Sant’Anna era famosa sotto il regno aragonese per la tradizione risalente al 1442 del cosiddetto “bacio del piede”, una reliquia della santa conservata nell’edificio sacro donata dai principi di Montemiletto. Le gestanti e le coppie anziane ancor desiderose vi si recavano infatti a baciare il piede di Sant’Anna.
La chiesa in seguito divenne sede dell’Acquedotto di Napoli e poi nel 1779 del Real Liceo di Pittura e Belle Arti.
Nel 1664 la reliquia era passata sotto il patronato dei Capece Galeotta detti duchi della “Regina”. Attualmente è conservata nella cappella Tocco situata nel Duomo di Napoli.
La reliquia fu venerata dalle regine di Napoli, tra cui la consorte di Carlo III, maria amalia di sassonia nel 1750 e Maria Cristina di Savoia moglie di Ferdinando II di Borbone durante la gravidanza che diede alla luce Francesco II.
Dalla chiesa di Sant’Anna di Santa Maria a Costantinopoli partiva la grandiosa festa celebrativa con la processione della statua: passando per il Museo archeologico di via dell’Infrascata, oggi via Salvator Rosa, lungo via dei Camaldoli arrivava fino all’ubertosa e campestre zona della collina del Vomero.
Il corteo religioso rientrava nel pomeriggio, ma la festa continuava a Capodimonte con cantastorie, bancarelle di venditori ambulanti e imponenti fuochi d’artificio e scampanio cui rispondevano quelli di tutte le chiese di Napoli. Anche le sirene delle navi in rada si univano al coro festoso, quasi a voler sottolineare che in tutta la Campania la celebrazione di Sant’Anna è legata strettamente al mare..
Va ricordato che le campane nuove della chiesa di Sant’Anna a Costantinopoli vennero benedette il 26 luglio 1802 alla presenza di Ferdinando IV e Maria Carolina di Borbone, dei principi reali, della real corte e Stato Maggiore dell’Esercito e della Marina, dal vescovo Giuseppe de Iorio di Samaria, nato nel 1731 a Procida dall’avvocato Giovan Battista , teologo, fratello di Michele, giudice regio, letterato e giurista, marchese di torremurata in procida e di Francesco barone di San Barbato.
La chiesa di Sant’Anna di Santa Maria a Costantinopoli fu colpita dai bombardamenti nel 1943 e così si perse la grandiosa celebrazione napoletana della santa.
Questa bella tradizione continua ancora a Ischia e Barra, sospesa solo dal 1941 al 1948, A Ischia è patrocinata dal Ministero della Marina Mercantile e del Ministero del Turismo. Nel 1952 partì anche la sagra in mare di Procida.
Dal 1949 in occasione della festa di Sant’Anna a Napoli e a Procida si commemorano anche i caduti in mare.
Michele Di Iorio