POSITANO (SALERNO) – Un angolo di paradiso della costiera amalfitana, dedicata al mito di Poseidone, il dio romano Nettuno, nume del mare. Ancora oggi vi sono i ruderi del tempio fenicio.
Positano è una cittadina legata al culto della Madonna bizantina Maria di Costantinopoli, la cui icona nell’XII secolo per sfuggire alla persecuzione iconoclasta contro le effigi religiose cristiane ordinata a Costantinopoli dall’imperatore Leone l’Isaurico venne portata in salvo da devoti cristiani fino a località Ginostra.
Il simulacro della Madonna fu portato in processione verso l’antica chiesa del patrono San Vito Martire. In quel mentre dal cielo arrivò una voce divina che disse: «Posa qui, posa qui».
La leggenda continua raccontando che predoni saraceni rubarono la statua della madonna di Positano nel 900 d.C., ma poi naufragarono sulle coste della Corsica. I sopravvissuti impauriti tornarono a restituire la statua ai positanesi. Quindi si rifugiarono a Cuma.
Secondo la realtà storica dice che non fu la Corsica a vedere il naufragio dei saraceni ma gli isolotti di Sirenuse, o Poggio Li Galli, ad ovest di Positano, cosi chiamate perché credute fin dai tempi di Omero luogo di sirene, come riprese il romano Virgilio.
Questi isolotti ospitarono il doge spodestato della Repubblica marinara di Amalfi s Mansone III. Nel 1131 furono conquistati da Ruggiero il Normanno, che li mise sotto la protrezione di Pasquale Celentano, un nobile locale che a sue spese vi costruì una torre. Ne divenne dunque il castellano e presidiò i luoghi dalle razzie dei saraceni con truppe composte da banditi e forzati a cui diede la libertà pendendoli al suo servigio. Le tre isolette appartennero marchesato di Positano e poi Demanio Regio dal 1806. Inuna di loro sorge una villa appartenuta a Eduardo De Filippo.
La festa della Madonna di Positano si celebra nel giorno dell’Assunta, il 15 agosto, dal 1782, quando il monsignor Puoti, arcivescovo di Amalfi ottenne dalla Santa Sede la concessione della corona d’Oro per la statua della Vergine miracolosa, che fu realizzata a spese dei positanesi.
Il primo miracolo di cui si racconta avvenne nel 1784: le barche da pesca di Vito Talamo furono catturate dai saraceni. L’intercessione della Madonna fece sì che una nave armata del capitano Donato Cafiero ingaggiò una breve battaglia liberando sia barche che prigionieri. Da allora la flotta da guerra borbonica pattugliò con successo le acque del golfo al comando di un capitano di fregata famoso Giuseppe Martinez detto Capitan Beppe, spesso ospite con i suoi marinai di Positano.
Da allora ogni 15 agosto in concomitanza della festa religiosa si organizzava quella civile ricostruendo lo scenario delle sortite barbaresche di quegli anni. Si mettono in mare delle finte tartane saracene con uomini travestiti che andavano all’assalto di Positano tra fuochi d’artificio e spari a salve. Da località Arienzo partivano le barche dei pescatori e dopo un breve scontro incendiavano quelle barbaresche. Nella nottata sotto la luna il clero locale in pompa magna sulla piazzetta della chiesa attendeva dunque con i paesani che i pirati restituissero l’icona della Vergine.
‘A festa d’o 15 austo fu visitata più volte dal 1835 al 1850 da Ferdinando II di Borbone con tutta la corte e lo Stato Maggiore.
Michele Di Iorio