La biblioteca di Somma Vesuviana ha sede nel nobile palazzo Torino, che sorge su quello che originariamente era un fondo di proprietà dei conti Spinelli di Acerra , nonché marchesi di Somma dal 1269. In seguito per il matrimonio tra donna Adelita Spinelli e Berardo Caracciolo nel 1303 il palazzo passò ai principi Caracciolo Avellino, tra l’altro anche marchesi di San Sebastiano al Vesuvio.
Nel 1606 la proprietà fondiaria e feudale, che si estendeva fino alle mura aragonesi erette nel 1467, venne acquistata dai principi Mormile, patrizi di Napoli.
Qui i Mormile fecero edificare nel 1718 un proprio palazzo, arricchendolo con pinacoteca, arazzeria e una collezione di armi e corazze.
Dal 1769 Palazzo Mormile ebbe anche la sua biblioteca privata dove sistemò i primi 300 volumi antichi sulla storia di Somma Vesuviana, saliti poi a 1500 volumi nel 1782. La proprietà venne poi acquistato dai marchesi de Curtis.
Il 19 agosto 1791 Somma Vesuviana ospitò Ferdinando IV e Maria Carolina in occasione di una battuta di caccia alle allodole, e si fermarono proprio da don Michele de Curtis, Regio Governatore di Procida.
Infine nel 1920 il Palazzo passò alla nobile famiglia Torino e quindi nel 1944 al Comune di Somma che lo destinò all’uso di Biblioteca comunale, ricca di 2000 volumi rari sulla storia della città arrivati a 3000 volumi in epoca recente.
La biblioteca si trova nell’attuale piazza Vittorio Emanuele III ed è diretta dal grande esperto di storia locale Aurelio Cerciello. L’orario di apertura al pubblico della biblioteca è dal lunedì al venerdì, escluso il mese di agosto.
Vi si trovano libri antichi sulla cartografia medioevale di Somma, sugli insediamenti dei Templari nella chiesa di Santa Maria passata poi ai Cavalieri di Malta dal 1312 e officiata dai Domenicani, sulle famiglie patrizie, sui palazzi nobiliari, ma anche sulla tradizione magica delle janare, sulle mura aragonesi e sulla storia grande e antichissima di Somma Vesuviana, ma in particolare sugli scavi archeologici iniziati nel 1920 su indicazione di un contadino.
Una vera e propria prima campagna fu effettuata dal 1934 al 1936 da Matteo Della Corte con la supervisione di Amedeo Maiuri e portò alla luce un edificio romano alto 9 metri, ben conservato perchè seppellito dai fanghi dell’eruzione vesuviana del 79 d.C.
Gli scavi ripresero nel 1946 e in modo sistematico dal 1948 e con studi analitici dal 1954, nonostante l’interruzione del 1962 per il terremoto.
L’identificazione degli imponenti ruderi fu nella Villa dell’imperatore Romano Augusto edificata nel 49 d.C., che negli ultimi anni della sua vita si recava a Somma e Nola. La villa vesuviana passò poi a Tiberio.
Secondo la ricostruzione degli ultimi scavi archeologici allargarono la ricerca da 70 a 1500 m² si arrivò a una retrodatazione del complesso augusteo a un periodo greco precedente: Somma fu colonia ellenica dal 476 a.C., ma ancor prima era un insediamento osco italico sedicino dal 1250 a. C., con presenze etrusche e sannite. Divenne quindi città e municipio romano dal 91 a.C.
Il territorio di Somma Vesuviana è generosissimo: racchiude ancora tanti racconti, storie e tradizioni, oltre ad eccellenze enogastronomiche … Ma questa è un’altra storia: arrivederci al prossimo articolo.
Michele Di Iorio