PORTICI (NAPOLI) – Oltre ai più noti episodi di Pompei, della Reggia di Caserta e di quella di Carditello, la noncuranza e la mala gestione colpiscono anche lo splendido gioiello borbonico porticese, sede del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università Federico II.
A rilevare gli illeciti e gli abusi al suo interno è stato il consigliere delegato al patrimonio della Città Metropolitana di Napoli e capogruppo di “La città-Campania Domani” al Consiglio comunale David Lebro, in seguito ad un sopralluogo effettuato nell’area.
Affidate ad una noto quotidiano le parole di indignazione del consigliere Lebro il quale spiega che: «È inverosimile scoprire che all’interno di un sito borbonico, la cui importanza è ampiamente riconosciuta dal punto di vista storico, artistico ed architettonico, siano presenti diversi abusi edilizi, per giunta in un’area vincolata, che alterano l’originario stato dei luoghi».
Il fatto risale in verità a molti anni fa: già prima infatti alcune famiglie occupavano abusivamente alcuni spazi del complesso architettonico divise tra il corpo centrale e quelli circostanti. Nell’ormai lontano 2011 fu stipulato addirittura un accordo tra e la Provincia di Napoli, Ente proprietario della Reggia, e gli inquilini con la mediazione dell’Amministrazione comunale porticese che prevedevala sistemazione di alcune di queste famiglie in proprietà non locate nell’Ente provinciale e per altre la proroga del contratto d’affitto con scadenza non rinnovabile. Venne così scongiurata un’emergenza abitativa.
Ad oggi però la situazione non sembra essere risolta: nel corso del sopralluogo effettuato nei giorni scorsi è stato possibile constatare ancora la presenza di tali illeciti all’esterno di tre abitazioni locate nei prospetti interni della Reggia e si è potuto agire prontamente di conseguenza pianificando interventi di ripristino che partiranno a breve.
«Ho dato subito mandato agli uffici dell’Area Patrimonio e dell’Area Legale dell’Ente – ha spiegato ancora Lebro – di procedere a tutti gli adempimenti di competenza per il ripristino dello stato dei luoghi e il recupero della naturale vocazione del sito, perché non solo sottraggono alla collettività degli spazi che potrebbero essere adibiti a destinazioni d’uso diverse, ma impediscono anche una loro eventuale messa a reddito attraverso attività culturali e di promozione turistica».
Il complesso monumentale della Reggia borbonica di Portici racchiude in sé un potenziale enorme e: «Solo iniziando a ripristinare la legalità – ha concluso il consigliere – si può pensare di procedere ad un vero progetto di salvaguardia e valorizzazione che, partendo dal completamento del restauro delle facciate della Reggia, porti ad una riqualificazione del sito nel suo complesso, prevedendo anche nuove destinazioni museali in collaborazione con l’Università e il Comune di Portici».
Melissa De Pasquale