Nell’Italia meridionale e in particolare a Napoli il corno (o’ curniciello) è molto diffuso perché ritenuto un oggetto portafortuna, scaramantico, un amuleto in grado di allontanare le influenze negative. Nella città partenopea infatti ha assunto nel tempo una valenza culturale molto forte radicandosi nella tradizione popolare.
Di colore rigorosamente rosso, viene proposto in diversi materiali e dimensioni, come ciondolo, attaccato a portachiavi, braccialetti e altro.
Tuttavia secondo una tradizione risalente al medioevo, affinché il talismano rilasci le sue virtù deve essere non solo rosso, ma fatto a mano e possibilmente di corallo. Nell’antichità il colore rosso ha sempre posseduto una forte simbologia, emblema di buon auspicio e con proprietà taumaturgiche. In particolare nel Medioevo rappresentava il sangue dei nemici vinti.
L’opportuna manifattura artigianale deriva dalla credenza che ogni amuleto acquisisca proprietà benefiche dalle mani che lo hanno realizzato. Il corallo invece si riteneva avesse il potere di allontanare il male e proteggere le donne incinte.
Le origini del corno risalgono addirittura al Neolitico quando gli abitanti delle capanne lo ponevano fuori alla porta come augurio di fertilità. La fertilità era associata alla potenza e quindi al successo e alla fortuna.
Nella mitologia egizia i corni venivano donati come espressione votiva ad Iside, dea della maternità e della fertilità perché assistesse la procreazione degli animali. Secondo una versione della mitologia greca invece Zeus, per ringraziare le ninfe che lo avevano nutrito con il latte della loro capra Amaltea donò loro il corno che la capra si ruppe battendo contro un albero. Dal corno sarebbe apparso tutto ciò che le ninfe avessero desiderato.
Gli antichi romani utilizzavano oggetti a forma di fallo (molto vicini alla forma dell’attuale curniciello) come auspicio di fertilità, prosperità e benessere. Tanti di questi simboli sono stati rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano.
Fu comunque nel Medioevo che il corno assunse la simbologia magica ed esoterica di oggi quale elargitore di fortuna, buona sorte e soprattutto apotropaica, ovvero capace di allontanare le influenze maligne. Questi amuleti si diffusero in tutta Europa e gli artigiani partenopei furono celebri per le loro creazioni.
Le origini del curniciello risalgono anche alla sua caratteristica di avere una punta: in passato si riteneva infatti che tutti gli oggetti a punta avessero le proprietà di allontanare la cattiva sorte, specialmente se portati con sé. Già dalla preistoria si credeva che un animale fosse tanto forte quanto più grandi avesse le corna. Nel tempo infatti si venerarono gli animali provvisti di corna e poi si diede alle divinità il loro volto.
Per secoli i condottieri hanno posseduto elmi ornati da corna in quanto ritenute sia emblema di potere che di appartenenza e discendenza divina. Il popolo affascinato da questi guerrieri iniziò a costruirsi con il legno o la terracotta amuleti a forma di corno. Nel tempo divennero piccoli oggetti beneauguranti e in Italia comparve il primo corno rosso.
Per queste radici che si perdono nella notte dei tempi la tradizione napoletana prevede che il corno per assolvere la sua funzione magica debba essere anche tuosto, vacante, stuorto e cu’ ‘a ponta (rigido, cavo all’interno, di forma sinusoidale e terminante a punta).
Ah, non bisogna dimenticare la cosa più importante: per funzionare non va comprato per sé stessi ma ricevuto esclusivamente in dono.
«Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male». (Eduardo De Filippo)
Tiziana Muselli