PORTICI (NAPOLI) – Una troupe della fiction Gomorra per qualche giorno sarà a Portici per girare alcune scene.
In tanti si sono indignati perché questi film scellerati non fossero ambientati in un territorio martoriato come quello di Scampia.
Il rischio è infatti che queste fiction non mostrino gli atti malavitosi come un esempio negativo ma contribuiscano soprattutto ad alimentare falsi miti in animi cresciuti con una cultura deviata, che gli stessi abitanti di Scampia fanno del tutto per debellare, anche a costo della propria vita.
È una mancanza di rispetto per quei morti innocenti, per chi lavora duramente per cambiare, per le tante persone perbene che ogni giorno si impegnano rischiando in prima persona. È un gioco perverso che nell’immaginario collettivo finisce sempre più con l’etichettare Scampia come un luogo di morte, non solo fisica.
Ed è dunque legittimo chiedersi perché vengano girate proprio a Portici.
Qualche tempo fa un intellettuale dell’ultima ora accostò il nome di Portici a quello di Scampia. Due realtà diverse non messe a confronto ma bollate come irrecuperabili da chi non si prende neanche la briga di capire quello che succede nel quotidiano e quanto coraggio ci vuole per combattere queste battaglie.
A chi giova tutto questo? C’è qualcuno che trae profitto o peggio ancora vuole assolutemente mantenere uno stato di cose che sta mutando, che in gran parte è già stato debellato? E perché? È solo un’operazione commerciale?
Portici è solo un set, è vero. Qualcuno potrebbe obiettare che proprio l’ordine e la pulizia della cittadina vesuviana abbia determinato la scelta dell’ambientazione, ma il rischio è che l’ignoranza prenda il sopravvento e bolli Portici come un luogo di morte.
Permetteteci perciò di non essere d’accordo, di protestare, di sentirci indignati. Portici non ha bisogno di questo tipo di protagonismo: ha storia, cultura, scienza e bellezze naturali. È questa l’immagine che va esportata.
Tonia Ferraro