Da Cagliari all’Ogliastra e fino alle Baronie, tra mulattiere, tratturi, piste sterrate e strade rurali sulle orme di San Giorgio vescovo. Il Cammino identitario dedicato al primo vescovo della diocesi di Suelli, è descritto in una ricca e dettagliata guida firmata dal logudorese Franco Saba, ex dirigente forestale e volontario ambientalista. Edito da Isolapalma, con la direzione editoriale di Paolo Lusci, costituisce uno strumento indispensabile per percorrere il Cammino in autonomia, perché lungo il tragitto manca la segnaletica. “L’ auspicio è che le amministrazioni possano adottare e valorizzare i tratti di loro competenza”, spiega all’ ANSA Saba.
L’ itinerario attraversa 40 diversi territori comunali tra le province di Cagliari, Nuoro e l’Ogliastra, 500 chilometri in 28 tappe con differenti gradi di difficoltà. Una guida rigorosa costruita sulla base di testimonianze storiche tuttora presenti e inserite lungo il percorso, corredata da indicazioni su dove alloggiare. Il volume è arricchito da 34 mappe del territorio in scala 1:33mila. Al vescovo sardo taumaturgo e “sempre in viaggio” per portare in luoghi impervi non solo la buona novella ma opere di bene, sono riferiti una serie di toponimi: sorgenti, rocce, piante, nuraghi e guadi. Uno su tutti La Scala di San Giorgio a Osini, monumento naturale, via di collegamento tra le comunità a valle e a monte. A lui sono dedicate oltre al santuario di Suelli, le chiese di Sarroch, Donori, Osini, Urzulei, Arbatax, San Vito, Bitti.
Il Cammino incrocia paesaggi di rara bellezza, le colline fertili del Parteolla e della Trexenta, le zone montane dell’Ogliastra e delle Barbagie, spiagge, miniere, boschi di lecci e sugherete, i famosi tacchi di Ogliastra, i supramontes di Urzulei, Orgosolo e Oliena. Un cammino costellato di nuraghi, domus de janas, menhir. Dalle tracce della memoria ai segni artistici moderni come quelli lasciati a Ulassai da Maria Lai.
“Alcuni tratti si possono percorrere in battello o col trenino verde – suggerisce Saba – E a rendere il Cammino ancora più vivo è la calorosa ospitalità delle persone che abitano lungo il percorso”.
San Giorgio nasce a Cagliari nell’XI secolo, nell’attuale via Fara, a Stampace, dove nel ‘ 600 fu eretta una chiesa a lui dedicata e dove è rimasta una targa in suo ricordo. Lo si descrive come un infaticabile camminatore, sempre in viaggio. E non ci si sorprende perché il suo territorio di giurisdizione era vastissimo: la Sardegna centro sud orientale. Missionario e taumaturgo, a lui sono attribuiti miracoli che hanno a che fare anche con gli elementi naturali. “Si racconta che col suo bastone faceva scaturire sorgenti, generare piante e aprire strade come la Scala di San Giorgio”, sottolinea l’autore della guida. Paladino dei deboli, protettore degli oppressi, evangelizzatore e animatore sociale di grandi vedute, era esperto di agricoltura, invocato per la pioggia durante i periodi di siccità, stimato e venerato anche dopo la sua morte.
Si racconta che il primo atto compiuto arrivato in Ogliastra fu quello di far redigere l’elenco completo di tutti i poveri della diocesi che aiutava. La sua figura è caduta ingiustamente nell’oblio. Ripercorrendo i suoi passi si incrociano chiese erette a suo nome, sorgenti, rocce, piante, nuraghi e guadi.
“Sul suo percorso ha lasciato tracce di amore”, dice Saba. E un amore riconoscente è quello manifestato dalla comunità della sua diocesi, Suelli, dove è ancora viva la devozione con una processione dedicata al primo vescovo scomparso probabilmente nel 1050 di morte naturale e “santo subito” per volontà popolare.