Lo stilista giapponese Kenzo Takada è morto a causa del coronavirus all’età di 81 anni. “E’ deceduto domenica 4 ottobre 2020 presso l’American Hospital di Neuilly-sur-Seine”, ha annunciato un portavoce in una nota.
Kenzo è stato il primo stilista giapponese a stabilirsi a Parigi, dove ha sviluppato tutta la sua carriera raggiungendo la fama internazionale.
Nato nella prefettura giapponese di Hyogo nel 1939, quinto di sette figli, dopo aver frequentato la scuola di moda Bunka Gakuen di Tokyo, nel 1965 Kenzo si trasferisce a Parigi dove assiste alle sfilate di Cardin, Dior, Chanel e collabora, tra gli altri, con la casa di moda Feraud e con la rivista Jardin des modes.
Nel 1970 apre la boutique Jungle Jap, il suo primo negozio nella Ville Lumiere, e crea un suo brand, Kenzo. Nelle sue creazioni originali forme e disegni mutuati dalla tradizione giapponese si fondono con lo stile europeo e con la cultura delle metropoli come New York. Interpreta il ‘flower power’ con stampe jungle e richiami alla simbologia della natura, rivoluzionando il gusto anni ’70 e ’80. Alle collezioni per donna e uomo si aggiungono nel 1977 quella per bambini e, dal 1988, una linea di profumi. Il marchio Kenzo dal 1980 è divenuto una società (presieduta da F. Baufumé) acquistata nel 1993 dalla LVMH Arnault, che è stato il direttore creativo fino al 1999, dal 2000 è stato sostituito dallo stilista scandinavo R. Krejberg.
Kenzo nella storia della moda:Parigi ha amato subito il designer giapponese Kenzo Takada, divenuto negli anni Settanta, maestro del Flower Power, gli stampati floreali che lo stilista mischiava in un’esplosione di colori alle fantasie camouflage. Un amore nato fin dal 1965, anno in cui il giovane Kenzo, quinto di sette figli, nato nel 1939 nella prefettura giapponese di Hyogo, decise di stabilirsi nella Ville Lumiere, dopo il diploma preso nella scuola di moda Bunka Gakuen, a Tokyo, che aveva appena aperto agli uomini. Parigi stregata dalla magia colorata di Kenzo, gli aveva aperto subito le porte delle sfilate, primo stilista giapponese a conquistare le passerelle parigine, in un’epoca in cui i nomi in calendario erano Pierre Cardin, Dior, Chanel. A Parigi Kenzo ha vissuto e lavorato ed è morto all’età di 81 anni, spegnendosi all’ospedale di Neuilly-sur-Seine a causa del Coronavirs. L’inizio della carriera ufficiale di Kenzo è nel 1970, anno in cui presenta la sua prima collezione nella Galerie Vivienne, ma non prima di aver collaborato con la maison francese Feraud e con la rivista Jardin des modes. Grazie al successo ottenuto, Kenzo sarà in grado di aprire la sua prima boutique Jungle Jap. Da lì a poco una modella vestita Kenzo apparirà sulla copertina di Elle. Nel 1971 le sue collezioni vengono presentate a New York e Tokyo e l’anno seguente il designer otterrà l’ambito riconoscimento Fashion Editor Club of Japan. Il culmine del successo è negli anni Settanta. Nel 1978 e nel 1979 le sue spettacolari sfilate di moda sono tenute nel tendone di un circo e terminano con la sua entrata in scena sul dorso di un elefante. Contemporaneamente l’eclettico Kenzo realizza costumi per il teatro e per il cinema, in particolare per Rˆve après Rˆve del 1980. Nel 1977 lancia una linea per bambini. Nel 1983 arriva una linea di abbigliamento maschile e dal 1998 firma una licenza per i profumi. La fragranza di maggior successo è senz’altro Flower by Kenzo, lanciato nel 2000. Dal 2001 seguono prodotti per la cura del corpo, sotto il marchio Kenzoki. Ma il marchio non appartiene più allo stilista che lo ha venduto nel 1993 al gruppo del lusso francese LVMH, rimanendone direttore creativo fino al 1999, sostituito dallo stilista scandinavo R.Kreiberg. Kenzo annuncia il suo ritiro dalle scene della moda nello stesso anno in cui lascia la direzione creativa del marchio da lui fondato. Nel 2002 riapparirà sulle scene come interior designer lanciando una linea di complementi d’arredo e mobili. Attualmente alla guida creativa della maison è il designer portoghese Felipe Oliveira Baptista, direttore creativo di Kenzo dal 2019, succeduto al duo Carol Lim e Humberto Leon. Nella sua ultima sfilata a Parigi di pochi giorni fa hanno colpito i cappelli-zanzariera protagonisti della nuova collezione SS 2021 donna e uomo. Un presagio, o forse soltanto una forma di richiamo al proteggersi dal virus anche con l’abbigliamento.