di Gilberto Frigo
Tanti politici si susseguono a dichiarare pubblicamente che il loro impegno oltre che a sconfiggere il virus pandemico sarà il creare lavoro e ricchezza per il popolo.
Mi chiedo cosa intendano dire nelle loro locuzioni verbali quando vengono intervistati quasi giornalmente dalle TV di Stato che generalmente sono condizionate dai partiti di governo.
Creare lavoro è una locuzione comune per Zingaretti, Di Maio, Conte ed altri politici di rango minore.
Scorrendo il curriculum vitae di ciascuno di loro in definitiva del lavoro vero e proprio non ne hanno mai praticato, neppure ne sanno l’origine ed il contenuto.
Il lavoro è una cosa molto seria, non si può creare, solo inventare.
Le loro sono solo parole inutili ed alquanto stupide che vengono pronunciate a vanvera per produrre l’effetto risucchio degli idioti italiani che credono ancora alle favole.
Tra l’altro, come ci insegna la legge della fisica e soprattutto la natura, creare è una prerogativa di Dio.
Spero che Zingaretti e compagni, data la loro lungimiranza politica opportunistica, non si sentano degli dei, (sarebbe un paradosso un po’ fuori di norma.)
Nei begli anni di matura gioventù inventare un nuovo lavoro era uno dei miei passatempi, mi svegliavo la notte e cominciavo a pensare a qualche nuova idea, un nuovo progetto.
Il mattino successivo mi impegnavo a realizzare il sogno notturno, allora c’erano i presupposti per iniziare nuovi lavori per sviluppare nuove idee. C’era il presupposto che qualcuno si sarebbe accorto della novità che ideavi, qualcuno avrebbe avuto la concreta possibilità di essere interessato, soprattutto c’era la possibilità anche se remota che ci fossero i soldi da investire nell’idea. Cosa che a tutt’oggi non sembra esistere.
Allora il sogno poteva quasi sempre trasformarsi in realtà.
Da oltre 10 anni tutto si è fatto progressivamente più difficile, da qualche anno è impossibile realizzare qualsiasi idea o progetto.
Sul mercato nazionale mancano gli eventuali investitori, mancano i soldi veri.
L’’inghippo di tutto questo groviglio economico e sociale sta nella perdita di valore d’acquisto della nostra moneta interna, arrivata a perdere negli ultimi quarant’anni oltre il 700 %.
A tutto oggi una paga normale di un operaio sfiora più o meno i 1200,00 € mensili, rapportati al “vecchio conio” sarebbero circa 2.300.000,00 lire. In realtà i beni che si acquistavano con il valore della lira, oggi con i 1200,00€ non se ne acquista nemmeno un terzo
Tra l’altro le paghe sono ferme alla sbarra sin dal 1992, anno in cui la scala mobile è stata eliminata per volere governativo. A quel tempo i nostri cari politici lungimiranti ma assoggettati al potere della confindustria e delle multinazionali che volevano rilanciare la produzione per l’esportazione dimezzando i costi della manodopera,
La mancanza di lungimiranza di industriali, economisti, politici, non ha tenuto conto che lo svilimento delle paghe avrebbe rallentato il consumo interno quindi inibito la possibilità di sviluppare lavoro.
Per di più la perdita di valore intrinseca della lira prima, poi dell’euro, hanno aumentato a dismisura i costi delle materie prime.
Fatto sta che tutto ciò è avvenuto a scapito di chi lavorava.
Seppure vi fu l’incremento degli occupati sia nell’industria, sia nei servizi secondari.
La moneta subì un duro contraccolpo negli anni di governo Berlusconi Bossi a causa delle reiterate minacce di Bossi di far saltare il governo, ogni giorno la nostra moneta perdeva potere d’acquisto nei confronti delle monete internazionali, in pochi mesi perdemmo valore della moneta per ben oltre il 100%.
Tante belle promesse, tanti bei progetti industriali, tante chiacchiere furono formulate da i politici di turno, da i dirigenti di confindustria, da sindacalisti comprati a suon di miliardi di lire prima, milioni di euro poi, ci hanno portato al punto di rottura nel quale ci troviamo.
Nel frattempo i prezzi di beni e servizi aumentavano giorno dopo giorno, e noi poveri fessi credevamo che di tutto fosse causa la richiesta di beni e servizi in aumento.
Nessuno e ribadisco nessuno ha mai pensato che tutto ciò succedeva a causa della continua inarrestabile perdita di valore della moneta. La situazione economica finanziaria drogata dalla continua ascensione dei costi infondeva in tutti i risparmiatori inclusi l’illusione di essere sempre più ricchi. Di qui la necessità di investire in case, in beni rifugio, in azioni, fondi d’investimento ed altro.
Tutti indistintamente credevamo di aumentare il valore del risparmio (Una pia illusione che si è protratta per anni).
Sindacati e politici in quegli anni sono stati imbavagliati, messi a tacere per convenienza dalle lobbie politiche, finanziarie, industriali, che proponevano sviluppo e lavoro in eterno.
Ad oggi ci troviamo fermi al palo. Una così denominata pandemia, in realtà di pandemico vi è il sentore comune della paura di morire, soprattutto nelle persone anziane arrivate a fine corsa.
La vera pandemia c’è stata l’ultima volta con la Spagnola che ha fatto 50 milioni di morti.
Un’altra vera pandemia mondiale c’è stata nel 1350” con la peste nera “che ha decimato la popolazione europea di quasi il 30%.
La pandemia.
Oggi su una popolazione mondiale di oltre sette miliardi di persone il virus pandemico si è portato via alcune decine di migliaia di persone meno anziane oltre a qualche centinaio di migliaia ottuagenari, in maggior parte afflitti da pregresse gravi patologie o debilitate nel fisico,
Detta pandemia è pur sempre una influenza, seppure particolare, invasiva e destabilizzante per alcune categorie di persone, però si dovrebbe tenere conto che la improrogabile legge di natura chiede un contributo annuale di vite per controbilanciare l’attività di crescita umana sulla terra.
L’uomo per aver raggiunto picchi di conoscenza e medicina che una volta erano ignote, vorrebbe rifiutare in toto le leggi naturali che da sempre regolano la vita e la morte.
L’umanità utilizzando centinaia se non migliaia di medicinali assieme alla variegata alimentazione ha allungato di molto la sopravvivenza terrena.
Considerati i risultati ottenuti dalla scienza e dal così detto progresso, noi tutti vorremmo vivere se non in eterno, almeno fino a i cent’anni e più, andando a cozzare contro la prospettiva di vita naturale che ci è stata concessa dal Creatore.
Comunque per concludere il pensiero: per mio conto per uscire dalla crisi economico sociale che ci attanaglia, l’unica soluzione rimane il redimere il debito dello stato,” tutti assieme”.
Il quantum ridarebbe valore e forza d’acquisto alla nostra morente economia pubblica e domestica. Dobbiamo ridare tutti assieme vivibilità, accrescimento serenità, fiducia nel futuro a ciascuno di noi Italiani e non che assieme a noi vivono in questo splendido contesto naturale.
In mancanza di ciò non ci resta che aspettare di essere schiavizzati da altre entità politico, finanziarie, economiche, entità che hanno forze e volontà maggiori alle nostre.
Dobbiamo esser tutti coscienti che se la finanza europea e mondiale continua a finanziare generosamente uno Stato come il nostro che aumenta di centinaia di miliardi il proprio debito, ha la certezza matematica che lo stesso debito in qualsiasi momento potrà essere assolto dal patrimonio finanziario privato “dei poveri” ma ricchissimi italiani.
Noi poveri italiani usi a chiedere l’elemosina alla comunità europea, siamo detentori di un risparmio privato talmente sostanzioso da essere il maggiore in Europa.
Pertanto se qualcuno ha occhi e orecchie per intendere pensi molto seriamente a queste parole.