Uscire dalla giungla di norme e controlli e dare una uniformità di applicazione della legge a livello nazionale al di fuori di singole interpretazioni a livello locale. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al primo tavolo di filiera della canapa che ha coinvolto i ministeri di Politiche agricole, Interno, Giustizia, Sviluppo Economico e poi Agenzia delle Dogane, Arma dei Carabinieri, Crea, Ismea, Agea e tutti gli attori del comparto.
In Italia – spiega la Coldiretti – i terreni coltivati a canapa nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte superando i 4000 ettari da Nord a Sud della penisola, dal Piemonte alla Campania, dal Veneto alla Puglia, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. Fino agli anni ‘40 la canapa era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore al mondo dietro soltanto all’Unione Sovietica, poi il declino per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta
In Campania la coltivazione della canapa – evidenzia Coldiretti – è stata praticata in tutta la regione fino agli anni ’50 del secolo scorso. Negli anni venti la provincia di Caserta divenne la seconda provincia italiana per la produzione di canapa. Fino agli anni ’50 – ’60 l’areale tra Napoli e Caserta è stato uno dei principali bacini canapicoli del Paese. Era fonte di lavoro non solo per gli agricoltori ma anche per tutti quegli operai impiegati nell’industria manifatturiera tessile che dalla canapa traevano la materia prima per la successiva fase di lavorazione. La canapa oltre che un fenomeno economico per le nostre zone fu anche un fenomeno sociale e culturale.
La canapa sta vivendo oggi una seconda giovinezza – sottolinea la Coldiretti – con un vero e proprio boom su più fronti dall’alimentare alla medicina. In commercio si trovano dai biscotti e dai taralli al pane, dalla farina di all’olio, ma c’è anche chi la usa per produrre ricotta, pasta senza glutine e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra. Dalla canapa si ricavano inoltre – continua Coldiretti – oli usati per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra. Se c’è chi ha utilizzato la cannabis per produrre veri e propri eco-mattoni da utilizzare nella bioedilizia per assicurare capacità isolante sia dal caldo che dal freddo, non manca il pellet per il riscaldamento – aggiunge Coldiretti – che assicura una combustione pulita. Al mercato coperto Campagna Amica di Fuorigrotta la cooperativa Canapa del Sud – nata dalla passione di un gruppo di giovani agricoltori tra Caserta e Napoli – oltre ad una vasta gamma di prodotti alimentari, ha lanciato anche “Canffè”, il caffè di canapa.